INCHIESTA – Rifondazione comunista, Cgil, Cisl e Uil sanno qual è la reale situazione finanziaria del Comune di Palermo? Lo sanno che il Pnrr è una presa in giro? Raccolta rifiuti e Amat: due disastri

Tre comunicati stampa ci accompagnano in questo approfondimento sui conti economici del capoluogo della Sicilia

Secondo voi i sindacalisti della Cgil, Cisl e Uil di Palermo, Rifondazione comunista e i dipendenti delle società che fanno capo al Comune del capoluogo della Sicilia l’hanno capito che i soldi sono finiti, che il Pnrr è una presa per i fondelli e che l’Italia, con 90 miliardi di euro all’anno di pagamenti per il debito pubblico ‘europeista’ truffaldino e con il nuovo Patto di stabilità, sempre ‘europeista’ e altrettanto truffaldino potrà andare avanti solo se i risparmiatori italiani saranno così ‘intelligenti’ da sottoscrivere ancora Btp? L’Unione europea è alla frutta (e potrebbe fallire a breve se non metterà da parte il folle progetto di confiscare i beni russi: qui un articolo); lo Stato italiano è senza soldi e ha trasferito la propria insolvenza alle Regioni e ai Comuni. E che fanno i sindacati e Rifondazione comunista? Chiedono al Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di trovare i soldi per continuare a tenere in piedi le società partecipate del Comune. Ebbene, tre comunicati – uno di Rifondazione e due di organizzazioni sindacali – ci danno l’opportunità di un approfondimento sul Comune di Palermo e sulla sua reale condizione finanziaria.

Ciaula scoprì la Luna. Invece i dirigenti di Rifondazione comunista cosa hanno scoperto? La nostra proposta: creare moneta di Stato

Cominciamo con il comunicato di Rifondazione comunista di ieri, 12 Luglio 2024: “La Giunta Lagalla ha pianificato la svendita dell’Azienda Municipalizzata del Gas che si occupa anche di illuminazione pubblica. I partiti che fanno parte della maggioranza consiliare come Forza Italia Lega e Fratelli d’Italia ne sono complici – dichiara Ramon La Torre segretario cittadino Rifondazione Comunista – poiché hanno demandato alla Giunta la stesura di un contratto di servizio capestro che metterà in difficoltà l’Azienda ma al contempo nello stesso contratto si rimanda sempre alla Giunta la possibilità di cedere servizi ai privati se necessario. Un’imboscata. A farla ancora più sporca, l’intervento in aula dell’assessore condannato per tentata concussione Totò Orlando, di cui Rifondazione Comunista chiese le dimissioni, che a detta di consiglieri della stessa maggioranza avrebbe palesemente detto che qualunque fosse stato il parere dei dirigenti sulla delibera da votare, poco importava, poiché sarebbe comunque stato lui ad orientare il voto dei consiglieri a suo piacimento.  Chiederemo ai cittadini di farsi parte attiva in questo processo – prosegue Ramon La Torre – perché le aziende di proprietà comunale appartengono alla città e non a chi la amministra. Avanzeremo la proposta di una direttiva generale in consiglio comunale, organo titolare delle garanzie dei cittadini, che impegni la giunta La galla al ritiro degli articoli capestro che inchiodano e l’AMG e derubano i cittadini di una loro proprietà. Rinnoviamo la richiesta al sindaco Lagalla di rimuovere l’assessore Totò Orlando”. Una domanda agli esponenti di Rifondazione comunista: se il Comune di Palermo deve ridurre i fondi per le Aziende partecipate perché in ‘cassa’ mancano i soldi l’alternativa quale sarebbe? Le chiacchiere? Se il Comune di Palermo non avrà più i soldi per tenere in piedi l’Azienda Municipalizzata del Gas che dovrebbe fare se non cederla ai privati? Noi siamo contrarissimi alla privatizzazione dei servizi. Ma se l’Unione europea sta affamando lo Stato italiano tra ‘rate’ del citato debito pubblico, ribadiamo truffaldino, e il nuovo Patto di stabilità, ribadiamo altrettanto truffaldino, che cosa si dovrebbe fare? Stampare moneta di Stato alternativa all’euro? A nostro avviso potrebbe essere una soluzione tecnicamente percorribile (qui un articolo). Rifondazione comunista è d’accordo? In mancanza di soldi bisogna proporre soluzioni, altrimenti con le critiche sterili si fa solo demagogia.

Sulla Sispi hanno ragione i sindacati: Sindaco, assessori e consiglieri comunali non si possono aumentare le indennità e fare ‘leccare la sarda’ ai lavoratori. Se c’è crisi, ebbene, la crisi riguarda tutti

Dall’Azienda Municipalizzata del Gas alla Sispi. Comunicato della Fiom Cgil e Fim Cisl di ieri, 12 Luglio 2024. “Sispi: no di Fiom e Fim alla sostituzione dei lavoratori in sciopero. I due sindacati dei metalmeccanici hanno spedito stamattina una lettera di diffida all’Azienda che si occupa dei servizi informatici e telematici del Comune di Palermo dopo aver appreso dell’intenzione di sostituire i lavoratori in sciopero e in blocco dello straordinario con lavoratori esterni. La diffida è stata inviata anche alla Prefettura e alla Commissione di vigilanza per i servizi pubblici essenziali. Lo sciopero è stato proclamato per Mercoledì 24 Luglio per protestare contro le decurtazioni al salario dei lavoratori. E nel frattempo continua lo stato di agitazione con il blocco dello straordinario e della reperibilità”. “E’ un’iniziativa che costituirebbe comportamento antisindacale – scrivono nella diffida i segretari generali di Fiom e Fim Francesco Foti e Antonio Nobile e le Rsu Antonio Flaccomio di Fiom e Giuseppe Di Giorgi e Rosario Gennuso di Fim  – Se sarà intrapresa, siamo pronti ad agire dinanzi alle sedi  competenti per tutelare i diritti sindacali dei lavoratori, delle rsu e dei sindacati”. Siccome siamo intellettualmente onesti, non possiamo non dare ragione ai sindacati quando mettono a nudo una contraddizione: “La cosa incomprensibile – aggiungono Fiom e Fim – è che da un lato Sindaco e Giunta votano un bilancio con i tagli al salario e la decurtazione del premio di risultato, chiedendo sacrifici ai lavoratori, e proprio l’anno scorso, ad Agosto, Sindaco, Giunta e tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, si sono aumentati gli stipendi”. Egregio Sindaco Lagalla, egregi assessori ed egregi consiglieri comunali di Palermo: i sindacalisti hanno ragione, non potete fare pagare ai cittadini i costi della crisi finanziarria oggettiva mentre voi intascate gli aumenti. Rinunciate agli aumenti delle indennità e sarete credibili. Intascare gli aumenti e fare ‘leccare la sarda’ ai lavoratori è odioso e non fa altro che aumentare la lontananza dei cittadini dalla politica. “L’altro punto che contestiamo – leggiamo sempre nel comunicato di Fiom Cgil e Fim Cisl – è che nella società non si fanno assunzioni, l’età media dei dipendenti è alta, e con la mancanza di turn over sarà necessario esternalizzare i servizi. E’ palese il tentativo di privatizzare la società. Andremo avanti con la mobilitazione e con le azioni legali”. Esternalizzare i servizi? Sarebbe gravissimo se ciò dovesse avvenire: a questo punto la questione finirebbe sui tavoli dei tribunali. Infatti, se non ci sono i soldi per pagare i dipendenti, i soldi non possono spuntare per pagare aziende esterne alla Sispi.   

Arristaru sulu l’occhi pi chianciri, altro che tavolo sulle partecipate del Comune di Palermo. Quanto al Pnrr torniamo a ribadirlo: è una presa in giro

Comunicato del 10 Luglio 2024 di Cgil, Cisl e Uil sulla conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi dai sindacalisti a Palermo, in Piazza Pretoria, davanti alla sede del Comune. I sindacalisti parlano di “dialogo che non è mai cominciato. Abbiamo provato in tutti modi, lettere, manifestazioni. Un silenzio assordante, che abbiamo deciso di non accettare più. Siamo qui perché è finito il tempo dell’attesa”, dicono il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana, e il segretario regionale Uil Sicilia, Giuseppe Raimondi. “Una conferenza stampa – leggiamo sempre nel comunicato – alla vigilia del Festino, per puntare il dito sulla condizione di una città in emergenza, sul degrado, sulla qualità della vita e dei servizi a Palermo”. Convinti della necessità di una riorganizzazione delle Aziende partecipate, tutte in questo momento in agitazione, i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto chiarezza sulle reali intenzioni dell’amministrazione comunale. “L’amministrazione è immobile – si legge sempre nel comunicato -. O meglio: si muove in senso opposto a quello che le lavoratrici e i lavoratori diretti del Comune e delle Aziende partecipate si aspettano – dicono sempre Ridulfo, La Piana e Raimondi -. Chiediamo da mesi all’amministrazione di aprire un tavolo oltre che sulle partecipate, sul bilancio e sulla gestione del Pnrr”. I fondi del Pnrr sono una presa in giro; come scrive il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, con le prime due rate del Pnrr – le uniche erogate dall’Unione europea – il Governo nazionale ha pagato gli interessi sul debito pubblico: cosa, questa, che ha evitato il fallimento o default dell’Italia. Le successive quattro ‘rate’ del Pnrr sono state accompagnate, guarda caso, da altrettante emissioni di Btp da parte del Tesoro, sempre guarda caso di pari importo alle fantomatiche ‘rate’ del Pnrr. Quanto ai “tavoli” sulle Aziende comunali partecipate dal Comune, va detto che non servirebbero a nulla, perchè, per dirla alla siciliana, fineu ‘i picciuli: al massimo il Comune può offrire, sempre per dirla alla siciliana, l’occhi pi chianciri.

Governo italiano, partiti politici di maggioranza e di opposizione e sindacati sono impegnati a nascondere agli italiani la verità sui fondi del Pnrr che non ci sono più per ‘parare il culo’ all’intoccabile Unione europea dell’euro

“E’ interesse di tutti, anche dei cittadini – prosegue il comunicato – conoscere l’esito degli investimenti, i progetti e gli stati di avanzamento e come si stanno spendendo i soldi. Siamo in una situazione di emergenza sociale: la casa, la violenza per le strade e la violenza di genere, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, i controlli nella catena di appalti e subappalti, le infiltrazioni della criminalità e della mafia. Troppe le questioni aperte, che non si affrontano”. I sindacati hanno chiesto di fare quello che altre amministrazione, come Roma, Firenze, Bologna stanno facendo: protocolli di legalità e cabine di regia sui grandi temi. “In questi due anni – si legge sempre nel comunicato – il confronto non è partito, i pochi incontri che abbiamo ottenuto sono stati formali, burocratici. Rivendichiamo la possibilità di un dialogo costante. Oggi, in questo momento di festa, annunciamo le nostre iniziative: il 22 ci autoconvocheremo a palazzo Palagonia, chiedendo di essere ricevuti dal Sindaco”. E il Sindaco cosa vi dovrebbe dire? Ca fineru ‘i picciuli? Non ve lo dirà mai! Voi sapete benissimo come stanno le cose: Governo italiano, partiti politici di maggioranza e di opposizione e sindacati sono impegnati a nascondere agli italiani la verità sui fondi del Pnrr che non ci sono più per ‘parare il culo’ all’intoccabile Unione europea dell’euro. Si va avanti con bugie e recite a soggetto. Comunque un cosa ve la possiamo anticipare: con i costi folli della guerra in Ucraina, che continuerà almeno fino al Febbraio del prossimo anno e, come abbiamo scritto stamattina, con la possibilitàche la stessa guerra coinvolgea direttamente i 27 Paesi dell’Unione europea con l’invio di militari grazie agli ‘europeisti’ che oggi governano la Polonia (qui il nostro articolo), la Ue è destinata ad affondare. Ormai è questione di un anno, al massimo due anni. Sarà un affondamento generale. Un ‘bordello’ economico, finanziario e sociale che nemmeno potete immaginare.

La verità è che tante famiglie di Palermo debbono scegliere: o pagare tasse e imposte comunali o provare a mettere d’accordo il pranzo con la cena. Forse la seconda opzione è la più ‘gettonata’

Torniamo alle parole parole parole di una celebre canzone. Nel documento Cgil, Cisl e Uil mettono a fuoco vari punti. “L’amministrazione – scrivono – non si è dotata di un piano strategico che permetta il rilancio delle sue partecipate: quello che invece si percepisce è uno stato di abbandono rispetto ai servizi complessivi strategici e essenziali, che rischia di portare a soluzioni estreme non condivise. Allo stesso modo – aggiungono i sindacalisti – pur apprezzando l’aumento delle ore a favore dei dipendenti del Comune inquadrati in categoria C, non possiamo non evidenziare come sia indispensabile dare risposte equivalenti ai lavoratori inquadrati nelle altre categorie ferme a 30 ore, sempre nell’ottica del rafforzamento della macchina pubblica a favore dei bisogni dei cittadini. Per questo, Cgil, Cisl e Uil rivendicano la necessità di un confronto dell’amministrazione comunale che coinvolga i corpi intermedi della città che possono e devono essere considerati come elemento di ricchezza per l’amministrazione e non un fastidio”. “In questo senso – aggiungono i sindacalisti – è innegabile che l’assenza di risposte alle numerose richieste di incontro, in particolare proprio sul tema del bilancio, siano state, oltre che lesive della dignità delle persone che rappresentiamo, un’occasione persa per questa Giunta”. Ma cosa vi dovrebbero dire gli attuali amministratori comunali di Palermo sul Bilancio? Che le entrate si sono ridotte in parte per i tagli di Stato e Regione siciliana e in parte perché i cittadini di Palermo non hanno più i soldi per pagare tasse e imposte comunali? Che fioccano le multe agli esercizi commerciali cittadini nella speranza che non chiudano bottega e paghino? Davanti a questa realtà che si tocca con mano le parole dei sindacati “sul modello di città che si vuol costruire” sembrano puri ‘esercizi di stile’.

Forse i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil di Palermo avrebbero bisogno di un bagno di realtà: gli farebbe bene

I sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil della città dicono che all’attuale amministrazione comunale – ribadiamo, senza picciuli – sarebbe mancata la “visione”. Queste formule intellettualistiche davanti al crollo generale dell’Unione europea e dell’Italia appaiono totalmente fuori contesto. I vertici delle tre organizzazioni sindacali si accorgono solo ora che “le spese di funzionamento, fitti passivi, acqua luce e gas sono aumentate”. Normale: è il disperato tentativo della pubblica amministrazione di far pagare ai cittadini di Palermo i costi della crisi. Ma è un buco nell’acqua, perché tantissime famiglie del capoluogo siciliano si sono impoverite e arrivano a fatica a fine mese e tante famiglie non riescono a mettere d’accordo il pranzo con la cena. Figuriamoci se queste famiglie si preoccupano di pagare imposte e tasse al Comune di Palermo. In prospettiva, non tra dieci anni ma tra due anni le entrate del Comune di Palermo legate a tasse e imposte si ridurranno. Vi assicuriamo, egregi sindacalisti, che non tutti i cittadini di Palermo hanno lo stipendio a fine mese. Forse i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil di Palermo dovrebbero abbandonare le loro ‘torri d’avorio’ e farsi un giro per le chiese della città, chiedendo ai sacerdoti, sempre più pochi, qual è lo scenario reale della povertà. Un bagno di realtà gli farebbe bene. Di più: se l’Italia non uscirà in tempi brevi da questa fallimentare e guerrafondaia Unione europea dell’euro gli stipendi e le pensioni verranno decurtate. Il resto sono solo chiacchiere che, per definizioine, stanno a zero.

Finalmente qualcuno si è accorto dei debiti fuori Bilancio dei Comuni: meglio tardi che mai

I sindacalisti, bontà loro, con ritardo, sollevano la questione dei debiti fuori bilancio dei Comuni (qui un nostro articolo di nove anni fa). Era ora. I debiti fuori bilancio vengono definiti “uno dei più grossi problemi contabili del Comune… nonostante che i bilanci di previsione siano stati approvati i tempi ragionevoli e la cassa, grazie agli interventi governativi, si sia temporaneamente sistemata, azzerando il ricorso alla anticipazione di tesoreria”. Per quanto ne sappiamo noi, i Bilanci di previsione di molti Comuni siciliani sono libri dei sogni, con entrate frutto di fantasia contabile. Del resto, siamo ormai da anni in una Regione dove il Parlamento dell’Isola approva ogni anno la propria manovra finanziaria con il ricorso ad “accantonamenti negativi”: ovvero con interi capitoli di quella che un tempo si chiamava legge Finanziaria senza soldi. Della serie: se arriveranno i fondi, di solito dallo Stato, i capitoli potranno essere attivati, altrimenti abbiamo scherzato. Pensate che stiamo scrivendo fesserie? Guardate che in Assemblea regionale siciliana è così da almeno un decennio. Se a Sala d’Ercole fanno così, perché i Comuni siciliani non dovrebbero iscrivere fra le entrate decine e decine di milioni di euro per contravvenzioni, ovvero soldi che non si materializzeranno mai? Come si fa a iscrivere in un Bilancio i fondi di contravvenzioni che ancora debbono essere appioppate ai cittadini? Eppure lo fanno. Per la ‘gloriosa’ Unione europea che ha fatto fallire l’Italia questo e altro.

Le nuove sei o sette linee di Tram di Palermo come Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati

“Si è tornati all’antica abitudine di non rispettare la scadenza dei pagamenti a favore delle società partecipate”, scrivono i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil. E da dove li dovrebbero prendere i soldi gli amministratori comunali di Palermo per “rispettare la scadenza dei pagamenti a favore delle società partecipate”? Peraltro, alcune Aziende partecipate del Comune di Palermo funzionano male. La gestione dei rifiuti è un disastro da oltre un decennio. Perché, ad esempio, l‘Amat, l’Azienda del trasporto pubblico di persone del Comune di Palermo non blocca i 15 Km di Tram che servono meno dell’1% della popolazione cittadina al costo di circa 10 milioni di euro all’anno? Ve lo diciamo noi perché: perché la permanenza in vita di 15 fallimentari km di Tram avrebbe dovuto giustificare altri 600, forse 700, forse 800 milioni di euro di appalti a ruota libera per realizzare sei o sette nuove linee di Tram ‘progettate’ peraltro senza una Variante urbanistica, con le ‘autorità’ politiche e amministrative che se la ‘toccano con il mignolo’ e con i ricorsi che vagano nei castelli kafkiani del Diritto amministrativo in salsa sicula. La buona notizia per l’ambiente è che i soldi per le nuove linee panormite di Tram, sempre per dirla alla siciliana, spirieru‘, sono scomparsi, forse finiti nel pozzo senza fondo della guerra in Ucraina. Almeno per ora una nuova cementificazione evitata. Intanto il Tram di Palermo funzionante gira, gira, gira depauperando i conti dell’Amat, nell’attesa dei 600, forse 700, forse 800 milioni di euro per le nuove linee di Tram: un’attesa che ricorda tanto Il deserto dei tartari“...

La questione della lingua: dal sindacalese al commercialistese

Rimane sempre bassa la capacità di riscossione delle entrate, che è uno dei fattori scatenanti dell’ulteriore aumento dell’abnormità del fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE), spada di Damocle che continua ad incombere sul Comune di Palermo, che potrebbe rideterminare il patologico ricorso all’anticipazione di tesoreria”, scrivono sempre i sindacalisti con lo stile dei commercialisti che loro parlano e loro e solo loro si capiscono. Da Pietro Bembo ad oggi la questione della lingua non è molto migliorata… soprattutto dopo l’avvento del ‘sindacalese’ e del ‘commercialistese’. “Per le Aziende partecipate – si legge ancora nel comunicato – i sindacati constatano l’assenza degli accantonamenti obbligatori riguardo la necessaria ricapitalizzazione che scongiuri il rischio che gli amministratori siano costretti a portare i libri in Tribunale”. Vuoi vedere che anche i sindacalisti si sono accorti ca i picciuli finieru? “Uniche note positive – prosegue il comunicato -: il fondo rischi spese legali ridotto, bene anche il rilancio dei progetti varati dalle precedenti amministrazioni ma ci saremmo aspettati, parimenti, una progettualità nuova che marcasse l’identità e la visione di questa amministrazione”. Ragazzi: “marcare” addirittura “l’dentità l’identità e la visione di questa amministrazione”. Si riferiscono ai dribbling alla Mazzola o alla Maradona o ai rocciosi difensori alla Burnich e alla Rosato? Ciederemo ‘lumi’ al nostro vecchio amico Riccardo, dateci tempo.

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