La richiesta di condanna di Salvini a sei anni per la vicenda Open Arms mentre Germania, Olanda e altri Paesi europei chiudono i confini per bloccare i migranti renderà il Ministro una ‘vittima’

Già cinque anni fa c’erano Paesi europei che, senza clamore, bloccavano i migranti. Oggi mezza Europa chiude addirittura i propri confini in barba alle leggi europee sulla libera circolazione delle persone e al globalismo occidentale che ha imposto l’arrivo senza regole dei migranti per ridurre il costo del lavoro in favore delle imprese

Un fatto è certo: in Italia aumentano gli scontri politici e i conflitti sociali. La Giustizia è forse il luogo dove le divisioni si accentuano. Nelle ultime ore a infiammare ulteriormente il dibattito politico – già rovente per via della riforma della Giustizia voltuta dal Governo di Giorgia Meloni che alla Magistratura non va proprio giù – è la richiesta del Pubblico ministero di Palermo, che vorrebbe appioppare sei anni di galera all’attuale Ministro in carica, Matteo Salvini, leader della Lega. La vicenda è quella della nave Open Arms. L’accusa è sequestro di persona. La storia è nota: cinque anni fa, da Ministro del primo Governo di Giuseppe Conte – Governo giallo-verde, composto da grillini e leghisti – il Ministro Salvini ha provato a non fare sbarcare i migranti. A parte la stranezza di un Presidente del Consiglio, che pure aveva i poteri per bloccare il Ministro Salvini, non sfugge agli osservatori attenti che quello che sta succedendo in queste ore in Europa non è molto dissimile di quanto ha provato a fare cinque anni fa un Ministro del primo Governo Conte. Anzi, per certi versi, quello che sta avvenendo oggi è molto più grave. La Germania, che ha già operato restrizioni per impedire l’accesso di migranti, sta chiudendo i propri confini. La tesi ufficiale è che il Cancelliere tedesco, il Socialdemocratico Olaf Scholz, stia provando a frenare l’avanzata delle destre nel proprio Paese. In effetti, oltre a bloccare i migranti che, dall’Italia, attraverso l’Austria, cercano di entrare in Germania, Scholz teme che la Germania, nelle prossime settimane, venga invasa da profughi ucraini – che potrebbero essere due, tre, cinque dieci milioni di persone – in fuga dal loro Paese dove i russi hanno distrutto le centrali elettriche di piccole e grandi città. La Germania di Scholz teme anche che la Turchia – che ormai è alleata di Cina e Russia, pur facendo ancora parte della NATO – lasci passare i quattro-cinque milioni di profughi che da cinque-sei anni tiene prigionieri ai propri confini: migranti che si riverserebbero in massima parte proprio in Germania. Idem per i milioni di profughi tenuti progionieri dalla Bielorussia, altro Paese alleato di Russia e Cina.

Persino la Svezia ha iniziato le politiche di restrizioni verso i migranti

La Germania non è il solo Paese dell’Unione europea che sta bloccando i propri confini per impedire l’accesso di migranti. L’attuale Governo dell’Olanda, Paese tradizionalmente alleato della Germania, ha detto che non applicherà più le leggi Ue in materia di migranti. C’è, ovviamente, una richiesta formale in tal senso ai vertici dell’Unione europea da parte dell’esecutivo olandese. Ma i governanti dell’Olanda hanno fatto capire a chiare lettere che non applicheranno più le leggi europee in materia di immigrazione anche se i vertici Ue dovrebbero opporsi. Opposizione della Ue molto improbabile, perché se la Germania – che ancora oggi controlla l’Unione europea, nonostante la crisi economica di questo Paese – chiude i propri confini, all’Olanda non potrà certo essere impedito di bloccare, a propria volta, i propri confini. Anche la Svezia – Paese noto per le aperture verso i migranti – ha iniziato non soltanto ad attuare restrizioni per i migranti che cercano di entrare in questo Paese, ma offre addirittura 30 mila euro ad ogni straniero presente in Svezia che decide di andare via. Abbiamo citato tre casi emblematici di questi giorni, Germania, Olanda e Svezia. Ma dobbiamo ricordare che, per i migranti, da Gibilterra è impossibile arrivare in Spagna; per non parlare della Grecia, dove i migranti che arrivano con le imbarcazioni vengono respinti dai militari greci. O del Regno Unito che, di fatto, ha cancellato il diritto di asilo. O degli Stati Uniti, dove la storia sta dando ragione a Donald Trump che, da presidente USA, ha iniziato a costruire il muro in Texas, non per impedire l’accesso ai migranti in generale ma per impedire l’arrivo negli Stati Uniti della droga proveniente dai ‘cartelli’. Oggi questo è un dato di fatto.

L’Europa sta cambiando radicalmente l’approccio verso i migranti

Chi ha un po’ di memoria ricorderà che negli anni passati Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria – che avevano dato vita al gruppo dei Paesi di Visegrad – si rifiutavano di fare entrare migranti, tra le critiche dell’Unione europea. Quando, nel 2015, Germania, Austria e Olanda hanno iniziato ad attuare politiche restrittive verso i migranti sono immediatamente scomparse le critiche ai Paesi del gruppo di Visegred. Le restrizioni ai migranti sono saltate un anno dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, quando milioni di profughi ucraini hanno invaso l’Europa. I dati ufficiali raccontano che nell’Unione europea sarebbero presenti circa 6 milioni di profughi ucraini; le voci sulla rete dicono che i profughi ucraini presenti nei Paesi Ue sarebbero da 12 a 18 milioni. I Paesi dove si conterebbe la maggior parte di profughi ucraini sono Germania e Polonia. Per la cronaca, la Germania è il Paese europeo con il maggior numero di migranti: i dati ufficiali raccontano che in questo Paese sarebbero presenti 7,5 milioni di migranti ma con l’arrivo dei profughi ucraini potrebbero essere molti di più. Al secondo posto c’è il Regno Unito con 5,4 milioni di migranti (anche questo dato non tiene conto dei profughi ucraini). Al terzo posto c’è l’Italia con 5 milioni di migranti, dato sottostimato perché non tiene conto dei tantissimi profughi ucraini arrivati nel nostro Paese dal 2023 ad oggi. Al quarto posto c’è la Spagna, con 4,5 milioni di migranti (anche in questo caso il dato non tiene conto dei profughi ucraini). Al quinto posto c’è la Francia con 4,4 milioni di migranti (anche in questo caso il dato va preso con le pinze). Fino a due anni fa i tre quarti di migranti presenti in Europa si dividevano tra Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Francia. Oggi lo scenario è cambiato. Il sistema ultra-liberista e globalista in crisi non riesce più a imporre la libera circolazione dei migranti. Mentre la guerra in Ucraina ha dato a mezza Europa un motivo in più per bloccare i propri confini. Una scelta che sembra essere stata adottata per fronteggiare l’arrivo di una nuova, grande ondata di profughi provenienti dall’Ucraina.

In un momento storico difficilissimo l’Unione europea continua ad essere nelle mani di governanti ottusi che non hanno nemmeno capito quanto sia importante la sovranità alimentare con le ‘guerre climatiche’ in corso

Solo l’Italia sembra vivere in un mondo a parte. La Chiesa cattolica – che con l’avvento di Papa Francesco abbraccia e mescola globalismo e ultra-liberismo economico e finanziario e gli aspetti radicali del Concilio Vaticano II – predica accoglienza senza limiti, così come i liberisti pensano alle esportazioni infinite di merci. Ma il mondo, contrariamente a quanto pensano Papa Francesco e i suoi ‘esegeti’ e contrariamente a quantro pensano gli ultra-liberisti e i globalisti, non è infinito ma finito. Così come, complice la guerra in Ucraina, ultra-liberismo e globalismo sono finiti in un binario morto, anche la Chiesa di Papa Francesco è in crisi di credibilità. Il filosofo marxista Diego Fusaro dice che con Papa Bergoglio è iniziata “l’evaporazione del Cristianesimo”. E i fatti oggettivi, che sono sotto gli occhi di tutti, gli danno ragione. Basti pensare al crollo del Cristianesimo nel mondo e, in particolare, in Sudamerica (qui un articolo). Che la strada ‘globalista’ intrapresa dal suo pontificato sia sbagliata lo ha capito benissimo lo stesso attuale Papa. Se a Trump che nel 2016 stava facendo costruire il muro per bloccare i migranti in arrivo dal Messico aveva detto che “bisogna costruire ponti e non muri” (qui un articolo), oggi il Pontefice, davanti a mezza Europa che chiude i propri confini, tace. Piaccia o no, va detto che la forza degli avvenimenti sta spostando gli equilibri politici verso partiti e idee fortemente contrarie al globalismo. Una globalizzazione dell’economia che, peraltro, ha fatto prevalere forze criminali che hanno minato dalle basi la vita democratica di tanti Paesi: basti pensare che l’Europa di oggi è totalmente priva di sovranità alimentare mentre un’ottusa Unione europea continua impeterrita a emenare leggi e direttive per sbaraccare l’agricoltura mediterranea in favore dei pannelli fotovoltaici. La verità è che ultra-liberismo, globalismo e multinazionali non hanno solo aumentato le diseguaglianze ma hanno instupidito il cosiddetto Occidente industrializzato che oggi è in caduta libera. Il tutto in un mondo dove imperversano i cambiamenti climatici in parte naturali, in parte governati da Paesi che ormai controllano il clima e usano siccità e alluvioni per farsi la guerra tra di loro. In un’Europa che sta cominciando a capire di essere ‘schiacciata’ dalla guerra in Ucraina voluta dagli americani e ‘accerchiata’ dai migranti che arrivano da Est e dall’Africa, condannare un Ministro italiano che cinque anni fa ha cercato di bloccare l’arrivo di migranti può essere rischioso, perché si finirebbe per far passare il leader della Lega Salvini per un ‘eroe’.

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