La chiesa fatta costruire da Padre Giacomo Ribaudo a Villabate non è quella di pietra ma la ‘Chiesa viva delle coscienze affinate alla spiritualità’

di Frate Domenico Spatola

“Guardò il mondo con gli occhi di Dio”

A tumulazione avvenuta in quel di Marineo, suo paese natale, torno a parlare dell’amico sacerdote, padre Giacomo Ribaudo (qui l’articolo sulla dipartita di Padre Ribaudo), per nuovi sprazzi di luce alla consapevolezza, emersi dal suo trionfo nella chiesa di San Giuseppe a Villabate. Seppi solo allora il perché della scelta del luogo del funerale: la chiesa di San Giuseppe voluta e fatta costruire da lui. Ma più di un fedele argutamente dichiarò che la vera costruzione di don Giacomino non fu quella di pietra, ma la Chiesa viva delle coscienze affinate alla sua spiritualità, esigente perché protesa a perfezione evangelica, in misura imposta “in primis” a se stesso, perché “exempla trahunt”. Condivisibile quanto illuminante, nel suo discorso, il nostro Arcivescovo Corrado Lorefice, parlando di lui che “guardava il mondo con gli occhi di Dio”. Verità auspicabile in ogni pastore di anime, per l’affido del “gregge da consegnare al Padre senza che si perda nessuno di coloro che Cristo gli ha consegnato”. A ciò ha mirato Giacomino, minuto di statura ma gigante nella fede, prerogativa ancor più preziosa nella Chiesa, in questi tempi di magra.

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