La rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea sarebbe una sconfitta degli USA e una vittoria di Cina e Russia. Indecifrabile la rielezione di Roberta Metzola

Quest’ultima è stata riconfermala alla presidenza del Parlamento europeo

E’ tutta da decifrare la rielezione di Roberta Metzola alla presidenza del Parlamento europeo (nella foto sopra a sinistra, mentre a destra c’è Ursula von der Leyen: foto tratta da Il Fatto Quotidiano). Si tratta di una rielezione. Maltese, 45 anni, la Metzola è un esponente del PPE, il Partito Popolare Europeo. E’ stata riconfermatra con 562 voti su 705. La sua rielezione è stata sostenuta dai Popolari, dai Socialisti e dai Liberali. Rimarrà in carica due anni e mezzo. Perché scriviamo che la sua rielezione è tutta da decifrare? Perché domani il Parlamento di Strasburgo dovrebbe eleggere il presidente della Commissione europea. Com’è noto, il Consiglio europeo ha designato la presidente uscente, Ursula von der Leyen, altra esponente del PPE. E qui nascono i dubbi. Che non sono legati, tanto, al fatto che i Popolari oltre alla presidenza del Parlamento, mettano all’incasso anche la presidenza della Commissione. E nemmeno al fatto che, nonostante l’avanzata delle destre, nell’Unione europea stiano riproponendo i protagonisti della passata, fallimentare legislatura. I nostri dubbi sono legati all’atteggiamento che terrà l’America di Joe Biden verso Ursula von der Leyen. Durante la stagione dei grandi affari del Covid, gli interessi degli USA e del sistema di potere tedesco della von der Leyen coincidevano. In quel momento bisognafa fare soldi con i ‘presunti’ vaccini anti-Covid. E così è stato. Ma oggi lo scenario è mutato. Proviamo a illustrare il perché.

La ‘Grande vecchia’ della politica europea

Partiamo da Ursula von der Leyen che, lo ricordiamo, è la diretta promanazione politica dell’ex Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che oggi è la ‘Grande vecchia’ della politica Ue. Gli americani, in questo caso i Democratici americani, sanno benissimo che la Germania della Merkel è legata alla Cina e alla Russia. Ma i Democratici americani, ormai da quasi un ventennio, insieme con la maggioranza della sinistre occidentali (o presunte tali) sono anche il riferimento politico del potere liberista e globalista e, quindi, delle multinazionali. Negli anni della pandemia bisognava fare affari con i ‘mirabilanti’ vaccini contro il Covid e le multinazionali. Così, per ‘chiudere le operazioni’ affaristiche in Europa, i Democratici americani e le multinazionali farmaceutiche non potevano fare a meno di trattare con la Commissione europea di Ursula von der Leyen. Gli affari a nove zeri tra multinazionali farmaceutiche e Unione europea sono andati in porto con la ‘benedizione’ dei Democratici americani. Ma quando, per bloccare l’azione del BRICS, che puntava a varare nell’Autunno del 2022 una moneta unica agganciata all’oro e alternativa al dollaro americano, gli Stati Uniti hanno creato le condizioni per fare esplodere la guerra in Ucraina, la ‘pace’ tra USA e Ue ‘germanizzata’ è andata a farsi benedire. Gli americani, a fine Settembre 2022, poco meno di sette mesi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno sabotato i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 realizzati da tedeschi e russi per portare il gas della Federazione Russa in Germania (qui un articolo). Gli USA sanno benissimo che i rapporti tra Germania da una parte e Russia Cina dall’altra parte non sono mai stati interrotti. Così come sanno che l’ex Cancelliere tedesco, il socialdemocratico Gerhard Schröder, ricopre un ruolo importante nel gruppo Gazprom, la multinazionale della Federazione Russa che opera nel settore gas. Un incarico che gli è stato rinnovato ad inizio di Febbraio del 2022, un paio di settimane prima dello scoppio della guerra in Ucraina.

L’incognita dei Dem americani ormai nel pallone

Cosa stiamo cercando di dire? Semplicissimo: che la Germania è a capo della ‘quinta colonna’ in Europa e nell’Occidente per favorire Cina e Russia. I tedeschi fingono di appoggiare l’Ucraina nella guerra contro la Russia ma, di fatto, tengono sempre i rapporti con russi e cinesi. Non a caso i tedeschi hanno cercato di bloccare i dazi doganali europei contro le auto elettriche cinesi. La rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea sarebbe un colpo durissimo per gli Stati Uniti d’America, perché darebbe forza a quella parte dell’Europa che è legata a Russia e Cina. Il problema è che, in questo momento, in America regna la confusione. Chi avrebbe dovuto uccidere Donald Trump ha fallito. E i Democratici sono ormai nel pallone, perché hanno capito di aver perso matematicamente le elezioni presidenziali dove trionferà Trump. I Dem americani sono ancora in grado di difendere il proprio Paese? O subiranno i tedeschi sulla plancia di comando della Ue, ovvero gli alleati di Russia e Cina dai tempi della Merkel, magari per mettere in difficoltà la futura amministrazione Trump? Il vero snodo politico è questo. Il Governo italiano di Giorgia Meloni si è schierato senza esitazioni con gli Stati Uniti: e questo nonostante la Meloni non sia in sintonia con gli ultra-liberisti e globalisti rappresentati da Biden. Ma tra America da una parte e Russia e Cina dall’altra parte il Governo Meloni si è schierato con gli Stati Uniti senza se e senza ma. E sta pagando un prezzo politico ed economico elevato, se è vero che la Cina ha dirottato in Turchia gli investimentiche dovevano essere effettuati in Italia. Il riferimento è al gruppo cinese BYD, che avrebbe dovuto investire in Italia 1 miliardo di dollari per produrre auto elettriche. E’ in questo scenario che si inserisce, domani, il voto del Parlamento europeo per eleggere il presidente della Commissione. L’elezione di ieri della Metzola alla presidenza del Parlamento europeo è funzionale alla rielezione della Merkel? Domani ne sapremo di più.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *