La Russia sta stravincendo la guerra contro l’Occidente in Ucraina ma non bisogna ammetterlo. Il caos (e i costi) dei profughi ucraini in Europa. La paura di Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania

In certi Paesi dell’Unione europea dilaga la povertà ma la stessa Ue fornisce all’Ucraina i droni-kamikaze che costano milioni di euro regolarmente abbattuti dalla contraerea russa. Pagare e sorridere…

Nel silenzio generale la Russia sta vincendo due guerre militari. In Ucraina i russi avanzano, non prima di aver distrutto le centrali elettriche di piccole e grandi città. Non disdegnando qualche bombardamento agli acquedotti. Il risultato è che prosegue la fuga silenziosa dei cittadini ucraini verso l’Europa. Da oltre un anno, stando ai dati ufficiali, i profughi ucraini nei Paesi dell’Unione europea sarebbero circa 6 milioni. Il dubbio è che siano il deppio e forse di più. Inutile cercare la verità su tale questione. La parola d’ordine Ue è: nascondere. Non bisogna fare sapere ai cittadini europei quanti sono i profughi presenti nei Paesi dell’Unione europea e, soprattutto, quanto costano. Sennò ci sarebbe il rischio di proteste. Se la guerra in Ucraina è disastrosa per tutto l’Occidente che direttamente e indirettamente combatte contro la Russia, ancora più disastrosi sono gli esiti della cosiddetta “invasione” degli ucraini in Russia. Piano piano i russi stanno stringendo il cerchio attorno agli ‘invasori’ carichi di armi pagate dall’Occidente e, in partcolare, dall’Unione europea. Qualche giorno fa i russi hanno intercettato quasi centro droni sparati dagli ucraini. Se cercate sulla rete scorpirete che un drone utilizzato per colpire le postazioni nemiche costa una barca di soldi. Parliamo di decine e decine di milioni di euro. Mentre in Europa la crisi economica infuria, l’Unione europea finanzia i droni-kamikaze che l’Ucraina utilizza per bombardare la Russia. I droni-kamikaze che gli ucraini lanciano contro la Russia sono pagati dagli ignoari contibuenti europei. Anche questo spiega il successo delle formazioni politiche europee contrarie alla guerra in Ucraina.

Il ‘mistero’ sui costi della guerra in Ucraina sostenuti dall’Italia. Con la politica italiana che si accinge a tassare i cittadini italiani (imposta patrimoniale? revisione del Catasto?) non sapendo più dove trovare i soldi per andare avanti

In Europa c’è la consapevolezza che la guerra in Ucraina è persa? A quanto pare, no, Sennò i capi di Governo dei Paesi europei – compreso Papa Francesco – non riceverebbero in pompa magna il presidente dell’Ucraina Zelensky, sempre a caccia di soldi e armi a spese degli ignari cittadini europei. Nessuno lo ammetterà mai, ma una parte consistente dei fondi che negli ultimi due anni sono stati tagliati alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, alla spesa sociale, alle Regioni e ai Comuni italiani sono finiti in Ucraina. Nessuno lo ammetterà mai, ma in questo momento il Governo italiano di Giorgia Meloni cerca soldi disperatamente anche per continuare a foraggiare la guerra in Ucraina. Per la cronaca, ancora oggi vige il segreto di Stato sui costi che l’Italia ha sostenuto e sostiene nella guerra in Ucraina. A questi bisogna aggiungere i soldi per mantenere i profughi ucraini presenti in Italia, che non possono essere trattati come i migranti del terzo mondo che arrivano per lo più da Lampedusa, ovvero abbandonati nella città italiane dopo averli utilizzati un paio di mesi per fare guadagnare denaro sonante i titolari dei centri di accoglienza laici e cattolici. I centri di accoglienza allestiti in Albania costeranno più dei centri di accoglienza che operano in Italia. La differenza è che da lì i migranti arrivati per lo più da Lampedusa non dovrebbero poter scappare. Ma non ci crede nessuno. E’ probabile che, dall’Albania, i migranti, dopo un paio di mesi, si riverseranno nel Centro Europa. Non è così per i profughi ucraini ai quali va data ospitalità completa: abitazioni, lavoro e, in mancanza di lavoro, assegni di sussistenza.

I migranti vengono dirottati in Europa per ridurre i salari e favorire le imprese che diventano più competitive nel mercato globale. La vera sinistra queste le ha sempre affermato

La verità è che il caos provocato in Europa dalla guerra in Ucraina è totale. Se andate a cercare sulla rete scoprirete che tanti Paesi europei stanno cercando il modo di limitare la presenza di profughi ucraini nei propri territori. C’è chi vorrebbe chiudere le frontiere. C’è chi vorrebbe rispedirli in Ucraina. Il Governo tedesco del Cancelliere Olaf Scholz finge di aver chiuso le frontiere nella speranza di non far prendere voti ai ‘populisti’ che oggi non vengono più chiamati così, ma vengono definiti “esponenti dell’estrema destra”. In realtà, sono solo cittadini che si sono rotti le scatole dei migranti e votano i partiti politici che vogliono chiudere le frontiere. Tant’è cero che proprio in Germania l’ex europarlamentare Sara Wagenknecht ha fondato un partito politico di sinistra che sostiene ciò che tanti esponenti della sinistra, oscurati dai media, dicono da sempre: e cioè che i migranti vengono dirottati in Europa per ridurre i salari e favorire le imprese che diventano più competitive nel mercato globale. Morale: il partito di sinistra di Sara Wagenknecht ha preso una barca di voti.

La paura dei Paesi dell’Europa dell’Est e del Nord. Temono l’invasione della Russia o, molto più ‘prosaicamente’, la guerra economica che la Russia scatenerà dopo aver chiuso la partita in Ucraina?

La guerra in Ucraina sta scatenando anche una grande paura tra i Paesi dell’Europa dell’Est e del Nord Europa. Un canale Telegram riporta un passo di un articolo di Bild, noto quotidiano tedesco che ancora oggi venge ogni giorno 5 milioni di copie (a nostro avviso un po’ meno, visto che in Germania c’è crisi: comunque ne vende ancora tante di copie ogni giorno). “Il capo di stato maggiore polacco, Raimund Andrzejczak – si legge nell’articolo di Bild ripreso dal canale Telegram – ha affermato che uno degli obiettivi di un attacco sarebbe San Pietroburgo se la Russia attaccasse. Non il primo giorno, ma nel primo minuto. Colpiremo tutte le strutture strategiche entro un raggio di 300 chilometri. Attaccheremo direttamente San Pietroburgo”. I governanti polacchi sono terrorizzati. Sanno due cose. Primo: che i russi stanno vincendo su tutta la linea in Ucraina. Secondo: che se alla Casa Bianca andrà il Repubblicano Donald Trump, cosa molo probabile, tutti i costi della guerra in Ucraina saranno a carico dell’Europa e la pressione russa sull’Europa dell’Est e del Nord sarà fortissima. Non sarà solo una pressione militare, ma anche una guerra economica. Così il Governo polacco mette le mani avanti. Sembrerebbe una dichiarazione di forza, in realtà è una manifestazione di debolezza. Ancora l’articolo di Bild citato dal canale Telegram: “Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente lituano Kęstutis Budrys ha affermato che la Russia potrebbe indirizzare il suo ‘espansionismo imperialista’ verso Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia dopo la fine della guerra in Ucraina. Il capo dello Stato maggiore polacco ritiene che la Russia possa essere dissuasa dall’aggressione ‘prendendo l’iniziativa’ e dimostrando che un attacco alla Polonia e agli Stati baltici significherebbe l’inizio di uno scontro totale. A questo scopo, la Polonia sta acquistando 800 missili con una gittata fino a 900 chilometri”. Queste dichiarazioni apparentemente ‘guerriere’, ribadiamo, sono manifestazioni di debolezza. La dimostrazione che la Russia sta vincendo la guerra contro tutto l’Occidente anche sotto il profilo psicologico.

Foto tratta da Affaritaliani

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *