La giornalista Cecilia Sala va liberata subito senza se e senza ma liberando l’ingegnere Abedini che ha la sola colpa di essere iraniano. Almeno per questa volta l’Italia non obbedisca agli USA

Questa vicenda è un doppio non-senso: le accuse rivolte all’ingegnere iraniano sono inconsistenti, così come inconsistenti sono le accuse alla giornalista Cecilia Sala formuate dal Governo iraniano

Il ‘caso’ della giornalista Cecilia Sala non è affatto una vicenda complicata. Al contrario, è una vicenda semplicissima. Le autorità italiane, obbedendo con leggerezza agli Stati Uniti d’America, hanno arrestato Mohammad Abedini, un ingegnere iraniano. Cosa avrebbe fatto di male questo cittadino dell’Iran? E’ iraniano e, da ingegnere, avrebbe contribuito alla costruzione di droni da guerra. Abedini smentisce e dice di essere un docente universtario. Ammesso e non concesso che abbia partecipato alla costruzione di droni dove sta il problema? Gli ingegneri americani che si dedicano alla costruzione di droni da guerra vanno arrestati? Come si può notare, le accuse rivolte all’ingegnere iraniano sono inconsistenti, così come inconsistenti sono le accuse alla giornalista Cecilia Sala formuate dal Governo itaniano. Pensate un po’: i droni da guerra costruiti dagli americani per attaccare la Russia e l’Iran sarebbero ‘buoni’, mentre i droni da guerra costruiti dall’Iran per attaccare l’Ucraina e per difendersi dal cosiddetto Occidente industrializzato che non fa altro che demonizzare lo stesso Iran sarebbero ‘cattivi’. Sono discorsi inutili. A questo punto gli iraniani si sono rotti i cabbasisi e hanno applicato la regola che a Palermo si sintetizza nel detto: “Pun cuinnutu, un cuinnuti e mmienzu” (“Per un cornuto, un cornuto e mezzo”). In pratica, hanno arrestato la giornalsta italiana Ceclia Sala e, per liberarla, chiedono la liberazione di Abedini. Punto.

C’è stata troppa leggerezza da parte del Governo italiano: non si mette a rischio la vita dei cittadini italiani per ‘obbedire’ a un Paese estero

Come si viene fuori da questa vicenda? Risposta scontata: le autorità italiane liberino l’ingegnere Abedini e gli iraniani libereranno la giornalista Cecilia Sala. Va da sé che in questa storia c’è una grande responsabilità del Governo italiano, che avrebbe dovuto quanto meno prendere tempo prima di arrestare l’ingegnere iraniano. In questi casi si media prima di adottare un provvedimento di privazione della libertà di una persona. Non si arresta un cittadino straniero, peraltro si richiesta di un Paese estero (in questo caso degli USA), sapendo che nel Paese del cittadino che viene arrestato (in questo caso l’Iran) ci sono cittadini italiani. Non si mette a rischio la vita dei cittadini italiani per ‘obbedre’ a un Paese estero. Che è quello che purtroppo è avvenuto con l’arresto di Cecilia Sala. La presa di posizione di queste ore del Governo italiano, che sta chiedendo all’Iran la liberazione di Cecilia Sala senza offrire al Governo iraniano ciò che chiede – e cioè la liberazione dell’ingegere Abedini – è comica e tragica allo stesso tempo. E’ comica, perché della faccia ‘truce’ dei governanti italiani il Governo iraniano si fa un baffo; è tragica, perché, così facendo, il Governo del nostro Paese sta solo peggiorando la situazione.

Chi in questo momento attacca Cecilia Sala ricordando quanto ha scritto e quanto ha detto dimostra di avere poca umanità

Il capo del Governo italiano, Giorgia Meloni, e il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, invece di perdere ancora tempo, si rivolgano al presidente americano, che fino al 20 Gennaio è ancora il Democratico Joe Biden, e gli chiedano di soprassedere. Biden, negli ultimi giorni del suo mandato alla Casa Bianca, ha concesso la grazia a tante ‘persone per bene’ che hanno fatto ‘tanto bene’ durante gli anni della pandemia; Biden ha persino graziato il figlio Hunter. I governanti italiani dicano al presidente USA uscente di lasciare in pace l’ingegnere iraniano che, a differenza di suo figlio e dei protagonosti della pandemia, non ha fatto nulla di disdicevole. La Meloni e Tajani spieghino a Biden che gli iraniani – soprattutto se ‘stuzzicati’ dalla solita informazione occidentale deformata e deformante – ci mettono poco a tenere prigioniera la giornalista italiana per due-tre anni. Non è il momento delle baruffe: questa ragazza italiana va liberata senza se e senza ma. Chi in questo momento attacca Cecilia Sala ricordando quanto ha scritto e quanto ha detto dimostra di avere poca umanità. Fomentare rivalse e divisioni in questo momento è sbagliato e pericoloso. In questa fase, diventata difficilissima, bisogna pensare soltanto a liberare questa ragazza rilasciando l’ingegnere iraniano la cui unica colpa è quella di essere, per l’appunto, iraniano e di lavorare per il proprio Paese.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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