La Cina aumenta l’export di elettronica, ingegneria e prodotti ad alta tecnologia per ‘affondare’ l’Occidente. La Ue cerca di sfuggire dall’abbraccio con gli USA giocando di sponda con Tunisia ed Egitto?

Gli ‘europeisti’ hanno capito che la guerra in Ucraina affonderà la Ue e cercano di salvarsi cercando di ‘trescare’ con Cina e Russia attraverso tunisini ed egiziani, aggirando, di fatto, gli accordi con gli Stati Uniti d’America?

Mentre i commentatori italiani di economia, a cominciare dai ‘professoroni’, discettano sulla crisi immobiliare cinese che “avrà effetti dirompenti sull’economia e sul futuro della Cina”, il Paese di Xi Jinping (foto sopra tratta da Famiglia Cristiana) sta preparando una bella sorpresa all’Occidente. Con molta probabilità, utilizzando la crisi immobiliare come specchietto per le allodole, la Cina si appresta a raddoppiare le esportazioni nei Paesi esteri. Come racconta un canale Telegram citando The Wall Street Journal, per dare ulteriore impulso alla propria economia e, soprattutto, per mettere in difficoltà i Paesi dell’Occidente la Cina, “utilizzando prestiti governativi a basso costo” sta “aumentando la produzione al di là delle necessità del mercato interno”. La notizia deve fare riflettere, ammesso che nell’Occidente riflettere sia ancora di moda. Telegram ricorda che “Il primo ‘shock cinese’ che si è verificato a cavallo tra il 1990 e il 2000. Il boom delle importazioni di merci cinesi a basso costo”, allora, “ha portato al fallimento di molti impianti di produzione nei Paesi occidentali. I soli Stati Uniti hanno perso più di 2 milioni di posti di lavoro tra il 1999 e il 2011”. Ora sta per arrivare il secondo ‘shock cinese’ che, per le economie occidentali e, in particolare, per Stati Uniti d’America e Unione europea, già provate da inflazione e alti tassi di interesse, potrebbe sortire effetti drammatici. Il primo ‘shock cinese’, è noto, si materializzò in un’invasione di mobili, giocattoli e vestiti cinesi; il secondo shock dovrebbe investire il mercato delle automobili, l’elettronica di consumo, i prodotti di ingegneria pesante e i prodotti ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto. Stiamo parlando, per essere chiari, della perdita di milioni di posti di lavoro in tutto l’Occidente.

Gli ‘europeisti’ hanno capito che la guerra in Ucraina affonderà la Ue e cercano di salvarsi cercando di ‘trescare’ con Cina e Russia attraverso tunisini ed egiziani?

Se non fosse ancora chiaro Cina, Russia e i Paesi che non si riconoscono più nell’area del dollaro statunitense stanno ‘accerchiando’ l’Occidente, ora giocando sui bassi prezzi dei prodotti agricoli (come abbiamo raccontato qui), ora costringendo l’Occidente a dare fondo alle proprie riserve petrolifere, ora annunciando – come raccontiamo in questo articolo – l’aumento delle esportazioni di beni elettronici e di alta tecnologia. Il tutto in uno scenario internazionale dove molti Paesi, con la ‘regia’ del BRICS, già non utilizzano più il dollaro americano negli scambi commerciali (si tratta dei Paesi che lavorano per il superamento del dominio del dollaro statunitense nel commercio internazionale: Brasile, Russia, Cina, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Iran ed Etiopia, anche se altri Paesi africani e del Medio Oriente sono pronti a entrare nel BRICS). E l’Unione europea che fa? Si accoda agli Stati Uniti d’America. O forse negli ultimi giorni sta cercando di svincolarsi dall’abbraccio mortale con Washington? E’ sotto gli occhi di tutti lo strano accordo di queste ore. Con la scusa dei migranti che arrivano in Europa dal Mediterraneo, la Ue, utilizzando l’Italia, sta stringendo accordi con Tunisia ed Egitto, Paesi ormai legati a doppio filo con Cina e Russia. Che senso ha abbandonare la ‘Via della seta’, dichiarare, a parole, la guerra econoimica alla Russia di Putin e poi, di fatto, stringere accordi con due Paesi – Tunisia ed Egitto – legati a Russia e Cina? Che diranno di questi ‘giochetti’ i signori a stelle e strisce?

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