La Democrazia in Italia al tempo della ‘Piazza per l’Europa’ di Ursula von der Leyen e del suo ‘riarmo’, della post-pandemia e della paura che si fa politica diventando fobopolitica

Con la sua consueta chiarezza espositiva il filosofo marxista Diego Fusaro ci racconta il buio in cui gli ‘europeisti’ hanno trascinato l’Italia nel nome di un’Unione europea tragica e ridicola

Scrive il filosofo Diego Fusaro (foto sopra tratta da Radio Radio) commentando quanto sta avvenendo in questi giorni sotto i nostri occhi partendo dalle parole pronunciate in televisione da Michele Serra, il promotore della ‘Piazza per l’Europa’: “Un po’ di paura secondo me è un ingrediente necessario in questo momento”. Già, la paura. “A cosa serve la paura di preciso?”, si chiede Fusaro. “Non è difficile capirlo – scrive il dfilosofo – soprattutto dopo il 2020: la paura permette ai gruppi dominanti di amministrare docilmente il parco umano terrorizzato e, quindi, disposto ad accettare in silenzio ogni provvedimento, a patto che venga presentato e nobilitato come funzionale alla sicurezza di tutti. La fobopolitica, come l’avevamo definita nel nostro studio Golpe globale, è l’ingrediente fondamentale, per dirla con Michele Serra, che permette alle classi capitalistiche transnazionali di far valere le loro politiche classiste presentandole come se fossero necessità sistemiche volte a garantire la sicurezza nel tempo dell’emergenza, poco conta se epidemica o bellica, climatica o energetica. Il potere utilizza da sempre le due leve del divertimento e della paura per amministrare i sudditi, inducendoli ad accettare con ebete euforia o con depressiva rassegnazione le misure poste in essere dal potere stesso”.

Tra paura ed emergenza

“Il soggetto terrorizzato, per definizione – prosegue Fusaro – si sente fragile e indifeso, rivelandosi eo ipso disposto a ogni tipo di governo pastorale che proponga soluzioni atte a garantirgli la sopravvivenza nel quadro dell’emergenza dilagante. Naturalmente, perché lo schema di pensiero possa funzionare a pieno regime, occorre che l’emergenza venga artatamente amplificata dagli schermi e dalle pagine dei giornali, di modo che cresca smisuratamente il terrore dei sudditi e le politiche emergenziali possano essere attuate senza incontrare alcuna forma di resistenza: shock economy, l’ha chiamata in un suo importante studio Naomi Klein. E questa economia dello shock presuppone sempre i due ingredienti fondamentali della paura e dell’emergenza, di modo che ciò che nella normalità è inaccettabile divenga con l’emergenza e con la paura inevitabile. Nulla di nuovo sotto il sole, per noi che abbiamo attraversato la crisi emergenziale del 2020. Un dejavù di bassa lega, tutt’al più”.

Ogni altro commento sulla sinistra italiana, o presunta tale, che si identifica nel PD e sugli ‘intellettuali’ che gli vanno dietro è pleonastico.

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