In tempo di guerra il grano diventa strategico. Non a caso la Cina controlla oggi più del 50% delle riserve mondiali di grano. La politica europea è in grado di capire cosa potrebbe succedere?

Bella e stimolante riflessione della pagina Facebook Foodiverso sulla valenza geopolitica del grano nell’attuale momento storico contrassegnato dalle guerre

Nell’Antica Roma il grano era strategico. Lo era per la gestione della città, che non doveva mai rimanere senza grano; e lo era durante le guerre per alimentare le legioni e le truppe ausiliarie. E lo è oggi con il mondo funestato da guerre. Già, le guerre del nostro tempo. Tema affrontato in un post pubblicato dalla sempre stimolante pagina Facebook Foodiverso. Il titolo del post è: “COMPRARE GRANO”. “È una strategia eccellente per fronteggiare le crisi geopolitiche – si legge nel post -. Perché proprio il grano? In un articolo apparso su Forbes, Shawn Hackett, analista indipendente che si occupa di commodities, spiega così la questione: ‘In una situazione di crescente rischio di guerra mondiale, le forniture di grano sono necessarie per mezzo mondo…’, ed inoltre ‘soprattutto in un contesto quale quello bellico che fa pensare a prezzi del cibo in salita e a una riduzione dei raccolti’. Queste analisi che se da un lato ci preoccupano per le sempre più ricorrenti previsioni di guerra globale pongono più di un quesito per la nostra cerealicoltura. Siamo pronti ad uno scenario simile?”.

“L’inadeguatezza conclamata della nostra classe politica apre a scenari ahinoi nefasti…”

Una domanda che chiama altre domande: “La già deficitaria produzione nazionale – leggiamo nel post di Foodiverso – come e quanto verrà decurtata in questa stagione a causa delle scarsissime precipitazioni?Sperare di incidere sul prezzo, in un contesto dominato dai grandi player finanziari, non risulta utopico? Non sarebbe più opportuno che anziché abbandonare al proprio destino gli agricoltori si creassero condizioni più adeguate affinché proseguano la propria attività? Siamo veramente convinti che il grano, in un modo o nell’altro, ci sarà sempre e comunque? Lo sanno i nostri politici che più del 50 % delle riserve mondiali di grano è stoccato in Cina? E lo sanno inoltre che abbiamo aumentato del 1000 % le importazioni dalla Russia?”. Amare le conclusioni: “L’inadeguatezza conclamata della nostra classe politica apre a scenari ahinoi nefasti: ci sembra che è giunto il momento di aprire una bella discussione sulla correlazione tra geopolitica e cibo, sempre che qualcuno abbia chiaro il concetto di SICUREZZA e non sovranità ALIMENTARE”. #grabo#cibo#Guerra#food#sicurezzaalimentare#governo Fonte: https://www.forbes.com/…/buy-wheat-its-a-top-hedge-for…/

I disastri provocati da un’Unione europea di lobbisti che vuole sostituire i seminativi con immense distese di pannelli fotovoltaici. Le insufficienze degli agricoltori siciliani, sempre pronti a dividersi e fino ad oggi incapaci di dare vita a un sindacato agricolo autonomo

La questione sollevata in questo post è molto importante. Gli “scenari nefasti” ipotizzati a causa di una conclamata inadeguatezza dell’attuale classe politica sono purtroppo da mettere nel conto. L’Unione europea punta a produrre energia con immense distese di pannelli fotovoltaici al posto dei seminativi. Quando abbiamo segnalato che il cosiddetto Agrivoltaico per il grano è antieconomico (come potete leggere qui) non sono mancate le critiche da parte di alcuni agricoltori siciliani che si illudono di risolvere i problemi del basso prezzo del grano duro non colpendo chi specula al ribasso ma provando a far ‘coabitare’ grano duro e pannelli fotovoltaici. Impossibile non deprimersi, se consideriamo anche l’incapacità degli agricoltori che hanno dato vita a proteste anche importanti di organizzarsi in un sindacato agricolo autonomo dai ‘parassiti’ che fanno finta di occuparsi degli agricoltori, perseguendo invece interessi fondati sullo sfruttamento degli stessi agricoltori che sopravvivono grazie all’assistenzialismo senza futuro dell’Unione europea. Una Ue che è un disastro, basti pensare che continua a far entrare grano estero pieno di contaminanti. Un’Europa “dei popoli” (ma di quali popoli?) che si accorge dell’agricoltura solo quando viene meno la sicurezza: come avvenuto nell’Estate del 2021, quando il clima ha distrutto una parte importante del grano in tutto il mondo (Europa compresa colpita, quell’anno, contemporaneamente, da siccità e da un’alluvione a Luglio). Così nell’Estate di tre anni fa abbiamo assistito a una pagliacciata degna in tutto e per tutto dell’attuale Unione europea: con il Governo Ue che invitatava gli agricoltori a coltivare grano mentre, contemporaneamente, con il Set-Aside, pagava gli agricolotori per non coltivare il grano! Questa è l’Unione europea. Cosa c’è da aspettarsi da un’istituzione scadente e inadeguata gestita da lobbisti?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *