La “Porziuncola” di San Fracesco d’Assisi, un “Eden” che lasciò in eredità ai suoi Frati col vincolo di non abbandonarla mai

di Frate Domenico Spatola

2 Agosto “Perdono d’Assisi”

“Porziuncola” perché particella di spazio angusto, la chiamò Francesco d’Assisi. La scelse a suo “Eden” e, poverissimo, la lasciò in eredità ai suoi Frati, col vincolo di non lasciarla mai. Vi inebriava lo spirito, con la preghiera alla “Vergine degli Angeli”. Della loro presenza la vedeva piena, e al loro Coro adorante univa la sua lode. Qui le sue estatiche orazioni, e umane emozioni da “Cantico di frate Sole”. Qui vi compose dove l’ultima strofa a “Sorella Morte corporale, dalla quale nullo homo vivente può skappare”. Qui chiuse, baciato dall’ultimo raggio del sole morente, gli occhi alla luce terrena, il 3 ottobre 1226. Proprietà dei Benedettini, la Porziuncola fu chiesta da Francesco in concessione, perché rinunciatario di cose materiali. Sua “eredità” era Cristo, il Signore crocifisso. Qui condusse Chiara a donare la bionda chioma della sua Verginità a Cristo sposo. Qui organizzò il suo Ordine, già di cinquemila Frati, in Provincie, in quello ricordato come “Capitolo delle Stuoie”. Qui, pieno di amore per i peccatori, entrò una calda notte di Agosto a implorare il “perdono” inaudito. Papa Onorio III comprese e concesse. La “perdonanza” fu regalo a Francesco, e ora all’umanità bisognosa di pace e di perdono.

Foto tratta da Porziuncola

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