La Regione recluta medici di altri Paesi. Laureati e specializzati dove? Perché non pagare di più i medici di Pronto soccorso della Sicilia invece di ricorrere a medici esteri? Le parole di Carlo Calenda

Carlo Calenda: “Aumentare la capacità di formazione e pagare meglio infermieri e medici è ciò che dovremmo fare. Ma preferiamo sempre la strada del populismo. È la nostra condanna”

Siamo rimasti colpiti da un post di Carlo Calenda, leader di Azione (foto sotto), in materia di crisi della sanità pubblica italiana e carenza di medici e di infermieri. Scrive Calenda: “Tra i tanti luoghi comuni sbagliati sull’Italia c’è quello sul basso numero di laureati in Medicina e di infermieri diplomati (in realtà oggi gli infermieri sono laureati ndr). La realtà è che siamo ai primi posti nel mondo in rapporto alla popolazione. Il problema è che a causa dei salari molto più bassi rispetto agli altri ne abbiamo persi quasi 200.000 in vent’anni. La fuga dei cervelli ha colpito a morte la sanità. Quando un Paese perde i medici, dopo aver erogato un’istruzione che vale duecentomila euro, vuol dire che è al fondo del barile. Ingegneri, medici, ricercatori, fisici, matematici, biologi. Siamo davanti al più grande fenomeno di depauperamento della ricchezza nazionale mai avvenuto nella nostra storia. Le ricadute sono incalcolabili. Le economie avanzate e il benessere sociale crescono per effetto del capitale intellettuale e creativo. Noi lo abbiamo in gran parte perduto mentre parlavamo d’altro. E continuiamo a parlare d’altro. Ad esempio parliamo di rimuovere il numero chiuso a Medicina. Un provvedimento che farebbe esplodere le Università senza risolvere il problema. Aumentare la capacità di formazione e pagare meglio infermieri e medici è ciò che dovremmo fare. Ma preferiamo sempre la strada del populismo. È la nostra condanna”.

Il comunicato della Regione siciliana sull’arrivo di medici stranieri

A parte la questione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina – questione che non è solo economica ma anche democratica – non possiamo che sottoscrivere l’analisi di Carlo Calenda. Ci lascia perplessi, molto perplessi, un comunicato della presidenza della Regione siciliana sul reclutamento di nuovi medici stranieri. Leggiamo il comunicato: “Sono cento i medici stranieri reclutati ed immessi in servizio o in fase di immissione, da parte della Regione in seguito all’avviso aperto, emanato dal dipartimento di Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, per sopperire alle carenze di personale del sistema sanitario siciliano. Il fabbisogno rilevato dalle Aziende è di 1.494 unità”. Quindi, se abbiamo ben capito, la Regione siciliana vorrebbe reclutare quasi mille e 500 medici stranieri per sopperire alle carenze di medici nella sanità pubblica della nostra Isola? Ancora il comunicato della Regione siciliana: “Aver già raggiunto in pochi mesi la quota di cento professionisti provenienti da Paesi extraeuropei che hanno risposto alla nostra chiamata è sicuramente un ottimo risultato – dice il presidente della Regione, Renato Schifani –. Si tratta di personale con ottime professionalità ed elevate competenze specialistiche. I medici vengono contrattualizzati e immessi in servizio dalle Aziende sanitarie e ospedaliere alle quali vengono destinati e sono inseriti prevalentemente nei Pronto soccorso, dopo una formazione linguistica e con il supporto logistico dei Sindaci dei Comuni dove si trovano le strutture nelle quali operano. Tutta l’attività di reclutamento è seguita dal dipartimento di Pianificazione strategica che in questi giorni valuterà altre candidature. Il mio Governo sta facendo il possibile per mitigare il problema della carenza dei medici, in attesa dell’entrata in vigore della norma regionale che prevede un’indennità transitoria ai medici da destinare agli ospedali di frontiera e di soluzioni strutturali come l’aumento del numero di accessi ai corsi di laurea in Medicina”. Nel comunicato si legge ancora che “Le discipline indicate nell’avviso sono cardiologia, chirurgia, gastroenterologia, ginecologia, medicina di emergenza, medicina interna, ortopedia, pediatria, anestesia, psichiatria, urologia e neurologia. Finora sono stati reclutati 64 medici e risultano già fissati per i primi giorni di Aprile i colloqui per ulteriori 36 i cui curriculum sono stati ritenuti idonei. Le richieste sono inserite secondo l’ordine cronologico di arrivo e valutate con cadenza almeno quindicinale da un’apposita commissione formata da capi dipartimenti di diverse Aziende”.

I corsi di specializzazione

Proviamo ora ad illustrare le nostre perplessità. Intanto cominciamo col sottolineare che, in questi giorni, è venuta fuori una storia di un’università-fantasma: e questo è già un problema. Il presidente Schifani dice che il Governo che presiede ha reclutato personale medico “con ottime professionalità ed elevate competenze specialistiche”. Come sono stati valutati questi medici? Ogni medico si è limitato ad esibire il proprio curriculum o ci sono state altre certificazioni? E di che tipo? E’ vero che in Sicilia sono arrivati medici stranieri che hanno seguito corsi di specializzazione durati tre anni? Non si tratterebbe di una cosa di poco conto, perché in Italia i corsi di specializzazione in Medicina durano o quattro anni o cinque anni. L’eventuale inserimento nel sistema sanitario regionale siciliano medici con tre anni di specializzazione creerebbe disparità. Ancora: ci sono notizie precise sugli anni di specializzazione e su dove tali medici stranieri si sarebbero specializzati, con la relativa documentazione allegata? Nei Paesi da dove provengono questi medici stranieri ci sono Policlinici? E’ vero che ai medici stranieri viene anche pagato l’affitto degli appartamenti? Quanto costa al servizio sanitario regionale siciliano un medico straniero? Il costo è uguale al costo di un medico siciliano? E’ un costo minore? E’ un costo maggiore? I sindacati dei medici dovrebbero chiarire questi punti ai cittadini. Attenzione: le nostre sono domande e tutto è al condizionale.

Invece di cercare medici nei Paesi esteri, con riferimento ai Pronto soccorso siciliani, non sarebbe più semplice pagare di più i medici di Pronto soccorso?

Dice Calenda: “Aumentare la capacità di formazione e pagare meglio infermieri e medici è ciò che dovremmo fare. Ma preferiamo sempre la strada del populismo. È la nostra condanna”. Oggi, in Sicilia, la retribuzione netta di un dirigente medico di Pronto soccorso è pari a circa 2 mila e 800 euro al mese. Non ci sembra una grande retribuzione, soprattutto per le responsabilità che sono in capo a un medico di Pronto soccorso. Invece di cercare medici nei Paesi esteri, con riferimento ai Pronto soccorso siciliani, non sarebbe più semplice pagare di più i medici di Pronto soccorso? Con una retribuzione così bassa non è facile trovare medici siciliani disposti a lavorare nei Pronto soccorso. Con retribuzioni maggiori cambierebbe tutto. Da quello che capiamo, i soldi per i medici provenienti dall’estero sono stati trovati subito. E’ così anche per altri pagamenti? E’ vero che il Servizio sanitario regionale siciliano non ha ancora pagato le prestazioni aggiuntive di medici e infermieri del 2023? Ci dicono – ma noi non ci possiamo credere – che le prestazioni aggiuntive vengono pagate 60 euro lordi ai medici e 30 euro lordi agli infermieri. Non sono basse anche queste retribuzioini?

Aspettiamo notizie dettagliate sul costo dei medici provenienti dai Paesi esteri

Detto questo, siamo certi che leggeremo presto un comunicato della Regione siciliana che illustrerà ai cittadini quanto costa in un anno al Servizio pubblico regionale siciliano un medico pubblico laureato in Italia e quanto costa in un anno – sempre al Servizio pubblico regionale siciliano – un medico che arriva dall’estero. Ci raccomandiamo, presidente Schifani: facciamo in modo che queste informazioni non facciano la fine dei risultati delle analisi sul grano estero arrivato quasi un mese fa in Sicilia…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *