La storia del nonno dell’autore dell’articolo, antifascista e anticomunista sfuggito a Roma ai tedeschi fingendosi prete con tanto di abito talare

di Andrea Piazza

25 Aprile: onorare per non calpestare, questo è l”unico senso logico di questa giornata

Quest’anno nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della festa di liberazione dal nazifascismo, noi tutti ci chiediamo come sarà il 25 Aprile 2025. È una giornata particolare, diversa da tutte gli altri anni, perché al contempo siamo in lutto nazionale per la recente dipartita di Papa Francesco. Ci accompagna il dubbio se i nostri autorevoli politici riusciranno a spegnere ( in siciliano ad astutare ) le polemiche che, ogni anno ci propinano come da copione in tutte le salse. Dalla semina dei giorni scorsi ” l’invito alla sobrietà ed il dibattito parlamentare adiuvato da una manifestazione di preludio nella serata di ieri ” sembrerebbe che, proprio oggi, non sarà una giornata ordinaria ma un’occasione per alimentare la contrapposizione tra le varie parti politiche, assolvendo la propria funzione esclusivamente per finalità sceniche. Nello status di lutto dovrebbe prevalere il buon senso, visto che da oggi per domani tutto il mondo rappresentativo sarà nella Caput Mundi. Ad iniziare dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, si uniranno tutti in formato ” we are the world ” nell’ultimo abbraccio a Papa Jorge Mario Bergoglio.

Oggi e domani a rischio di terrorismo internazionale

All’onore di rappresentare segue non da meno l’onere di tutelare la sicurezza, è il caso di dire, mondiale. È condivisibile, al di fuori di sterili e stranazzanti polemiche ” l’invito alla sobrietà ” diramato dal Ministro Nello Musumeci. Il genuino buon senso dovrebbe costituire la bussola, perché a differenza degli altri anni, oggi è anche un giorno non replicabile di lutto ” sovranazionale “. È chiaro a chicchessia che le giornate di oggi e domani sono a rilevantissimo rischio, in un contesto di guerra mondiale a pezzi. Tra oggi e domani, come se si trattasse dello straordinario allineamento di pianeti, sussisterebbero le condizioni ideali per scatenare l’apocalisse nella Eldorado, un’occasione ghiotta per il terrorismo internazionale… Se non ora quando? Ad iniziare dai nostri politici, si dovrebbe pensare al di là del proprio naso, perché le giornate di oggi e domani sono davvero complicate. Disgraziatamente, la nostra classe politica continua a ragionare seguendo lo schema dell’Italietta alla quale ci siamo abituati con decorrenza Maastricht 1992.

Rifugiati nel convento di Santa Giovanna Antida

Voglio dedicare questa giornata e condividerla con coloro che leggeranno l’articolo. Il destinatario di questa gionata particolare ( richiamando la più celebre rubrica di Aldo Cazzullo ) la dedico a mio nonno materno ” Salvatore Tamburello “, partigiano attivo che non si volle mai iscrivere all’A.N.P.I. perché oltre ad essere un antifascista era anche un anticomunista. Durante la guerra, nel 1943, entrò nella Resistenza a Roma, ed era un ricercato dalla GESTAPO, colpevole per avere contribuito a salvare la vita di tanti ebrei. In questo periodo, coincidente con l’occupazione di Roma, mia nonna ( Giovanna Romano ) e mia madre ( Giuseppina Tamburello ) erano rifugiate all’interno del convento di Santa Giovanna Antida, dove periodicamente si presentavano per controlli i soldati tedeschi, con modalità impertinente. Tali militari venivano richiamati all’ordine energicamente da suor Cecilia.

Pregare in latino per non destare sospetti

Uno dei suoi ricordi più cari, mio nonno lo portava con sé nel portafoglio ed era una foto che lo ritraeva in abito telare. Durante il periodo in clandestinità dormiva all’interno della Città del Vaticano e la conoscenza del tedesco, per avere vissuto e seguito gli studi romanistici per 3 anni all’Università di Monaco di Baviera., lo avevano agevolato a muoversi senza essere riconosciuto. Tra i tanti aneddoti da sedicente prete raccontava che, talvolta, era costretto dalle circostanze ad ascoltare la confessione dei fedeli o a pregare in latino per non destare sospetti. Alla fine della guerra restò a Roma e riprese il suo posto di alto Funzionario e successivamente divenne Dirigente generale del Ministero dei Trasporti e dell’Aviazione Civile. Ritornò a Palermo da anziano, per ricongiungersi alla vita familiare unitamente a mia madre, figlia unica e a quella santa donna di mia nonna. Entrambi i miei nonni erano ancora in vita nel 1990, quando fu strappato all’affetto familiare Emanuele, scomparso per sempre nel nulla come in un macabro gioco di magia. Onorare per non calpestare, questo è l”unico senso logico di questa giornata.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *