INCHIESTA/ A partire da Dicembre l’olio d’oliva extra vergine acquisastelo solo presso negozi fidati o presso i frantoi. In questo articolo illustriamo il perché adottare tali misure

Con molta probabilità, stanno gonfiando la produzione. In realtà, la crisi climatica tra siccità e alluvioni ha ridotto la produzione di olive quasi ovunque

In Europa stanno ‘gonfiando’ la produzione di olio di oliva? La siccità e le inondazioni non sono mancate. E non hanno risparmiato le piantagioni di olivo. Eppure… Eppure i dati che arrivano sono contrastanti. Partiamo da un articolo pubblicato il 31 Luglio scorso da Foglie, a firma di Donato Fanelli. Interessanti le notizie sull’olivicoltura in Spagna, che è il primo Paese al mondo per la produzione di olio d’oliva: “Seguendo i diversi forum – scriveva Fanelli a fine Luglio di quest’anno – non ho potuto non notare la querelle tra gli agricoltori e le organizzazioni di categoria che si affrettavano ad esordire con dichiarazioni roboanti, per la serie: ‘Fine della crisi dell’olio d’oliva: la campagna 2024/25 tornerà alla normalità. Se l’estate lo consentirà, la Spagna supererà nuovamente il milione di tonnellate di olio d’oliva nel prossimo raccolto’. Ma portatori di interesse dalla penisola iberica mi dicono che la Spagna anche secondo le migliori previsioni non si avvicinerà al milione di tonnellate. Un agricoltore spagnolo in uno di questi gruppi sui social biasimava la scelta delle organizzazioni di rappresentanza di diffondere stime per nulla veritiere, anche perchè la siccità non ha risparmiato gli alberi neanche in questa campagna e i frutti sono stati non ottimali già da due anni. ‘Il raccolto sarà medio o scarso anche quest’anno’, chiosa nel suo post un agricoltore spagnolo”.

Ci sono Paesi europei dove si coltiva l’olivo che sono stati colpiti da siccità e incendi. E in alcuni casi da alluvioni. Com’è possibile che la produzione di olive non sia diminuita e, in alcuni casi, addirittura, sia aumentata?

In effetti, in Spagna, dal 2021 ad oggi la siccità non ha dato tregua. Com’è possibile che in questo Paese la produzione di olive e, di conseguenza, di olio d’oliva sia in aumento? A chi giova il racconto di un’annata olivicola positiva, si chiede Fanelli nel finale del suo pregevole articolo: “Ai produttori? Bah, nutro i miei forti dubbi. Forse, e dico forse, non giovano più a coloro i quali hanno intenzioni di far entrare produzioni dall’estero per renderle ‘magicamente’ spagnole o italiane, a seconda dell’ubicazione della sede legale (tanto ormai parlare di Italia è come parlare di Spagna, cambia poco se non ragione sociale). In Italia o in Spagna…purché se magna!” (qui per esteso l’articolo di Foglie). Prima di fare il punto della situazione in Italia proviamo a capire come vanno le cose nei Paesi europei e del Nord Africa dove si coltiva l’olivo. In Grecia viene un po’ da sorridere. A fine Agosto in questo Paese non c’era acqua per lavarsi (qui un articolo). A Giugno e a Luglio sono state registrate temperature elevate come non mai. Eppure… Eppure le previsioni dicono che l’annata olivicola andrà bene. Pensate un po’: in Grecia anche quest’anno ci sono stati incendi boschivi terribili (qui un articolo e qui un altro articolo); la parola “anche” ci sta tutta, perché lo scorso anno gli incendi boschivi in Grecia sono stati altrettanto terribili. Fuoco che non ha risparmiato il Peloponneso, dove l’olivo è piuttosto diffuso (qui un articolo). Insomma, siccità, caldo, incendi boschivi eppure… Eppure la produzione di olive e di olio d’oliva in Grecia è in crescita. Un miracolo…

La maggior parte di olio d’oliva tunisino e marocchino viene esportato in Spagna e Italia. Che fine fa? La domanda ci sta perché non sappiamo che tipo di pesticidi vengono utilizzati nel Nord Africa

Della Spagna abbiamo già detto: il racconto ufficiale è che la produzione di olive e, di conseguenza, di olio d’oliva sia in aumento rispetto alla pessima annata dello scorso anno. In Spagna non sono mancate le alte temperature estive e anche alte temperature in altri mesi dell’anno; in Spagna non è mancata la siccità; in Spagna non sono mancati gli incendi boschivi. Ma, come in Grecia, la produzione di olive e di olio d’oliva è in aumento. Quindi, due ‘miracoli’: il primo in Grecia e il secondo in Spagna… Andiamo in tre Paesi del Nord Africa dove la produzione di olio d’oliva è in crescita. In Tunisia, come in Marocco e in Algeria quest’anno la siccità è stata piuttosto accentuata; il Governo tunisino sta erogando aiuti agli agricoltori i cui terreni sono stati colpiti dalla siccità (qui un articolo). Però, a quanto pare, gli alberi di olivo tunisini non hanno risentito della siccità: quindi un terzo miracolo, in questo caso in salsa tunisina. In Algeria si punta a raddoppiare gli ettari coltivati ad olivo. Anche in Algeria, quest’anno, non è mancata la siccità ma non abbiamo letto di riduzione nella produzione di olive. Qualcosa in più sappiamo sul Marocco, che lo scorso anno ha raddoppiato l’export di olio d’oliva (qui un articolo). Il Marocco è il quinto esportatore di olio d’oliva del mondo dopo Spagna, Tunisia, Italia e Grecia. Per la cronaca, la maggior parte dell’olio d’oliva prodotto in Marocco e in Tunisia viene esportato in Spagna e in Italia. Non sappiamo in Spagna, non sappiamo cosa succede in Italia dalle Alpi a Reggio Calabria, ma possiamo assicurare che in Sicilia, dove l’olio d’oliva tunisino arriva a iosa, non abbiamo mai letto nelle bottiglie di olio d’oliva e olio extra vergine di oliva le parole: “Olio d’oliva prodotto in Tunisia” e “Olio d’oliva extra vergine prodotto in Tunisia”. Chi vuole capire, capisca. Nulla contro l’olio d’oliva tunisino e marocchino. Ci chiediamo: che tipo di pesticidi vengono utilizzati in questi due Paesi nella coltivazione dell’olivo?

Se nel Sud Italia e in Sicilia la siccità ha ridotto la produzione di olive, in Toscana e in Liguria le alluvioni hanno fatto aumentare la produzione di olive. Possibile?

E in Italia? A fronte della produzione di olive disastrosa dello scorso anno, ci aspettavamo un calo della produzione di olio d’oliva. In effetti, il prezzo dell’olio d’oliva extra vergine italiano – con riferimento all’annata 2023-2024 – è aumentato: sono sparite le ‘offerte’ di olio extra vergine italiano a 4-5 euro a bottiglia con prezzi che sono nella migliore delle ipotesi raddoppiati. E ci sono bottiglie di extra vergine italiani che arrivano anche a 13 euro. Al diminuire dell’offerta il prezzo aumenta. Tutto a posto, allora? Non esattamente. Se il 2023 è stato un anno con una riduzione della produzione di olive, in media, del 50% come mai nei centri commerciali non è mai stato difficile trovare olio d’oliva extra vergine italiano? Non è un po’ strano? Se l’offerta di olive italiane è diminuita come mai non è diminuita l’offerta di olio d’oliva extra vergine italiano? Un’altra ‘magia’? Per l’annata 2024-2025 le stime raccontano di un calo della produzione di olio d’oliva del 32%. A noi sembra una stima molto generosa. Infatti, se andiamo a verificare la situazione nelle Regioni italiane dove si coltiva l’olivo ci accorgiamo che la situazione è difficile. In Puglia, la prima Regione italiana nella produzione di olio d’oliva, la siccità che ha ridotto la produzione del 40-50. In Calabria il Governo regionale, a fine Agosto, ha chiesto lo stato di calamità per la mancanza di acqua: una siccità che ha danneggiato anche l’agricoltura calabrese (come si legge qui). Morale: anche in Calabria, seconda Regione italiana per la produzione di olio d’oliva, la produzione dovrebbe essere in calo. In Sicilia, terza Regione italiana per la produzione di olio d’oliva, il calo della produzione di olio si attesta intorno al 50%, anche se ci sono aree dove il calo della produzione è maggiore. Per la cronaca, in queste tre Regioni si produce il 70% dell’olio d’oliva italiano. Poi ci sono la Campania e la Basilicata. Nel Centro Nord Italia la produzione di olio d’oliva non dà grandi numeri, di conseguenza non si capisce da dove arrivino le grandi produzioni. Due particolarità degne di nota: quest’anno in Toscana e in Liguria sono previsti aumenti delle produzioni di olive. Da qui la deduzione che le alluvioni che hanno colpito queste due Regioni giovino agli alberi di olivo che producono di più… Piogge anche nella zona del lago di Garda, ma anche lì produzioni ottime e abbomdanti…

Lo scenario in Sicilia

Per la Sicilia abbiamo chiesto notizie in alcune chat di agricoltori. Ci dicono che nel Palermitano le condizioni climatiche hanno provocato un calo della produzione che varia dal 50 al 75%. Pessimista Franco Calderone, titolare di un oleificio a Marineo: “Nelle nostre zone produzione almeno dimezzata a causa della pessima allegagione. In alcune ampie parti della Sicilia produzione inesistente. Penso che faremo non più del 30% di media rispetto alle annate normali. Quanto alle mie zone, con riferimento a Marineo e zone del circondario, lo scenario è a macchia di leopardo: ci sono zone dove il calo della produzione si attesta inorno al 50% e zone dove i danni provocati dal clima hanno azzerato la produzione di olive”. Sempre nel Palermitano Ettore Pottino, che produce olio d’oliva biologico, parla di perdita quasi totale della produzione: “Quest’anno per la mia azienda olivicola – dice – è una tragedia: abbiamo prodotto appena 124 kg di olio d’oliva extra vergine su 9 ettari di oliveto”. Nel Trapanese le perdite sono più contenute: dal 20 al 30% in meno di produzione. Un po’ peggio nelle province di Caltanissetta e Agrigento dove le perdite oscillano fra il 30 e il 40%. Pessima l’annata olivicola nelle zone pianeggianti del Catanese e nel basso Ennese, con perdite che sfiorano l’80%. Nelle aree medio alte dell’Ennese perdite del 30-40%. Va un po’ meglio per gli oliveti dell’Etna: fino a mille metri il calo della produzione è del 50% circa. Nelle zone pianeggianti e basso-collinari del Siracusano e del Ragusano gli oliveti registrano perdite di produzione che raggiungono il 60%; va meglio nelle aree alto-collinari dove le perdite si attestano fra il 40 e il 50% (qui un articolo). Non abbiamo notizie precise sull’andamento dell’annata olivicola nel Messinese, a parte qualche produttore che ci dice che nella sua azienda sta raccogliendo poche olive.

Il consiglio ai consumatori

Che consigli dare ai consumatori italiani? Quest’anno è andata com’è andata. Come abbiamo accennato, non si è capito da dove sia arrivata la grande offerta di olio extra vergine di oliva italiano, dal momento che il 2023 è stata una pessima annata olivicola. L’annata olivicola 2024-2025 non ci sembra diversa dall’annata olivicola italiana dello scorso anno. Da qui il nostro consiglio: acquistate olio d’oliva extra vergine solo nei negozi di fiducia o presso i frantoi. A buon intenditor poche parole.

Appena arriveranno altre notizie daremo gli aggiornamenti

Perdite di produzione di olive in alcuni centri del Palermitano:

Zona dí Castronovo di Sicilia, provincia di Palermo, perdite del 75%

Zona Carini e centri limitrofi, perdite dell’80%

Altavilla Milicia, perdite del 95%

Ficarazzi e dintorni, perdite del 95%

Zona di Lercara-Vicari-Roccapalumba-Prizzi, perdite dell’80%

Trabia – Termini Imerese, perdite dell’80-90%

Pessima annata anche a Bagheria e sulle Madonie

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