Intervista a Gianmario Strappati, il musicista enfant prodige della tuba che a 24 anni è già noto in tutto il mondo

di Maria Angela Casano

E’ il primo solista che si è esibito sulla tomba del padre della musica, Johann Sebastian Bach, all’interno della celebre Thomas Kirche di Lipsia. E’ già docente in Italia e i9n Argentina

Non è solo uno dei più grandi interpreti al mondo del suo strumento, la tuba: è anche il primo solista che si è esibito sulla tomba del padre della musica, Johann Sebastian Bach, all’interno della celebre
Thomas Kirche di Lipsia. È Ambasciatore di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo. Gianmario Strappati, classe 1999, l’enfant prodige anconetano che si avvia agli studi musicali a soli tre anni. L’arte della musica si interseca con la sua vita; l’intensa carriera musicale da solista di tuba lo porta a solcare i più importanti templi della musica colta del mondo. La rivista americana Christopher Magazine gli ha riservato la cover in copertina con una lunga intervista votato come artista dell’anno 2020. Oggi è docente in Italia presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna e in Argentina presso l’Istituto Superiore di Musica Hernandez di Buenos Aires. Presto anche negli Stati Uniti dove sarà docente e concertista presso college e università tra le quali l’importante Florida State University che ha nella sua interezza circa 40000 studenti.

Maestro, lei ha svolto attività solistica nei vari Continenti e ha avuto l’onore di suonare in tante
location prestigiose.

“Ho avuto la fortuna di potermi esibire nelle location che sognavo da bambino e di realizzare cosi i miei sogni, tenendo recital al Festival Tchaikovsky in Russia, alla Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo, al Bachmuseum di Lipsia per il 334esimo compleanno di J. S. Bach, sulla Tomba del Padre della Musica alla Thomaskirche, ma anche al Titanic Museum di Belfast per la ricorrenza dei 110 anni della tragedia del leggendario transatlantico. Poi in Finlandia, Grecia, Spagna, Marocco, ma anche a Budapest presso la Sala Verdi (sede dell’antico Parlamento ungherese in occasione della Festa europea della musica), in Moldavia alla Organ Hall, in Romania presso la Sala Orpheum dell’Università di Timisoara e in tanti altri prestigiosi luoghi dei vari Continenti”.

Gran parte del repertorio che va dal periodo barocco ai contemporanei è stato da lei trascritto e lo
esegue per tuba?

“In questo lungo ‘Viaggio musicale’ ho sentito l’esigenza di arricchire il repertorio del mio strumento mettendo a disposizione di interpreti e studenti mie trascrizioni di brani originali per violoncello, oboe, violino ecc. Le musiche del periodo barocco, romantico, ma anche le composizioni virtuosistiche per Tuba sola e con l’accompagnamento del pianoforte e degli archi sono diventate proposte di interesse per gli studenti di tuba dei vari Continenti. L’idea quindi di ripercorrere con infinita umiltà la strada indicata dal grande Maurice Andre”.

A Londra ha tenuto concerti in collaborazione con la British Italian Society, la Dante in Cambridge, I Comites e St Peter Church. Ci racconti le emozioni vissute nella capitale dell’Inghilterra.

“Il concerto di Londra presso la St. Peter Church ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti della Tourneè in Europa, in quanto ho avuto la possibilità di tenere un recital in onore del grande John Fletcher, con l’approvazione del British Council in Italia e delle autorità inglesi. Accompagnato dalla pianista Julie Aherne ho eseguito il Concerto di Ralph Vaughan Williams, cavallo di battaglia del solista di Tuba della London Symphony Orchestra. In quell’occasione ho proposto anche un programma con musiche del barocco e del romanticismo italiano, i capolavori del compositore argentino Astor Piazzolla e i contemporanei per tuba sola.

In Italia oggi molti compositori scrivono brani per tuba a Lei dedicati…

“Nel proporre il mio strumento come solista ho avuto il piacere di incontrare numerosi compositori e docenti di Conservatorio che subito hanno deciso di scrivere brani per Tuba sola, Tuba e pianoforte, Tuba e quintetto d’archi nonché Tuba e orchestra sinfonica. Le opere in oggetto a me dedicate scritte da bravissimi autori dei vari continenti rappresentano oggi un patrimonio del repertorio contemporaneo”.

Lei ha eseguito un brano in ricordo dei 50 anni di Marco Pantani in diretta su Rai Due/ Rai Sport
alla presenza del padre dello sportivo morto prematuramente. Cosa ha voluto dire ricordare Pantani
con la sua musica?

“Nel 2020 ho tenuto in diretta su Rai 2/Rai Sport un recital presso il Museo Spazio Pantani di Cesenatico a ricordo dei 50 anni della nascita del grande sportivo che ha fatto sognare l’Italia intera. Nell’occasione ho eseguito XMP (l’acronimo per Marco Pantani) per Tuba sola, scritto dal compositore Paolo Rosato, docente presso il Conservatorio D’Annunzio di Pescara. Alla presenza del papà di Marco, di tanti amici, parenti e tifosi ho eseguito inoltre altri brani virtuosistici, nonché una particolare versione dell’Inno di Mameli a lui dedicata. Una giornata di forti emozioni che porterò per sempre come un bellissimo ricordo”.

Il suo rapporto con la Sicilia…

“Ho avuto il piacere e l’onore di essere stato invitato a tenere una conferenza concerto per il Teatro dei Ragazzi di Palermo nel quartiere della Kalsa. Lì ho conosciuto persone straordinarie, tra le quali la direttrice, i docenti e tanti giovani componenti dell’orchestra di questo magnifico progetto. Di recente, presso l’Isola di Stromboli ho tenuto altri recital e incontri musicali per Scuola in Mezzo al Mare, nonché per la Biblioteca Aimèe Carmoz e La Libreria sull’Isola. Questi inviti mi hanno permesso di incontrare ragazzi fantastici che hanno ricambiato il lavoro artistico con tanta considerazione e affetto. Esperienze che mi accompagneranno per sempre nel lungo itinerario artistico.

“Essere Ambasciatore Di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo implica una grande
responsabilità.

“Questo ruolo che mi onora profondamente mi vede costantemente impegnato a portare nei numerosi concerti il messaggio di Missioni Don Bosco, che è fortemente legato al ruolo che la musica può avere soprattutto tra i giovani. Ricordiamo le bande musicali che il Santo fondò affinché potessero diventare un’opportunità educativa e un momento di aggregazione per tanti di loro. I salesiani, le suore e i coadiutori laici che permettono di realizzare il sogno missionario di Don Bosco sono uomini e donne, impegnati a diffondere nel mondo la loro opera educativa e formativa, con grande attenzione a chi è più vulnerabile e solo”.

A soli 24 anni ha già suonato in tutto il mondo. C’è un luogo al quale si sente particolarmente
legato?

“Ogni concerto ha lasciato dentro di me un segno profondo, il contatto con il pubblico ha reso ogni evento unico e speciale. Tuttavia ricordo con grande emozione il momento nel quale al termine del concerto, feci dono di uno strumento ad un bambino del Teatro dei Ragazzi di Palermo. Il sorriso e
la luce di quegli occhi rimarranno per sempre impressi nel mio cuore”.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *