La cattiveria di Erode Antipa, degno figlio criminale di Erode ‘il grande’ (nella malvagità), contro Giovanni Evangelista fatto decapitare da Erodiade, la madre della ballerina Salomè

di Frate Domenico Spatola

Decapitazione di Giovanni Battista: Marco 6,17-29

Erode Antipa era il tetrarca della Galilea. Figlio del criminale Erode “il grande”, in brutalità ne era alla pari. Aveva fatto rinchiudere nel Macheronte, la tetra prigione sul Mar Morto, Giovanni il Battista. Le cause sono almeno due. Importunava con rimproveri Erodiade, la cognata, che il tetrarca aveva sposato da ex-moglie del fratello Filippo. L’altra motivazione la addurrà Giuseppe Flavio, lo storico coevo nella sua “Guerra Giudaica”. Erode temeva il Battista che con la sua predicazione creava un movimento popolare antigovernativo. Erodìade per parte sua lo odiava a morte, e aspettava il momento opportuno per vendicarsi. Il genetliaco di Erode fece al suo caso. Durante il banchetto, alla presenza del re e dei notabili della Galilea, la figlia di Erodiade (Salomè?) danzò lasciva. Erode sbavò di voluttà incontenibile fino a offrirle qualunque cosa gli avesse chiesto la ragazza, anche la metà del Regno. La madre, cui si rivolse la figlia, pretese la testa del Battista. Sorpreso Erode, non volle tuttavia disattendere la richiesta e il boia fu mandato a decapitare Giovanni in prigione. Consegnò la testa di Giovanni su un vassoio. Raccapricciante: fu l’unico piatto ricordato dall’evangelista del macabro banchetto. La ballerina la consegnò alla madre. I discepoli di Giovanni, posero il corpo, decapitato come ormai il loro gruppo, nel sepolcro.

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