La politica (centro, destra e sinistra compresi i grillini) ha massacrato la sanità pubblica per pagare il truffalino debito pubblico ‘europeista’ e ora la colpa dello sfascio della sanità è dei medici!

I responsabili del disastro della sanità pubblica sono i politici. E’ con loro che i cittadini debbono prendersela, non con i medici e con gli infermieri. Se la devono prendere soprattutto con i politici che hanno infognato l’Italia nell’Europa dell’euro

Alla buonora la politica siciliana scopre che nella sanità pubblica della nostra Isola ci sono problemi. Ma, ovviamente, i politici tutti, di maggioranza e di opposizione, si guardano bene dal parlare dei problemi che hanno creato: si limitano ad addossare la responsabilità ai medici o a polemizzare tra di loro per fini di parte. Eppure è la politica che ha massacrato la sanità pubblica italiana in generale e siciliana in particolare. Per pagare un debito pubblico folle, frutto del truffadino sistema monetario dell’euro, i Governi italiani degli ultimi quindici anni non hanno fatto altro che tagliare fondi alla sanità pubblica e alla scuola pubblica. Il risultato è che il debito pubblico è cresciuto lo stesso, se è vero che nell’ultimo quindicennio si è passati da un debito di mille e 800 miliardi di euro circa a quasi 3 mila miliardi di euro. Se consideriamo che dal 2008 ad oggi i cittadini italiani sono stati massacrati dal blocco decennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, dall’IMU, dall’età pensionabile portata a 67 anni e altre, dall’aumento di tasse e imposte generali e comunali, dalla profilerazione incontrollata dagli autovelox e delle ZTL delle città che servono solo a fare ‘cassa’ e via continuando con le altre penalizzazioni, ebbene, si intuisce con chiarezza che l’aumento del debito pubblico italiano è una truffa ‘europeista’. Se oggi la sanità pubblica italiana è in gravissima crisi la responsabilità è della politica italiana che, per tenere ancora l’Italia nel ‘lager’ dell’Unione europea dell’euro, ha ridotto i fondi agli ospedali pubblici e solo in minima parte alle strutture sanitarie private.

Siamo sicuri che i fondi stanziati per la sanità pubblica italiana sono utilizzati per curare i malati? Non è che ci ‘curano’ anche le clientele sempre più numerose?

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dice che quest’anno i fondi per la sanità pubblica italiana sono aumentati. In valore assuluto è vero, anche se di poco. Quello che gli esponenti dell’attuale Governo nazionale non dicono è che con una parte consistente e crescente delle risorse del Fondo sanitario nazionale si pagano spese che con la sanità pubblica hanno poco o punto a che spartire. Basta visionare il rapporto tra il numero di personale sanitario e il numero di personale amministrativo che si registra nelle Aziende ospedaliere e, in generale, nelle strutture sanitarie pubbliche per fare due più due: a buon intenditor poche parole…

Da Mario Monti a Renato Schifani

Cè chi sostiene che lo smantellamento della sanità pubblica deve fare posto alla sanità privata. In parte sarà pure così. Anche se invitiamo i nostri lettori a riflettere su un passo della dichiarazione di Giuseppe Bonsignore (foto sopra), segretario regionale del Cimo Sicilia (Cimo sta per Coordinamento italiano medici ospedalieri). Bonsignore commenta le polemiche sul decesso per polmonite di un paziente in attesa di intervento chirurgico per una frattura alla spalla e che proprio per la patologia concomitante non era più stato operato. Decesso avvenuto nell’ospedale Villa Sofia di Palermo accorpato all’ospedale ‘Vincenzo Cervello’ di Palermo per ‘risparmiare’. Una fusione impropria avvenuta negli anni ruggenti del Governo nazionale di Mario Monti, ‘quello bravo’. Ma andiamo a leggere il comunicato del segretari del Cimo Sicilia: “Sono giorni di profonda amarezza – dice Bonsignore – quelli che stanno vivendo tutti gli operatori sanitari dei due ospedali cittadini oggi additati come una delle peggiori realtà sanitarie esistenti, con un’esposizione mediatica negativa mai registratasi prima d’ora. La stessa amarezza che traspare chiaramente dalle parole scelte dal Direttore Sanitario (dottore Aroldo Rizzo ndr) nel porgere le proprie dimissioni al Direttore Generale Roberto Colletti, in cui respinge con fermezza le accuse di ‘incapacità e inadeguatezza’ ma che ‘per dignità’ sceglie di rimettere il proprio mandato. Nei giorni a cavallo di Capodanno e in quelli immediatamente successivi – evidenzia Bonsignore – i riflettori dei mezzi di informazione sono stati accesi sull’ortopedia di Villa Sofia grazie al blitz del Presidente Schifani (presidente della Regione siciliana Renato Schifani ndr), chiamato in causa da una telefonata di un suo conoscente in attesa di intervento chirurgico, e precipitatosi a verificare lo stato delle cose, rimarcando poi che c’erano ben quattordici pazienti in attesa di essere operati in ortopedia ma omettendo di evidenziare come nell’intero mese di Dicembre i posti letto complessivi di ortopedia di Palermo e Provincia si sono più che dimezzati per la improvvisa indisponibilità di quelli delle cliniche private accreditate che a fine anno, come sempre accade, esauriscono il budget e chiudono i battenti senza che le istituzioni sanitarie abbiano mai fatto nulla per scongiurarlo”.

Come funzionano i posti letto nelle strutture sanitarie private sostenute con il denaro pubblico?

Le struttre sanitarie private sono sostenute dalla Regione siciliana e, in quanto soggetti che usufruiscono di fondi pubblici a valere sul Fondo sanitario regionale sono considerate un ‘prolungamento’ del servizio sanitario pubblico regionale. Però, guarda caso, nei ‘momenti topici’ – per esempio durante le vacanze di Natale – questo benedetto ‘prolungamento’, per questo o quel motivo si interrompe. Questa è un’assurdità, perché se le strutture santarie private operano, di fatto, come servizio pubblico non dovebbero interrompere le prestazioni. Anche perché il servizio sanitario pubblico si struttura e si organizza anche in funzione della presenza delle struttre sanotarie private che oèerano anche grazie ai contributi pubblici. Fa benissimo il segretario del Cimo Sicilia a ricordare al presidente della Regione si avere omesso di “i evidenziare come nell’intero mese di Dicembre i posti letto complessivi di ortopedia di Palermo e Provincia si sono più che dimezzati per la improvvisa indisponibilità di quelli delle cliniche private accreditate che a fine anno, come sempre accade, esauriscono il budget e chiudono i battenti senza che le istituzioni sanitarie abbiano mai fatto nulla per scongiurarlo”.

Bonsignore (Cimo Sicilia) interviene sulle dimissioni del Direttore Sanitario di Villa Sofia-Cervello: “Da Cavaliere della Repubblica a Re degli incompetenti. C’è qualcosa che stride, i conti non tornano. Forse, dietro, c’è dell’altro”

“Subito dopo il blitz di Schifani – continua Bonsignore – è arrivata la notizia del decesso per polmonite di un paziente in attesa di intervento chirurgico. Immediatamente, il Presidente Schifani ha tuonato di essere in cerca dei responsabili, anche se allo stato non è stata acclarata nessuna colpa medica per il decesso del paziente e ci vorrà del tempo per poterlo accertare, però intanto si cercano i colpevoli. La notizia ha fatto il giro dei canali di informazione anche fuori Regione scatenando una vera e propria gogna mediatica e, quando il popolo è assetato di sangue, il potere deve accontentarlo, deve dargli il capro espiatorio che a quanto pare oggi è stato identificato nel Direttore Sanitario. Quello stesso Direttore Sanitario – sottolinea Bonsignore – che non più tardi di due anni fa era stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella per tutto il lavoro svolto durante la pandemia da Covid 19 e che oggi viene additato come il Re degli incompetenti e unico responsabile di uno sfascio organizzativo e strutturale non di una sola Azienda ma dell’intero sistema sanitario regionale. C’è qualcosa che stride, i conti non tornano. Forse, dietro, c’è dell’altro. Non possiamo che dissentire profondamente da come questa vicenda sia stata gestita dalla politica regionale che oltretutto sta finendo per determinare un’ulteriore incrinatura della già scarsa fiducia dei cittadini nei confronti della sanità pubblica siciliana e una crescente demotivazione di un’intera categoria che già prima di questi episodi era poco attratta dal lavoro nelle Aree di emergenza e nelle discipline chirurgiche e che da domani lo sarà ancora meno. Se qualcuno ha in mente di finire di sgretolare il sistema sanitario pubblico – conclude Bonsignore – ci stiamo avvicinando a grandi passi all’obiettivo finale”.

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