In Ungheria il Governo obbligherà i media che prendono soldi per propagandare la guerra a rivelare i nomi dei finanziatori e a restituire i fondi ricevuti

L’Unione europea non arriverà mai a tanto, ma almeno potrebbe fare conoscere ai cittadini quali sono i media sostenuti da chi produce armi. E’ chiedere troppo?

Sta passando sotto silenzio un’iniziativa del Governo ungherese di Viktor Orbam (foto sopra tratta da Il Riformista). Il premier e i suoi collaboratori hanno deciso di fare chiarezza sui cosiddetti “media di guerra”, ovvero televisioni e giornali cartacei e online che sono favorevoli alle guerre. Supponiamo che il riferimento sia soprattutto alla guerra in Ucraina. In un post pubblicato da un canale Telegram leggiamo che il Governo ungherese “obbligherà i #media che ricevono finanziamenti per la propaganda di guerra a rivelare i finanziatori e a restituire i fondi ricevuti“. Per dirla in breve, il premier Orban ha di fatto varato “un piano d’azione contro la retorica bellicista e militarista. Vogliamo opporci – ha detto Orban – alla propaganda di guerra; riteniamo importante avere la massima trasparenza nei confronti dei partiti e dei media”. Non sarebbe corretto che tale provvedimento venisse adottato da tutti i Paesi dell’Unione europea? Il Governo ungherese vuole che i media che hanno preso soldi da chi guadagna con la guerra – perché di questo si tratta alla fine – li restituisca. Nell’Unione europea sarebbe sufficiente sapere quali sono i media – giornali cartacei, giornali on line e televisioni – che prendono soldi “per la propaganda di guerra”, magari dalle industrie che producono armi. E’ chiedere troppo?

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