La crisi della politica e della democrazia nel nostro tempo e il ruolo sempre più preponderante di chi si rifiuta di andare a votare

di Frate Domenico Spatola

Sono coloro i quali, demotivati per qualsiasi ragione, non vedono utilità (per sé) nel recarsi al seggio elettorale

“La Politica – sosteneva Aristotele – è l’arte più nobile per la convivenza, in essa si cerca il bene delle persone, visto dai molteplici aspetti”. Punto. Fin qui il “Maestro”, tale, nel Medioevo, veniva indicato il suddetto filosofo. Oggi però come al suo tempo (IV secolo a. C.) si accusa alla Politica di “essere sporca”, ossia inquinata dagli interessi privati, che vengono anteposti a quelli di tutti. Il regime “democratico”, faticosamente raggiunto in Italia dopo la Seconda Guerra mondiale è stato pragmaticamente affidato ai Partiti che, negli anni Cinquanta del secolo scorso, si confrontavano in dibattiti estremi, come di vita o di morte. Tale infatti, non senza qualche ragione, riteneva la propria sorte chi temeva la vittoria dell’altro. Il mondo era uscito dal “Patto di Yalta” (1945) diviso in due blocchi: il “sovietico” e l’altro del “patto atlantico”. Oggi altra è la contrapposizione: destra/sinistra. Ma, nel frattempo, si è aggiunto il “Partito degli Astensionisti”. Di quelli che, demotivati per qualsiasi ragione, non vedono utilità (per sé) nel recarsi al seggio elettorale. È di questi giorni, in Liguria, la riprova che poco più di un terzo della popolazione abbia compiuto questo unico atto di libertà e di sovranità concessa al popolo.

La Politica va riscoperta e insegnata alle nuove generazioni, perché la valuti come strumento di condivisione e di pace

Beceramente se valga la pena votare, spesso lo si sottopone all’idea che tutti siano gli stessi, e che ogni capo partito a parole proponga il cambiamento, ma in definitiva poi tende a privilegiare l’amico e l’amico dell’amico. È lamentela diffusa, da gente che spesso, a causa dell’indifferentismo, determina l’orientamento dello Stato che riserva briciole alle fasce più deboli per i servizi essenziali, quali sanità e scuola diventate le “cenerentole” nell’interesse nazionale. Si comincia con i privilegi dei Sovranismi e si perpetua con coloro che hanno appannaggi mensili astronomici e vitalizi, a dispetto di quanti non coprono il lunario. La Politica va perciò riscoperta e insegnata alle nuove generazioni, perché la valuti o come strumento di condivisione e di pace. A breve gli USA consumeranno un gesto che tiene sospesa la politica mondiale. Non ritiene indifferente la elezione del Presidente che è tra i più influenti nella politica mondiale. Le conseguenze di quella elezione non sono omologabili. Necessitano governanti fautori di pace, senza minacce di repressioni. Che i loro elettori “piccoli e grandi”, sappiano rinunciare al “particulare” interesse (guicciardiniano) in favore della “casa” comune.

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