La Ue pensa ai dazi doganali per colpire il grano russo ma vanno considerate anche siccità e piogge artificiali a ridosso della mietitrebbiatura che azzererebbero le produzioni di grano di interi Paesi

Fantapolitica? No, è realtà, perché le piogge artificiali con la cosiddetta inseminazione delle nuvole sono ormai prassi in alcuni Paesi

Nell’Unione europea ultra-liberista e globalista si torna a parlare di dazi doganali per colpire il grano che arriva dalla Russia. In un sistema liberista i dazi doganali non dovrebbero esistere. Ma ormai tutto è possibile. Non sappiamo se tale provvedimento si materializzerà. Sappiamo, però, che se verrà adottato colpirà sì la Russia di Putin, che avrà difficoltà a far arrivare il proprio grano in Europa, ma non tutelerà i produttori di grano italiani, con riferimento soprattutto al grano duro che si coltiva per l’80 per cento circa nel Mezzogiorno d’Italia, Puglia e Sicilia in testa. Questo perché l’Italia, dal Gennaio del 2023, è letteralmente invasa da grano estero, duro e tenero. Certo, è arrivato tanto grano russo ma è arrivato anche tanto grano canadese, ucraino e anche di qualche altro Oaese del mondo. Meglio non pensare a cosa stanno mangiando gli italiani tra pasta, pane, grissini, crackers, fette biscottate, pane per toast, dolci e prodotti da forno in generale…

I più intelligenti di tutti sono i Paesi africani che prendono solo grano russo a prezzi bassi e non inquinato da contaminanti

La realtà è che all’Unione europea del grano e degli agricoltori europei che lo producono non gliene può fregare di meno. Per aiutare l’Ucraina, a partire dal Gennaio 2023, l’Unione europea ha fatto entrare in Europa quantitativi smisurati di grano da questo Paese. Il problema è che l’Ucraina, prima della guerra contro la Russia, era il quinto Paese al mondo per la produzione di grano che andava in buona parte in Africa. Oggi gli africani non gradiscono il grano ucraino, sia perché il grano gli arriva dalla Russia a prezzi bassi, sia perchè il grano ucraino, a causa dei bombardamenti subiti da questo Paese, è pieno di contaminanti. A prendersi il grano ucraino, come già ricordato, è stata l’Unione europea. In realtà, cinque Paesi Ue – Slovacchia, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria – hanno ignorato l’Unione europea e non vogliono nemmeno sentire parlare del grano ucraino. La motivazione è che il grano ucraino fa precipitare il prezzo del loro grano e danneggia gli agricoltori di questi cinque Paesi. Sottotraccia c’è anche la presenza di contaminanti. Così il grano ucraino è finito negli altri Paesi dell’Unione, Italia in testa.

Siamo in guerra, no? E allora perché un Paese che vuole colpire un altro Paese non dovrebbe ricorrere a una massiccia dose di inseminazione delle nuvole per rovinargli i raccolti?

E’ a questo punto che è intervenuta la Russia di Putin. La Russia, per la cronaca, è il primo Paese al mondo per produzione di grano e se decide di fare crollare il prezzo del grano immette nel mercato internazionale grandi quantitativi di grano a prezzi bassi. Le industrie italiane hanno così fatto incetta di grano ucraino, di grano canadese e di grano russo. La mossa delle industrie guarda alla realtà: e la realtà è che quest’anno, in tante aree del mondo, incombe la siccità. C’è siccità in Europa, in Africa, in America e anche in Canada (ci sarebbe anche la siccità del Sudamerica dove il grano non è la coltura principale). Insomma, le industrie italiene hanno fatto grandi scorte di grano. Infatti, non si sa che cosa succederà da qui a Giugno-Luglio, tenendo conto che siamo in guerra e che, con il ricorso al cosiddetto cloud seeding, ovvero l’inseminazione delle nuvole oggi è possibile provocare alluvioni. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, a Dubai, dove il ricorso alle piogge artificiali è la prassi, hanno un po’ esagerato con il cloud seeding e hanno provocato una spaventosa alluvione (qui trovate un articolo con allegato un video con l’alluvione di Dubai). Perché un Paese che vuole colpire un altro Paese non dovrebbe ricorrere a una massiccia dose di inseminazione delle nuvole per rovinargli i raccolti? Non c’è bisogno di essere grandi esperti in agricoltura per sapere che una pioggia torrenziale di un paio di giorni quando inizia la mietitrebbiatura del grano renderebbe lo stesso grano inutilizzabile. La nostra non è fantascienza: piaccia o no, è la realtà che stiamo vivendo. In questo scenario Iddio solo sa che cosa potrebbe succedere in Europa, nelle grandi distese di grano degli Stati Uniti d’America, in Canada, in Australia, in India, in Russia e nella stessa Ucraina tra siccità e inseminazione delle nuvole…

Foto sopra tratta da MeteoWeb

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