La Russia ha ‘sfilato’ alla Francia il mercato del grano dell’Algeria. Raccontiamo perché il prezzo del grano in Europa potrebbe crollare a prezzi più bassi dei già irrisori prezzi attuali

Dilettanti allo sbaraglio/ In un mondo in guerra ormai permanente la Francia di Macron è riuscita a perdere il mercato del grano algerino a favore della Russia che ha piazzato solo in questo Paese del Nord Africa 3 milioni di tonnellate di grano

Nel Nord Africa non mancano i punti di vista non convergenti tra alcuni Paesi. E’ il caso dell’Algeria e del Marocco, che vanno diventando realtà sempre più importanti e autonome. Algeria e Marocco, per citare un esempio, si contendono la sovranità sul Sahara occidentale. Non è una questione di poco conto. Sono sempre territori e un giorno potrebbero diventare importanti per la produzione di energia solare. I dissapori tra i Paesi del Nord Africa potrebbero aiutare la Francia che, lentamente, sta perdendo il controllo delle sue colonie in Africa. Invece le cose vanno male per il Paese di Emmanuel Macron, che nella diatriba tra Algeria e Marocco, come racconta un post di un canale Telegram, si è schierato con quest’ultimo. Al Governo algerino la mossa del presidente francese non è andata giù. Così l’Algeria ha deciso di interrompere gli acquisti di grano duro e grano tenero dalla Francia e di rivolgersi alla Russia. Il danno per la Francia è notevole, perché l’Algeria, nel silenzio generale, ha importato dalla Russia circa 3 milioni di tonnellate di grano duro e tenero. Una ‘botta’ terribile per i produttori di grano francesi.

Ora che farà la Francia con tutto il grano che non è riuscita a vendere agli algerini?

La mossa dell’Algeria avrà effetti pesanti non soltanto sul prezzo del grano francese ma, con molta probabilità, anche sul prezzo del grano in Europa. Già l’Unione europea importa tanto grano tenero e duro dal Canada, dall’Ucraina e anche dalla Russia. Ora che la Russia ha di fatto conquistato il mercato del grano dell’Algeria, un Paese di 35 milioni di abitanti, il grano francese rimarrà in Francia, cioè in Europa. Non sappiamo se la Francia lo stoccherà provando a rivenderlo quando il prezzo aumenterà, se aumenterà. O se lo immetterà nel mercato europeo: in questo secondo caso il prezzo del grano in Europa andrà giù, creando altri guai ai produttori di grano europei. Quello che possiamo affermare è che oggi il prezzo del grano è basso: il grano tenero non arriva a 20 euro al quintale e il grano duro pugliese se arriva a 32 euro al quintale è già un miracolo. Mentre in Sicilia la quotazione ufficiale è pari a 28-29 euro al quintale ma in realtà il prezzo non va oltre i 26 euro al quintale. Sono prezzi bassi rispetto ai costi di produzione. Tant’è vero che in Sicilia e in altre Regioni del Sud ci sono agricoltori che non hanno seminato il grano duro e altri agricoltori che stanno affittando o vendendo i terreni a seminativo ai ‘Signori del fotovoltaico’.

Piaccia o no, ma il destino degli agricoltori europei che producono grano è nelle mani della Russia di Putin

Lo scenario del grano duro nel Sud Italia e in Sicilia è in evoluzione. Quanto al grano tenero che si coltiva nel Nord Italia, tra inondazioni provocate da un clima inclemente e ‘alluvioni’ di grano tenero Manitoba dal Canada, questa coltura è in netta riduzione. E, se proprio la vogliamo dire tutta, dobbiamo ringraziare la Russia di Putin, primo Paese al mondo nella produzione di grano. Se la Russia dovesse decidere di immettere sul mercato mondiale il grano che tiene stoccato nei magazzini, ebbene, il prezzo del grano mondiale crollerebbe nel giro che pochi giorni. Nessuno l’ammetterà mai, ma i russi, oggi, sono nelle condizioni di far crollare il prezzo del grano tenero a 10 euro al quintale e il prezzo del grano duro a 15 euro al quintale scatenando un putiferio tra i produttori di grano di tutta l’Unione europea. Ci guadagnerebbero le industrie: e infatti le industrie italiane stanno guadagnando acquistando a prezzi bassi grano estero a tempesta, tenero e duro, in barba agli ignari cittadini italiani che pensano di portare in tavola derivati del grano prodotti con “solo grano italiano”, come ‘strillano’ le tragicomiche pubblicità della televisione. La realtà è che gli agricoltori europei che producono grano tenero e grano duro, se la Russia deciderà di immettere nel mercato mondiale il proprio grano a ruota libera, fallirebbero uno dietro l’altro, lasciando l’Unione europea priva di sovranità in materia di grano. Fantapolitica agraria? Nemmeno per sogno. Come abbiamo raccontato ieri nell’articolo sulla Moldavia, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che la guerra in Ucraina durerà per tutto il 2025 e, forse, anche per i primi sei mesi del 2026. E durerà per volere dell’Unione europea, perché con la probabile elezione di Donald Trump alla Casa Bianca gli americani si chiamerano fuori dalla guerra in Ucraina. Il proseguimento della guerra in Ucraina portavo avanti dagli ‘scienziati’ dell’Unione europea non piacerà alla Russia di Putin che potrebbe scatenare la ‘guerra del grano’.

Sopra, foto tratta da Wikipedia

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