La Cina non acquista più grano dagli USA e la Russia inonda di grano l’Europa facendo crollare i prezzi: scommettiamo che tra un paio di anni i Paesi Ue si ritroveranno senza grano?

Non è un’ipotesi campata in aria: ricordiamoci che gli agricoltori europei sono in subbuglio perché i dilettanti allo sbaraglio che oggi governano la Ue li stanno lasciando senza reddito per riempire una parte importante dei terreni agricoli europei di pannelli fotovoltaici

Lo scontro tra aree del dollaro statunitense e Cina si arricchisce di un altro capitolo: il grano. Gli USA, è noto, sono un grande produttore di grano. Anche se i rapporti tra i due Paesi – soprattutto negli ultimi anni – non sono idilliaci, la Cina, di solito, acquista grano dagli Stati Uniti d’America. Oggi sembra che le cose stiano cambiando. Ne dà notizia il giornale scenarieconomici.it. Per la terza sessione consecutiva i cinesi hanno cancellato gli acquisti di grano dagli USA. In totale, le cancellazioni di grano americano da parte della Cina ammontano a poco più di 500 mila tonnellate. Non è una cosa da poco. Poiché la Cina è un Paese di un miliardo e mezzo di abitanti e, pur avendo iniziato a coltivare anche il grano (la Cina ci tiene alla propria sovranità alimentare, a differenza dell’Unione europea dove si cerca di ridurre il peso dell’agricoltura e, in particolare, di eliminare buona parte dei seminativi del Sud Europa per sostituirli con i pannelli fotovoltaici), una parte importante di grano i cinesi debbono acquistarlo sul mercato internazionale, è probabile che quella cinese sia una strategia. Senza il grano americano dove lo acquistano lo stesso grani i cinesi? Noi siamo perfettamente d’accordo con quanto scrive scenarieconomici.it: lo acquistano dalla Russia. (sotto Xi Jin Ping e Putin, foto tratta da Startmag)

Lo capiscono i governanti Ue ultra-liberisti e globalisti che, così facendo, per il cibo condanneranno i 500 milioni di abitanti europei a dipendere da altri Paesi del mondo? Essendo presi in testa da liberismo, globalismo ed ecologismo come possono comprenderlo?

Con questa mossa la Cina di Xi Jinping realizza due obiettivi: in primo luogo, dà una grande mano alla Russia di Putin, Paese alleato della stessa Cina. Indirettamente, acquistando il grano russo i cinesi danno una mano ai russi nella guerra in Ucraina. La Russia, è noto, è il primo produttore di grano del mondo; acquistando il grano russo, la Cina fa in modo che agli americani una parte del proprio grano gli rimanga sul groppone. L’azione di Cina e Russia, che in materia di grano agiscono in coppia, è a largo raggio. Ovvero? Non è da escludere che questi due Paesi, sfruttando la dabbenaggine di alcuni Paesi dell’Occidente ultra-liberista e globalista, abbiano deciso di immettere nel mercato mondiale grandi quantitativi di grano per fare crollare il prezzo di questo cereale. Non è certo un caso che le esportazioni di grano russo in Italia, lo scorso anno, siano aumentate spaventosamente, attestandosi al 1164% (qui un nostro articolo). La grande offerta di grano russo arrivato in Italia ha fatto crollare il prezzo del grano. Non è crollato solo il prezzo del grano duro del Sud Italia, Puglia e Sicilia in testa: è crollato il prezzo del grano in tutta l’Italia, come segnala Confagricoltura di Bologna (qui un articolo).

E’ cose se cinesi e russi stiano gongolando: continuate, cari europei, a smantellare la vostra produzione di grano… è da noi che dovrete venire a ‘sbattere le corna’ per acquistare il grano che vi mancherà…

La sensazione – ribadiamo: sfruttando la dabbenaggine di alcuni Paesi dell’Occidente, a cominciare dall’Unione europea governata da una sommatoria informe di dilettanti allo sbaraglio, affaristi e fondamentalisti dell’ecologismo – è che Cina e Russia vogliano fare crollare il prezzo del grano per ottenere un doppio effetto: fare in modo che i produttori di grano dei Paesi occidentali abbandonino la coltura del grano (che è quello che sta avvenendo con il grano duro in Puglia e in Sicilia) e far crollare i cosiddetti futures sul grano (contratti a termine che obbligano venditore e acquirente), cosa che fino ad ora è avvenuta in minima parte, se non altro perché gli Stati Uniti d’America, come Cina e Russia, sono molto attenti alla sovranità alimentare e anche ai futures. Chi rischia grosso sono i 500 milioni di cittadini europei, che si ritrovano con gli agricoltori che protestano perché lasciati senza reddito dalla stupidità ‘europeista’. Eppure, nel 2021, quando le bizze del clima hanno ridotto la produzione mondiale di grano del 40-50%, i governanti europei si precipitarono a spingere i produttori di grano d’Europa a seminare più grano. E’ stata una scena ridicola, degna dell’Unione europea – ribadiamo – di dilettanti allo sbaraglio. I produttori di grano europei, che fino a Maggio 2021 erano stati vessati dall’Unione europea con la politica dei soliti prezzi bassi del grano per spingerli ad abbandonare i terreni a seminativo da riempire di pannelli fotovoltaici, improvvisamente, in un mondo dove veniva a mancare il grano (e anche il mais e la soia), venivano spinti, quasi pregati di aumentare la produzione dello stesso grano. I prezzi del grano sono aumentati, sì e no, per un anno e mezzo. Oggi, come già ricordato, il prezzo del grano è bassissimo rispetto ai costi di produzione. Lo ribadiamo: è probabile che la Cina e la Russia stiano assecondando la dabbenaggine politica degli attuali governanti dell’Unione europea. E’ cose se cinesi e russi stiano gongolando: continuate, cari europei, a smantellare la vostra produzione di grano per mettere pannelli fotovoltaici e tra qualche anno, magari con “l’aiutino” di piogge a Maggio e a Giugno per fare andare a male la vostra produzione di grano (l’inseminazione artificiale delle nuvole è ormai realtà), è da noi che dovrete venire a ‘sbattere le corna’ per acquistare il grano che vi mancherà…

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