INCHIESTA/ Che ci fa l’oro del Venezuela e dell’Argentina nella Banca d’Inghilterra? Il mondo si prepara alla moneta unica del BRICS agganciata all’oro?

di Geopoliticus

La Banca d’Inghilterra, per la cronaca, è la Banca Centrale del Regno Unito. Da quello che si capisce Venezuela e Argentina non rivedranno più il loro oro

In queste ore i media occidentali parlano tanto del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro (foto sotto), ‘reo’ di aver vinto le elezioni nel suo Paese. Ma non si parla, invece, del fatto che una parte importante dell’oro del Venezuela si trova a Londra. Questa particolare storia la leggiamo in un post di un canale Telegram: “Nel 2019, Londra si è semplicemente rifiutata di restituire le riserve auree di Caracas immagazzinate in Gran Bretagna. Da allora, i tentativi del Presidente Nicolas Maduro di ottenere il controllo dell’oro venezuelano (sarebbero 80 tonnellate) sono costantemente falliti. Il Venezuela ha perso in tutti i tribunali possibili. L’oro scomparso da qualche parte nei depositi della Banca d’Inghilterra costituisce una parte significativa delle riserve internazionali del Venezuela, il cui volume ammonta a circa 9,5 miliardi di dollari. Tra l’altro, una parte di esse sono i DSP (Diritti Speciali di Prelievo del FMI) del Venezuela anch’essi bloccati. Questo è il moderno sistema finanziario”. Va precisato che Londra, nel 2019, ha deciso di non restituire l’oro del Venezuela al Governo del Venezuela perché gli occidentali avevano deciso che le elezioni politiche di cinque anni fa non erano state vinte da Maduro ma da Juan Gerardo Antonio Guaidó, così come le elezioni di qualche giorno fa, sempre secondo l’Occidente, non sono state vinte da Maduro ma da Edmundo González Urrutia. Guarda caso, sia Guaidó, sia González Urrutia sono espressioni del regime ultra-liberista e globalista dell’Occidente. Così, dal 2019, il Regno Unito si tiene 32 tonnellate di oro del Venezuela del valore di circa un miliardo di dollari (qui un articolo).

Di fatto, mentre il mondo è occupato a seguire le guerre, a cominciare dall’Ucraina e dal Medio Oriente, la cosiddetta Anglosfera sta facendo incetta di oro, scippandolo ad altri Paesi

Dal Venezuela all’Argentina. Dove va in scena un’altra storia che riguarda sempre l’oro. “C’è un piccolo problema in Argentina – leggiamo sempre sul nostro canale Telegram che, forse, riprende un articolo de Faro di Roma -. Sessantadue tonnellate d’oro per un valore di 4,5 miliardi di dollari, l’intera riserva aurea del Paese, sono sparite chissà dove. Il Governo ha annunciato a malincuore che l’oro argentino era stato caricato su charter della British Airways e spedito a Londra”. Perché l’attuale Governo argentino ha inviato l’oro del proprio Paese in Gran Bretagna? “Forse perché il Presidente Javier Milei ha lavorato per la banca britannica HSBC prima di entrare in politica? In Argentina esiste ancora una versione secondo cui si tratta di un trasferimento dell’oro agli ‘sponsor occidentali’ in modo che possano successivamente prenderlo come garanzia per i prestiti”. Ricordate cosa è successo nel Novembre dello scorso anno in Argentina? Che il popolo argentino – questa almeno la versione ufficiale – ha eletto presidente il già citato ultra-liberista e globalista Javier Milei. Elezioni regolari? Assolutamente sì, certificate dall’Occidente. Perché un Paese di poco più di 46 milioni di abitanti abbia eletto presidente un personaggio che sta privatizzando tutto quello che si può privatizzare in Argentina, per la felicità delle multinazionali che si stanno prendendo tutto non si capisce. Mentre Maduro, che ha difeso e difende il proprio Paese dai delinquenti del sistema ultra-liberista e globalista avrebbe ‘taroccato le elezioni. Poco importa che in Argentina ci sono già proteste popolari: l’importante è che la ‘Grande informazione occidentale’ – quella che dice che Maduro ha ‘taroccato’ le elezioni in Venezuela – non ne parli. Così come non si parla dell’oro che il Regno Unito ha scippato al Venezuela e dell’oro argentino che Milei ha già trasferito a Londra. Come non si parla più del colpo di Stato ‘pilotato’ lo scorso anno dagli Stati Uniti d’America in Perù, uno dei Paesi più ricchi del mondo (qui un articolo). Di fatto, mentre il mondo è occupato a seguire le guerre, a cominciare dall’Ucraina e dal Medio Oriente, la cosiddetta Anglosfera sta facendo incetta di oro, scippandolo ad altri Paesi. Ma anche i Paesi del BRICS fanno incetta di oro.

Il mondo si sta preparando al passaggio dal dominio del dollaro americano alla moneta unica del BRICS agganciata all’oro. Gli effetti nel sistema economico e commerciale mondiale saranno imprevedibili

Perché questa corsa all’oro? Con molta probabilità, perché, nel mondo si sta per tornare a un sistema monetario imperniato sull’oro. Ricordiamo che i Paesi del BRICS avrebbero dovuto varare una nuova moneta unica dello stesso BRICS agganciata all’oro nell’Autunno del 2022. Gli Stati Uniti lo sapevano e hanno scatenato la guerra in Ucraina proprio per bloccare il varo della moneta unica del BRICS agganciata all’oro. Per la cronaca, ricordiamo che dopo la crisi del Kippur, nei primi anni ’70 del secolo passato, gli americani hanno ‘sganciato’ il dollaro dall’oro per controllare l’economia occidentale e altre aree del mondo con la loro moneta, ovvero con il citato dollaro statunitense che è una moneta speculativa per antonomasia. Imponendo il dollaro con le armi e con le guerre, grazie all’indiscutibile bravura degli economisti della FED, la Banca Centrale statunitense, gli americani sono riusciti fino a pochi anni fa ad assicurare ai propri cittadini un tenore di vita elevato. La capacità produttiva di un Paese è importante, ma lo sono anche la moneta e la gestione della stessa moneta. Da qualche anno gli americani non sono più i padroni indiscussi del commercio internazionale. Questo perché i Paesi del BRICS, che hanno a disposizione le stesse armi atomiche degli americani, lavorano, come già accennato, a una moneta unica agganciata all’oro, proprio per porre fine al dominio del dollaro americano negli scambi commerciali internazionali. Le guerre che ci sono per ora nel mondo, dall’Ucraina al Medio Oriente, per citarne solo due, servono agli Stati Uniti, all’Inghilterra e ai Paesi occidentali loro alleati per fare incetta di oro. Fantapolitica? Leggetevi i seguenti articoli:

Asia fa scorte di oro

Investitori più facoltosi fanno incetta di oro, boom di acquisti nel secondo trimestre

Oro bene rifugio, il prezzo schizza a valori record: perché conviene investire nel metallo giallo e cosa c’entra la Cina

In Cina è corsa all’oro: governo e famiglie fanno incetta di lingotti

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Fine prima puntata/ continua

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