La quiete dopo la tempesta contro l’amico Totò Cuffaro bersaglio del pregiudizio imperante che anima la coscienza di molti ‘moralisti con la coda di ricambio’

di Andrea Piazza

In occasione delle elezioni europee va in scena una campagna d’armi e di intolleranza sociale

Negli ultimi mesi preparatori alla volata finale per il rinnovo del Parlamento europeo abbiamo assistito al moto rivoluzionario e rifondativo della politica nazionale ( da sinistra a destra passando per il centro ) di tutti contro Totò Cuffaro Segretario della Democrazia Cristiana Nuova. Non ho alcuna intenzione di stilare un elenco nominativo di con animo dei “ bravi manzoniani “, i quali anche se appartenenti a ceti politici eterogenei, agli occhi di amici e simpatizzanti di Toto’ Cuffaro si sono manifestati in povertà d’animo. L’offesa diretta e personale è stata l’unica merce di scambio, senza che mai i suddetti moralizzatori urbi et orbi abbiano sentito la necessità di entrare nel merito dei temi di confronto e/o all’idea di quale Unione europea vorrebbero dopo il primo ventennio del ventunesimo secolo. In un precedente articolo successivo alla trasmissione “ Piazza Pulita sulla della 7 “ ho criticato il taglio redazionale finalizzato a squalificare l’uomo Totò Cuffaro, offrendolo in pasto “ non frugale “ alla rete televisiva nazionale, dando il là alla campagna d’armi e di intolleranza sociale.

Rammento che tutti gli operatori di diritto sono consapevoli che la verità processuale non sempre è rispondente alla verità reale

Sul piano prettamente retorico andare contro Totò Cuffaro, ovverosia puntare l’indice perché la sua condanna per “ favoreggiamento aggravato del medico Giuseppe Guttadauro come appartenete a cosa nostra “ è a dir poco gioco facile. A titolo personale, anche per agevolare la riflessione, sento la necessità di dire anche la mia in merito. Premetto che sono un familiare di vittima di mafia, la buonanima era anche un amico di Totò Cuffaro e le mie considerazioni in merito risentono anche del mio vissuto professionale avendo esercitato la professione di avvocato per 25 anni. Rammento che tutti gli operatori di diritto sono consapevoli che la verità processuale non sempre è rispondente alla verità reale. In più nell’ipotesi di rilevanza mediatica può inconsapevolmente condizionare la capacità di analisi ed il libero apprezzamento del giudice terzo. Proprio in merito al processo definitosi in sede di legittimità nei confronti dell’imputato Totò Cuffaro, in pochi sanno e/o ricordano che la Procura Generale della Cassazione ( la pubblica accusa con cognizione massima rispetto ai precedenti gradi di giudizio di merito ) per mezzo del Sostituto Procuratore Generale Giovanni Galati, in ordine alla circostanza aggravante ( ed infamante ), aveva chiesto l’assoluzione per assenza dei presupposti incriminati. Sappiamo tutti com’è finita, la Suprema Corte di Cassazione presieduta da Antonio Esposito disattendendo la richiesta di riforma espressa in requisitoria dalla Procura Generale confermò la sentenza della Corte di Appello di Palermo, aprendo le porte della casa circondariale.

I valori come l’amicizia non sono negoziabili e secondo il mio modo di pensare dovrebbero essere l’occasione per guardare oltre

La decisione di sostenere l’attività politica dell’amico Totò Cuffaro, riabilitato a pieno titolo ( elettorato attivo e passivo ) ha avuto anche per il sottoscritto un costo personale. Non appena ho aderito ufficialmente al partito politico della Democrazia Cristina sono stato invitato a dimettermi da segretario dell’Associazione Memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia che in precedenza avevo costituito e condotto unitamente all’amico Carmine Mancuso e pochi altri associati. E’ stato un riflesso del pregiudizio imperante che anima la coscienza di molti, che rifarei perché i valori come l’amicizia non sono negoziabili e secondo il mio modo di pensare dovrebbero essere l’occasione per guardare oltre, mentre in concreto e nell’era moderna le incertezze sociali restano tutte sul campo, portandomi ad associarle in senso lato ad un famoso romanzo che portò ad un film magistralmente interpretato da Gregory Peck ( sul pregiudizio raziale ) dal titolo Il buio oltre la siepe.

L’Industria dell’Antimafia imperniata sull’elargizione di un fiume di denaro pubblico

In qualità di Responsabile Legalità e Antimafia della Democrazia Cristiana, ho avuto dall’amico Totò Cuffaro mano libera ed ho strutturato una nostra linea ideologica che ci caratterizza e differenzia da tutte le altre forze politiche, assolutamente abili a fare la morale agli altri. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una metamorfosi dell’antimafia sociale che si è man mano trasformata per i disillusi nell’Industria dell’Antimafia. Per mezzo della politica c.d. di secondo livello talune Associazione e Fondazioni sono state destinatarie di un fiume di danaro pubblico ( generose elargizioni in assenza di reali controlli ) e/o assegnatarie di beni immobili confiscati. In buona sostanza, nel nome di questa tipologia di antimafia ideologizzata, assegnataria di patenti di moralità altrui e/o rappresentata da autorevoli figure mitizzate, ricordiamo per non dimenticare i numerosi “ paladini antimafia a termine “, ne abbiamo visto di cotte e di crude.

L’idea progettuale presentata al Comune di Palermo è di volere rendere omaggio ai tutti i caduti in Sicilia nella lotta contro la criminalità mafiosa, dedicando loro uno spazio IDENTITARIO in centro città

La nostra base ideologica come attività politica, diversamente dal modello strutturato sulla elargizione pubblica, è diretto alla riscoperta dei valori etici, ovverosia contrario a gravare sull’erario pubblico ( ad eccezione dell’utilizzo temporaneo delle strutture pubbliche per manifestazioni ) in favore di Associazione e Fondazioni, nonché per la vendita del patrimonio confiscato ( previsto in ipotesi straordinaria per soddisfare esclusivamente i creditori in buona fede ) nella logica di fare ritornare i beni patrimoniali nel ciclo oneroso della tassazione a tutela generale della comunità. Al contempo la Democrazia Cristina ha presentato da oltre un anno al Consiglio Comunale di Palermo una mozione ( con nota tecnica illustrata del sottoscritto e dell’architetto Enrico Piazza ) per trasformare i vetusti marciapiedi di viale Croce Rossa. L’idea progettuale è di volere rendere omaggio ai tutti i caduti in Sicilia nella lotta contro la criminalità mafiosa, dedicando loro uno spazio IDENTITARIO in centro città. Il proposito sarebbe di valorizzare il percorso pedonale, collocando a terra “ lastre calpestabili in pietra lavica ” riportanti i nominativi delle vittime ( con procedimento di incisione ), preceduto da una pietra marmorea di colorazione diversa per evidenziare l’anno dell’evento delittuoso. Inoltre l’impronta IDENTITARIA SICILIANA sarebbe implementata dalla scelta di procedere all’installazione di materiali esclusivamente isolani, ovvero la pietra lavica, la maiolica siciliana ( a mano artigianale ) per rivestire gli spazi a verde e pannelli descrittivi in pietra lavica ceramizzata ( sopra le aiuole o dove opportuno ) riproducenti le attività tipiche siciliane, come la realtà contadina, dell’attivita’ della pesca, i momenti più importanti della storia siciliana ( trinacria inclusa ).

Includere tutti i maestri delle piazze più rappresentative della ceramica siciliana

Sarebbe prevista l’inclusione di tutti i maestri delle piazze più rappresentative della ceramica siciliana, ovvero Burgio, Caltagirone, Patti, Santo Stefano di Camastra e Sciacca. Valorizzare i percorsi pedonali con un sistema illuminotecnico a LED a colorazione differenziata per individuare il nominativo delle vittime, l’anno dell’evento delittuoso, gli attraversamenti pedonali e gli spazi di servizio. Sarebbe prevista l’installazione di TOTEM informativi ed anche con codice QR Code (Quick Response Code), ovvero con codice a barre a risposta rapida, sarebbe possibile con uno smartphone o tablet accedere a tutte le informazioni inerente la storia della singola vittima. Diventerebbe, ove venisse accolta la mozione ( si auspica all’unanimità ) il luogo accessibile a tutti, per unire le nostre coscienze ed agevolare un cambiamento culturale che dovrebbe proiettarci ad un ricordo collettivo di tutte le vittime che hanno versato paritariamente il proprio contributo di sangue. In conclusione la Democrazia Cristiana con Totò Cuffaro Segretario Nazionale ha tutte le carte in regola per portare avanti la propria idea come comunità sociale e rilanciare il proprio modello di antimafia etica con animo francescano, ovverosia non predicando MA praticando la propria azione in spirito, povertà e semplicità… credendo nel prossimo e sperando sempre che ogni essere umano può essere migliore di ieri.

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