La vendemmia verde, il vino senza alcol e il vino prodotto con lo zucchero di bietola dimostrano il fallimento dell’Unione europea e spiegano perché non votare alle elezioni europee

Dallo ‘scafazzo’ degli agrumi degli anni ’80 alla vendemmia verde il passo è stato breve

E’ giusto mettere in atto la cosiddetta “vendemmia verde”? Si tratta della rimozione dei grappoli di uva non ancora maturi. In cambio della distruzione dell’uva gli agricoltori ricevono un ‘premio’ dalla pubblica amministrazione. Non si tratta di una novità per l’agricoltura. Negli anni ’80 del secolo passato l’allora Comunità economica europea (Cee) pagava i produttori di agrumi che conferivano le proprie produzioni presso particolari centri di ammasso – i centri Aima – dove si provvedeva alla distruzione degli stessi agrumi. Prima di distruggerli gli agrumi venivano pesati e a ogni agricoltore la Cee riconosceva il contributo. Il contributo andava a peso: più erano gli agrumi che si ‘scafazzavano, più gli agricoltori incassavano. I siciliani avevano battezzato questi luoghi come ‘u scafazzo, termine siciliano che sta per schiacciare. In realtà, questi agrumi si sarebbero potuti regalare ai poveri, alle scuole, agli ospedali. Ma i ‘geni’ della Cee erano contrari perché anche regalarli avrebbe alterato il mercato. Una bestialità. Tra l’altro, nei centri Aima le truffe erano all’ordine del giorno: si raccontava che arrivavano camion pieni di pietre con sopra uno strato di agrumi…

Le considerazioni amare di Santo Bono

Con la “vendemmia verde” come va? Non lo sappiamo. Su Facebook – il social che ci censura da oltre venti giorni – va una foto (che vedete sopra) con un commento di Santo Bono (foto sopra), un nostro vecchio amico agricoltore: “Vedere queste immagini fa male, perché rappresentano il fallimento del nostro lavoro. Vengono calpestate le culture, le tradizioni contadine e quei valori che chi ci ha preceduto ha trasmesso a noi. Vendemmia verde di sta m…”. La vendemmia verde è stata inventata perché c’è troppa produzione di uva da vino. Eccesso di offerta e prezzi bassi. Con la vendemmia verde si elimina una parte della produzione di uva da vino. Riducendo l’offerta – così insegna l’economia politica – il prezzo dell’uva da vino dovrebbe aumentare. Invece con tutta la vendemmia verde il prezzo dell’uva da vino, in Sicilia, è sempre basso: un prezzo così basso non non assicurare redditività agli agricoltori (qui un articolo). Come avviene per il grano duro, anche con l’uva da vino si lavora in perdita. Dietro il fallimento delle politiche agricole in materia di uva da vino ci sono le insufficienze della Regione siciliana, del Governo nazionale e dell’Unione europea. E c’è la ‘filosofia’ che sta dietro al vino che in tanti casi ha perso il legame con l’agricoltura per diventare un processo industriale: non a caso, appena tre anni fa, l’Unione europea ha aperto il dibattito sul vino da produrre senza uva!

Tre anni fa le denunce di Franco Calderone

Tra qualche giorno si andrà a votare per il rinnovo del Parlamento europeo. Noi abbiamo il dovere di ricordare ai cittadini e soprattutto agli agricoltori che cosa hanno combinato i parlamentari europei nella legislatuta che si è conclusa. Ricordatevi, cittadini e agricoltori, che il Parlamento europeo tra il 2019 e il 2024 ha introdotto il vino senza alcol e il vino prodotto con lo zucchero di bietola. Oggi riprendiamo una dichiarazione del nostro vecchio amico Franco Calderone, produttore di vini, che risale al Maggio del 2021: “L’ultima porcata della Politica agricola dell’Unione europea si chiama vini senza alcol o vini annacquati. Una porcata voluta e votata dai partiti politici nazionali italiani, dal PD alla Lega, da Forza Italia a tutto il centrodestra, fino al Movimento 5 Stelle. Una porcata che va a colpire i produttori di vino italiani, da Nord a Sud. Sì, perché questa volgare speculazione penalizza tutto il settore enologico italiano. E questo dovrebbe fare riflettere non soltanto gli agricoltori e i veri produttori di vino del Sud Italia e della Sicilia, ma anche gli agricoltori e i veri produttori di vino del Nord Italia”. Ciò che è avvenuto “dà la misura non soltanto di quanto sono pericolosi gli speculatori che gestiscono la Politica agricola comune europea, ma anche di come i partiti politici nazionali italiani siano sempre pronti a tradire gli interessi del nostro Paese, appoggiando, in questo caso, una speculazione contro il vino italiano. Di fatto, le multinazionali si apprestano a mettere sul mercato un prodotto che non è vino spacciandolo per vino. Perché un conto è ammettere – e confessarlo ai consumatori – che stanno vendendo acqua e vino, altra è ben diversa cosa è dire che stanno vendendo il vino, un po’ più ‘leggero’ rispetto ad altri vini, ma pur sempre vino. I vini senza alcol consentiranno alle multinazionali di entrare nei Paesi dove, vuoi per cultura, vuoi per religione, non si beve alcol: e loro, le multinazionali, gli venderanno il ‘vino senza alcol. E pazienza se penalizzeranno chi produce il vero vino! Questo, lo ripeto, danneggerà i produttori di vino che verranno colpiti, perché il loro vino avrà come concorrente un non-vino che l’Unione europea ha deciso di chiamare comunque vino” (qui l’articoloo del 2021 per esteso).

Solo quattro parlamentari europei hanno votato contro il vino annacquato

Il vino senza alcol – prosegue Calderone – fa seguito allo zuccheraggio dei vini voluto sempre dall’Unione europea. Zuccheraggio dei vini che consentirà ad alcuni Paesi del Nord Europa di produrre vini con lo zucchero di bietola, senza l’obbligo di indicare in etichetta che stanno vendendo un vino prodotto senza uva! Così i veri produttori di vino sul mercato dei veri vini avranno come concorrenti chi produce vino senza uva; e avranno pure come concorrenti chi venderà ad alcuni Paesi un non-vino chiamato vino! Il tutto per penalizzare chi produce vero vino con l’uva. E’ importante – conclude Calderone – che tutti i produttori di vino italiani, ribadiamo, del Sud e anche del Nord Italia sappiano che nel Parlamento europeo solo quattro eurodeputati italiani hanno votato no al vino annacquato. Sono Ignazio Corrao, Rosa d’Amato, Eleonora Evi e Laura Ferrara. Tutti gli altri hanno votato sì. Gli elettori della Sicilia, del Sud Italia e del Nord Italia e i produttori italiani di vino legati alla millenaria cultura enologica se ne ricordino al momento del voto. Si ricordino che PD, Lega, Forza Italia e centrodestra in generale hanno votato contro gli interessi del mondo del vino del nostro Paese”.

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