La Coldiretti scopre che l’Italia è invasa da grano turco, russo e canadese. Che soluzioni propone? Se la sente di appoggiare un contratto di filiera per il duro da 55-60 euro al quintale?

Le analisi sull’invasione di grano estero in Italia – peraltro tardive – non bastano. Servono proposte concrete. Noi ipotizziamo un contratto di filiera per il grano duro: pagare agli agricoltori tale grano 55-60 euro al quintale: è il prezzo che ripaga i costi di produzione e dà un margine normale alle aziende agricole

Questa volta ha ragione la Coldiretti. Certo, ha fatto un bel giro. Questa organizzazione agricola, ad inizio di Gennaio di quest’anno, quando sono iniziate le proteste degli agricoltori, si è subito schierata con il Governo di Giorgia Meloni e con il ‘lungimirante’ Ministro-cognato (della signora Meloni) delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida. Due mesi e mezzo dopo – e siamo arrivati ai nostri giorni – la Coldiretti sembra avere cambiato linea politica. Sul giornale STATO QUOTIDIANO ci sono alcune considerazioni sull’invasione di grano estero in Italia sulle quali non si può che essere d’accordo. Ecco la prima considerazione: “La Commissione europea valuterà finalmente a breve la proposta di introdurre restrizioni all’importazione di prodotti agricoli, come i cereali, dalla Russia verso l’Unione europea, una decisione importante che va incontro alle richieste di Coldiretti per fermare le speculazioni sul grano, divenuto uno strumento di guerra geopolitica per colpire i Paesi dell’ Unione”. Non sappiamo se la Commissione europea bloccherà l’arrembaggio del grano estero in Italia che piace tanto alle industrie. Forse bloccherà le navi di grano russo per colpire Putin, non certo per difendere gli agricoltori italiani. E comunque ricordiamo alla Coldiretti in versione battagliera che dall’Agosto delloscorso anno cinque Paesi dell’Unione europea – Slovacchia, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria – hanno bloccato l’ingresso del grano ucraino nei propri territori, facendosi un baffo dell’Unione europea e dell’ultra-liberismo-globalismo europeista.

Inutile rivangare il passato. Ora è necessario pensare al futuro

Gli amici della Coldiretti non si sono accorti soltanto dell’invasione del grano russo: c’è anche il grano che arriva dalla Turchia. Sul quale grave il dubbio di ‘triangolazioni’ con la Russia. Che significa? Che la Turchia non è un grandissimo produttori di grano, mentre la Russia è il primo produttore di grano al mondo. Morale: siccome Russia e Turchia sono Paesi alleati, c’è il dubbio che la Russia di Putin fornisca grano alla Turchia che poi lo esporta in Europa. leggiamo ancora su STATO QUOTIDIANO: “Nel 2023 dal Paese di Erdogan, secondo l’Osservatorio strategico della Coldiretti, sono arrivati ben 417 milioni di chili di grano duro in aumento dell’807% rispetto all’anno precedente e il Tmo, l’ente statale turco per i cereali – denuncia la Coldiretti Puglia – avrebbe bandito una nuova gara internazionale per la vendita e l’esportazione di ulteriori 150 milioni di chili di prodotto nel 2024″. Il fiume di grano turco insieme al fiume di grano russo e di grano canadese ha fatto crollare il prezzo del grano italiano. E’ così da quasi un anno e ora la Coldiretti lo denuncia. Ci chiediamo e chiediamo: ma nel Gennaio dello scorso anno, quando in Italia cominciava ad arrivare il grano ucraino – peraltro di pessima qualità – la Coldiretti dove si trovava? Poi sono iniziati i flussi di grano russo, grano turco e, naturalmente, di grano canadese. Ok, lasciamo stare il passato. Guardiamo al presente. Anche se un po’ in ritardo le dichiarazioni della Coldiretti sono corrette. Ci chiediamo e chiediamo: i vertici di questa organizzazione agricola ne hanno parlato con il Ministro Lollobrigida? Ancora: ormai il grano estero è arrivato e il prezzo del grano italiano è precipitato: quali soluzioni prospetta la Coldiretti in favore degli agricoltori? I soliti contratti di filiera che servono all’industria e penalizzano gli agricoltori? A meno che non si stipula un contratto di filiera pagando agli agricoltori di Sud e Sicilia il grano duro a 55-60 euro al quintale. Questo sarebbe un ottimo contratto di filiera che tiene conto dei costi di produzione. Che ne pensano dalle parti della Coldiretti?

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI STATO QUOTIDIANO

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