La verità sui conti della Regione siciliana: non ci sono né i 50 milioni di euro per pagare il trasferimento dei rifiuti all’estero, né i soldi per gli aumenti dei dipendenti regionali?

Noi ci mettiamo il punto interrogativo mentre il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, la dà come notizia certa

Ieri abbiamo pubblicato un’inchiesta sui conti ballerini del Comune di Palermo. Provando a raccontare che per le Aziende che fanno capo allo stesso Comune del capoluogo dell’Isola lo scenario inanziario che si prospetta sarà problematico, perché i soldi sono finiti (qui il nostro articolo). L’Unione europea, nel silenzio generale, continua a foraggiare la guerra in Ucraina contro la Russia facendo pagare il conto ai 500 milioni circa di cittadini europei. I fondi del Pnrr, con molta probabilità, sono finiti nel pozzo senza fondo del regime di Zelensky. Ma in Italia assistiamo alla recita dei partiti di maggioranza e di opposizione e delle organizzazioni sindacali che fanno finta che tali fondi esistano ancora. Una sceneggiata per ‘parare il culo’ a una fallimentare Unione europea. Lo Stato italiano è senza soldi e si limita a trasferire alle Regioni e ai Comuni la propria insolvenza. Della Regione siciliana si occupa il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, che torna a soffermarsi sulla crisi finanziaria. “Abbiamo detto più volte e argomentato compiutamente – scrive Lomonte – come la Regione siciliana sia nelle stesse condizioni di insolvenza generalizzata di tutti i Comuni siciliani. Invitando a più riprese i Sindaci e gli amministratori a non assumere impegni di spesa sulla base di ‘decreti di spesa’, come quelli del Pnrr, completamente privi di copertura finanziaria. Adesso è il turno di un ‘decreto’ assessoriale che stanzierebbe 50 milioni per i Comuni per coprire i presunti extracosti per conferire i rifiuti e la frazione differenziata”. Si tratta dei fondi che dovrebbero servire ai Comuni per pagare il trasferimento dei rifiuti all’estero. La tesi di Lomonte è che questi 50 milioni di euro, in realtà, non ci sono e che stiamo assistendo a una farsa.

Come scriviamo spesso nella nostra lingua – che è il siciliano e non la lingua ‘estera’ italiana – i picciuli finieru

“Esattamente come avvenuto per gli alluvionati della Romagna – scrive il leader degli Indipendentisti siciliani – che in 14 mesi non hanno mai ricevuto un centesimo, il trucco utilizzato è quello della ‘piattaforma informatica che non funziona’. Infatti, scrive il cronista di una testata online, ‘il decreto prevede che la determinazione definitiva dell’importo e dell’erogazione del contributo sarà subordinata all’esito favorevole della verifica, per ciascun Comune, del rispetto della normativa in materia di conferimento dei rifiuti negli impianti dentro e fuori regione, del caricamento dei dati sulla piattaforma Orso (Osservatorio rifiuti sovraregionale), delle dichiarazioni di veridicità e dell’effettivo periodo temporale di conferimento dei rifiuti fuori regione’. Un modo inutilmente complesso per dire che la Regione siciliana non erogherà un centesimo. Non perché non voglia: se potesse darebbe ai Comuni 500 milioni. Ma non ha in cassa altro che i soldi per pagare gli stipendi. Infatti – come previsto e anticipato solo da Siciliani Liberi 8 mesi fa quando il Governo regionale e i sindacati annunciavano la ‘firma del contratto’ – i dipendenti regionali non vedranno corrisposto un solo centesimo degli ‘aumenti’ previsti”.

L’aumento del Pil italiano e la riduzione dell’inflazione sono grandi bugie

Lo scenario descritto da Lomonte è a tinte fosche. Non solo non ci sono i 50 milioni di euro per trasferire i rifiuti all’estero ma non ci sono nemmeno i soldi per pagare gli aumenti di retribuzione ai dipendenti della Regione siciliana. “La Corte dei Conti, i cui componenti sono anch’essi dipendenti regionali – ricorda Lomonte – ha bocciato qualsiasi ipotesi di aumento”. Il no agli aumenti delle retribuzioni sarebbe dovuto alla “mancanza delle condizioni di compatibilità finanziaria ed economica con gli attuali strumenti di programmazione e di bilancio della Regione siciliana”. “Linguaggio giuridico inutilmente complesso – sottolinea il Segretario politico di Siciliani Liberi – per non far capire alla popolazione e agli amministratori locali la realtà concreta che i giudici contabili regionali, molti di nomina politica, conoscono molto bene: in cassa la Regione non ha un centesimo oltre ai soldi che il Tesoro da Roma centellina giusto per pagare gli stipendi dei regionali e ciò che resta della spesa sanitaria” (https://www.blogsicilia.it/…/niente-aumenti…/1035032/). La realtà concreta della Sicilia e di Palermo è che a pochi metri dalla sede della Corte dei Conti, dirimpettaia dell’assessorato regionale all’Economia, nella centrale via Notarbartolo, a pochi metri da un Commissariato di pubblica sicurezza, mentre la Corte deliberava lo stop a qualsiasi aumento salariale per i regionali, un noto fast food subiva l’ennesimo ‘furto con spaccata’: I ladri si sono aperti un varco nella vetrina e hanno portato via alimenti e bevande” (https://www.blogsicilia.it/…/furto-spaccata-kfc/1035287/). Simili furti da mesi si susseguono in tutta la Sicilia e il Meridione: prova evidente che l’aumento del Pil e l’inflazione al 2% sono ‘narrative’ buone per l’ex segretario del PD Renzi. Amenità buone per il circuito politico-mediatico. Che nulla hanno a che vedere con la realtà”.

La verità è che, anche a causa della folle guerra in Ucraina che sta svenendo l’Unione europea, siamo arrivati agli “ultimi giorni di Pompei” con buona pace degli ‘europeisti’

In effetti, basta entrare in un centro commerciale per rendersi conto che l’inflazione non è quella raccontata dall’informazione ufficiale. Come abbiamo scritto ieri, “In prospettiva, non tra dieci anni ma tra due anni le entrate del Comune di Palermo legate a tasse e imposte si ridurranno. Vi assicuriamo, egregi sindacalisti, che non tutti i cittadini di Palermo hanno lo stipendio a fine mese. Forse i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil di Palermo dovrebbero abbandonare le loro ‘torri d’avorio’ e farsi un giro per le chiese della città, chiedendo ai sacerdoti, peraltro sempre più pochi, qual è lo scenario reale della povertà. Un bagno di realtà gli farebbe bene. Di più: se l’Italia non uscirà in tempi brevi da questa fallimentare e guerrafondaia Unione europea dell’euro gli stipendi e le pensioni verranno decurtate. Il resto sono solo chiacchiere che, per definizioine, stanno a zero”. Simile alla nostra la riflessione di lomonte su quanto avverrà: “Amici Sindaci: state pronti. Fra pochi mesi il default del Tesoro e la crisi finanziaria dello Stato diverranno crisi sociale ed economica. Chi non se la sente, si dimetta adesso: Siciliani Liberi sa che saranno pochissimi i Sindaci siciliani in grado di affrontare ciò che accadrà con la fine caotica dell’euro. Fra i Sindaci delle tre grandi città siciliane solo il Sindaco di Catania, Enrico Trantino, sarà in grado di restare alla guida della sua città. Siciliani Liberi da quasi 10 anni lavora per formare la classe dirigente per i tempi di crisi ormai alle porte”. Noi pensavamo che la fine della Ue sarebbe arrivata tra due anni, al massimo tre anni. Ma la guerra in Ucraina potrebbe accelerare la fine dell’Europa finto-unita.

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