La vita di Cirillo Giovanni Zohrabian Vescono armeno oggi “Venerabile”. I ricordi legati alle ordinazioni presbiterali dei Frati Cappuccini di Palermo

di Frate Domenico Spatola

“Lo rivedevo ogni anno, fino a quello della morte nel 1972 a novantuno anni”

Fu Vescovo armeno e cappuccino. Lo conobbi, e ne sperimenta i bagliori di santità. Anche se da bambino potevo solo percepire senza critica. Non era facile ai miei tempi incontrare un vescovo. Ed egli diede a noi ragazzi l’idea semplice del pastore, modellato da Gesù. Buono, pio e profondamente umile. Aveva l’entusiasmo del Rapsode. Le sue “Memorie di vita missionaria” in tre volumi, furono letti e riletti nei Seminari, senza mai stancare per lo scorrere della narrazione e puntigliosità arguta dei racconti. Claudicante per effetto delle torture riservate a lui, come ai connazionali Armeni perseguitati dal governo di Ataturc nel 1915. Lo rivedevo ogni anno, fino a quello della morte nel 1972 a novantuno anni. Celebrava annualmente le ordinazioni presbiterali dei Frati Cappuccini di Palermo. Non mi sottraevo mai ai suoi lunghi “pontificali”, e servivo portando l’incensiere che sapeva giostrare con maestria, facendolo girare per la maggiore efficacia.

Instancabile nell’aiutare i suoi connazionali perseguitati sparsi per il mondo

Fu instancabile per i suoi connazionali perseguitati e ormai sparsi per il mondo. Li visitava portando loro con la fede il calore umano. Fu di grande carità, veniva anche prodigiosamente in soccorso dei bisognosi. Egli povero, trovava sempre come aiutare chi ricorreva a lui. Ricordo ginnasiale il mio, da seminarista a Partinico, per la sua mitezza e semplicità di posare con noi per qualche ricordo fotografico che conservò gelosamente. Studioso di Mariologia, scrisse anche un Trattato sulla “Immacolata Concezione”. Il nostro Archivio a Palermo conserva i suoi Scritti, soprattutto quelli inediti, e gelosamente custoditi. Faticò per il Regno di Dio, e si arrese solo quando “sorella Morte” si presentò con tutta la sua Famiglia, martirizzata da tempo. Era il 19 settembre 1972, erano venuti vigilia della morte a dirgli che il giorno dopo sarebbero ritornati a prenderlo con sé. La notizia la seppe il fratello cappuccino compagno, che un giorno prima conobbe anche anche l’ora della sua dipartita. Oggi la Chiesa ne dichiara le virtù in grado eroico, e lo dichiara “Venerabile”, per prepararci a vederlo presto sugli altari. Nel frattempo ci rimane da pregarlo, e io lo faccio per la pace del Mondo, tema anche a lui tanto caro.

Foto tratta da Missionari Cappuccini

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