La siccità in Sicilia è stata solo una sceneggiata. Prezzi in salita per il vero olio d’oliva extra vergine siciliano e per le arance prodotte nella nostra Isola. Parla Mario Pagliaro

Una chiacchierata tra clima e prodotti agricoli siciliani di pregio e il continuo frazionamento del vortice polare che proietta a Sud continue avvezioni di aria gelida

Oggi, 10 Febbraio 2025, i monti della Sicilia sono sommersi dalla neve. La farsa della “siccità” è conclusa da mesi. Un litro d’olio d’oliva extra vergine italiano costa 10 euro e tornano a salire pure i prezzi del grano. Su questi ed altri temi, a un mese dalla nostra ultima chiacchierata, siamo tornati a sentire Mario Pagliaro, chimico del Cnr, esperto in climatologia e grande appassionato di agricoltura.

La prima domanda riguarda le piogge in Sicilia, ma non la farsa della “siccità” di cui delirano ormai solo i disinformati. Lei nel Novembre scorso ha prevsto che in Sicilia sarebbe piovuto moltissimo (“Le piogge da Agosto sono ingenti e non fanno che crescere approssimandosi all’Inverno“), come poi è avvenuto. Alla fine di Novembre gli uffici della Regione siciliana ipotizzavano invece precipitazioni sotto la media. Ma sono stti ementiti dai fatti. Da mesi la Sicilia vede tutte le vette innevate e piogge quasi quotidiane. Come faceva ad essere sicuro delle sue previsioni?

“Come il resto della piccola Europa, Sicilia e Italia sono sede di continue incursioni di aria artica in ingresso da Est e da Ovest che risalgono dai primi giorni di Agosto. Il mese di Agosto dello scorso anno è stato eccezionalmente piovoso. Lo sarebbero stati in tutta Italia via via tutti gli altri mesi, proprio a causa del susseguirsi di continue irruzioni di aria gelida di origine artica, che al contatto con l’aria tiepida dal Mediterraneo che circonda e protegge dal gelo l’Italia inevitabilmente diventano grandi piogge e grandi nevicate. Il fenomeno riguarda l’intero emisfero Nord, da molti mesi. Il Nord America registra ancora oggi e da mesi continue ed eccezionali ondate di gelo. Lo stesso accade in Giappone, Russia asiatica e Cina. L’origine è comune: il continuo frazionamento del vortice polare, che proietta a Sud continue avvezioni di aria gelida. Il 9 Febbraio tutti i grandi monti della Sicilia sono investiti da grandi nevicate. Le carte meteo indicano chiaramente enormi precipitazioni attese sulla Sicilia nei 9 giorni compresi da 10 e 18 Febbraio”.

Olio extra vergine di oliva. Un litro di vero olio extra vergine prodotto in Sicilia non costa meno di 10 euro. Molto di più fuori dalla Sicilia. Lei a fine Dicembre ci diceva come in Sicilia il prezzo fosse “ormai stabilmente oltre i 10 euro al litro, con gli oli più pregiati della costa meridionale della Sicilia che ormai vengono venduti quasi interamente fuori dalla nostra Isola a prezzi che si approssimano o superano i 20 euro al litro”. Negli stessi giorni, in molti siti si leggeva di un inesistente “calo generalizzato” dei prezzi. La domanda è la stessa come nel caso delle piogge: come faceva ad esserne sicuro?

“Perché la produzione di olio di oliva xtra vergine di pregio è letteralmente collassata, a fronte di una domanda europea e globale ormai enorme e in continua forte crescita anno dopo anno, dovuta alla consapevolezza ormai diffusa dei benefici per la salute dell’olio extravergine di oliva, e al suo gusto eccezionale che lo rende un ingrediente irrinunciabile per l’intero segmento dell’alta cucina. Il recupero di produzione della Spagna è e resterà largamente insufficiente a coprire la domanda di questi oli di alto pregio, fra cui eccelle quello siciliano degli ulivi coltivati lungo l’estesa costa meridionale della nostra Isola”.

Per mettere le cose in prospettiva: nel 2019 un litro di olio d’oliva extra ergine si acquistava a meno di 4 euro. Lo scorso Agosto il prezzo medio superava i 9 euro al litro (https://ilfattoalimentare.it/olio-extravergine-sempre-piu-caro-prezzi.html#). Cosa sta succedendo?

“Per motivi meteoclimatici sono crollate la produzione di olive della Spagna e della Tunisia. Quando sono state parzialmente recuperate, ormai il mercato si era differenziato. Gli oli più pregiati di Sicilia, Grecia e in parte della Puglia sono ormai trattati dagli acquirenti ‘in purezza’: non vogliono cioè che siano mescolati con altri oli extra vergine di oliva non altrettanto ricchi di polifenoli, clorofilla, vitamina E e altri nutrienti di alto pregio. Gli acquirenti li acquistano così a prezzi altissimi, che non di rado raggiungono sui mercati esteri i 20 euro al litro. Le capiterà ormai di trovare regolarmente bottiglie d’olio siciliano o pugliese da 250 ml, ovvero di un quarto di litro, vendute in certi negozi di Milano e di molti altri centri urbani del Nord Italia a 10 euro, ovvero a 40 euro al litro. E’ un trend che si è ormai consolidato e che non sarà più possibile invertire, proprio a causa dell’acquisita consapevolezza del mercato che si tratta di un prodotto senza eguali. Inutile credo aggiungere che si tratta di un’eccezionale opportunità di ricchezza per i produttori di olio siciliani”.

A patto che non si facciano scippare l’olio extra vergine d’oliva a un prezzo basso per poi andarlo a rivendere a un prezzo triplo o quadrulo.

“Ovviamente. Gli agricoltori siciliani che producono olio d’olova extra vergine debbono organizzarsi e fare fronte comune come avviene in Trentino con le mele”.

Ultimo argomento in attesa di risentirci a Marzo. Come va il mercato delle arance in Sicilia? Anche qui si registrano aumenti dei prezzi?

“Sì, e di molto. Al solito, il modo migliore di conoscere i prezzi è quello di chiederli a chi compra e non a chi vende. Gli importatori italiani per il ricco mercato tedesco riferiscono di prezzi in aumento fino a 0,30 euro/kg per tutte le varietà importate dalla Sicilia, rispetto all’anno scorso. Con la varietà Tarocco, la più apprezzata dai consumatori tedeschi e anche di gran lunga la più costosa, con un prezzo più elevato rispetto alle altre arance di 0,40 euro/kg. Si tratta di aumenti a due cifre decimali, la cui origine sta in parte nell’inflazione generalizzata e, in parte, in una differenziazione del mercato, che ormai riconosce alle arance provenienti dalla Sicilia particolari pregi nutrizionali e di gusto”.

Eppure a sentire le litanie degli agricoltori e di qualche mezzo d’informazione, quest’anno in Sicilia non si sarebbero dovute raccogliere arance a causa della fantomatica siccità

“Ma no. Si è appena conclusa a Berlino la grande fiera dell’ortofrutta europea. Il presidente del Consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia ha ribadito come la produzione sia stata garantita dall’irrigazione. Ha ricordato come lo scorso anno fatturarono oltre 40 milioni di euro: vedrà che quest’anno il fatturato crescerà ancora. E di molto. E stiamo parlando solo dell’arancia rossa, e non di quella bionda coltivata su estensioni ben maggiori dei 6.500 ettari dedicati all’arancia rossa di Sicilia. L’agricoltura in Sicilia era e resterà per molti decenni ancora la prima fonte di reddito e lavoro, e l’agrumicoltura è attesa da un enorme sviluppo che coinvolgerà anche la ricchissima industria agrumaria siciliana, quella cioè che produce i succhi, gli oli essenziali, e il ‘pastazzo’ usato per la produzione della pectina, e presto ben altro che la semplice pectina per l’industria alimentare”.

(Del prezzo del grano in salita ci occuperemo in un altro articolo).

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