In Sicilia un movimento di agricoltori vicino alla rivolta in Germania. La chat ‘Protesta agricoltori siciliani’. Parlano Franco Calderone, Agostino Cascio e Francesco ‘Ciccio’ Aiello

Gli agricoltori siciliani cominciano a svegliarsi sull’onda delle grandi proteste popolari in corso in Germania e in altri Paesi europei

Da qualche giorno ci occupiamo delle proteste degli agricoltori che, piano piano, vanno prendendo piede in Europa. Ieri abbiamo raccontato le manifestazioni che si sono svolte in tanti centri della Germania. Oggi continuiamo a illustrare una protesta che si va estendendo in altre realtà europee. Con un occhio anche alla nostra Sicilia dove ieri si è svolta, come dire?, una sorta di prima assemblea online di tanti agricoltori e allevatori che stanno dando vita a un movimento. Da quello che si legge sulla rete, anche in Olanda sta nascendo un movimento di protesta. Ricordiamo che il passato Governo olandese ‘europeista’ ha provato, senza riuscirci, a smantellare gli allevamenti animali. Non solo il tentativo è miseramente fallito, ma alle successive elezioni politiche gli ‘europeisti’ sono stati sconfitti e adesso in Olanda tutto è in discussione. Difficile dire quello che succederà. E’ noto, infatti, che l’Olanda, in combutta con la Germania, è diventato il Paese dell’Unione europea ‘Paradiso fiscale’ autorizzato. Un imbroglio dei soliti ‘europeisti’ a trazione tedesca che ha attirato tanti gruppi economici europei che risparmiano una barca di soldi pagando le imposte in Olanda, impoverendo gli altri Paesi europei, che vengono privati di entrate fiscali consistenti. Questi soldi drenati ‘a norma di legge europea’ sono andati a sostenere l’economia tedesca e olandese (e in parte anche francese). Ma la crisi economica scatenata in Europa dalla guerra in Ucraina sta facendo franare l’economia tedesca in particolare e l’economia dell’Unione europea in generale.

Franco Calderone: “La battaglia è comune contro una politica europea che arricchisce esclusivamente banche e multinazionali”. Analisi spietata sugli errori commessi dal Movimento dei Forconi siciliani nel 2011

In questo marasma non sappiamo cosa farà l’attuale Governo olandese. Ma anche se di stampo ‘populista’, non crediamo che smonterà il ‘giocattolo’ drena-imposte costruito negli anni passati. In ogni caso – questo ci risulta – allevatori e agricoltori olandesi guardano con favore alla rivolta in corso in Germania e si vanno organizzando anche nel proprio Paese. E in Italia? Per ora sappiamo poco. Sappiamo invece che in Sicilia, ieri, è stata creata una chat di agricoltori – Protesta agricoltori siciliani – che cresce di ora in ora. Ci sono già tanti interventi. Ne citiamo alcuni. Ci sono gli interventi di Franco Calderone (foto sopra), produttore di vini nel Palermitano, da sempre in prima fila nelle battaglie a sostegno degli agricoltori siciliani. “La protesta del mondo produttivo, degli agricoltori, degli artigiani, dei piccoli esercenti, delle famiglie, dei giovani che stanno emigrando in massa non è più rinviabile – scrive Calderone -. Purtroppo la politica non ha creato le condizioni perché la gente riuscisse a produrre, a lavorare, a gestire aziende e famiglie ed a dare un futuro ai propri figli. In Germania, Belgio, Austria, Francia ed in altre nazioni europee stanno protestando duramente contro questa Unione europea che è riuscita ad affamare le persone. Stanno scendendo tutti nelle piazze, dagli studenti ai professionisti, dai piccoli imprenditori agli industriali agli impiegati, al ceto medio. La battaglia è comune contro una politica europea che arricchisce esclusivamente banche e multinazionali. Come sapete tutti nel 2011 abbiamo protestato con il Movimento dei Forconi di cui mi pregio essere uno dei fondatori. Abbiamo interloquito con la politica, tutta, ma il risultato è stato pari a zero per una serie di scelte sbagliate che non mi hanno mai visto partecipe, e proprio perché ero in disaccordo sono stato bersagliato dai miei ex compagni di avventura e protesta. Il Movimento dei Forconi fece scelte errate andando a discutere con Crocetta, Lombardo e Renzi, ma questa resa delle armi non portò a nulla se non alla estinzione della fiducia che la gente aveva riposto nel nostro Movimento. Così, dopo 12 anni la situazione è perfino peggiorata. E siamo costretti a ridiscendere nelle strade per fare sentire le nostre ragioni di padri, capi famiglia e capi azienda. Non faremo più gli errori del passato e non ci consegneremo più nelle mani del nemico, la politica. Vogliamo vedere i risultati tangibili sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli. Non ci disgregheremo più in mille rivoli e non andremo più a braccetto con i politici propositori di mirabilie. Non abbiamo altra strada che metterci tutti assieme e pretendere leggi che guardino alla persona ed al suo futuro che sia decoroso e tranquillo. L’esperienza ci impedirà di fare gli errori del passato. Dobbiamo mettere in strada la pretesa di un nuovo Umanesimo, che guardi alla persona e non all’utile di banche e multinazionali. Ci stiamo mettendo in contatto con altri gruppi e movimenti fuori dalla Sicilia, perciò invito chi vorrà a contattarmi in qualsiasi modo, per creare una rete che ci permetta di comunicare e mettete in campo le azioni più opportune per fare mettere al centro dell’ azione politica la risoluzione dei problemi di questa società ormai malata. Scendiamo nelle piazze, la coscienza e la responsabilità verso i nostri figli ce lo impongono!”. Segnaliamo anche un audio, che trovate nella chat, di Agostino Cascio, produttore di grano duro nell’entroterra siciliano, anche lui sempre in prima fila quando c’è da battersi per l’agricoltura siciliana (qui un video di Agostino Cascio). Tra i fondatori del nuovo Movimento ci sono anche Andrea Piazza, giurista, vicino al mondo dell’agricoltura siciliana che si occuperà dei progetti legislativi, e Lorenzo Giocondo, allevatore e agricoltore del Trapanese. A questi nomi se ne aggiungono tanti altri che stanno lavorando per risollevare le sorti di un settore economico – l’agricoltura – da anni abbandonato.

Francesco ‘Ciccio’ Aiello: “Vogliono cambiare per sempre la prospettiva del Continente europeo: senza agricoltura e senza agricoltori, ma con appassionanti oasi di verde sparse, riserve a pagamento, vetrine botaniche, eco-musei e basta”

C’è anche un intervento del Sindaco di Vittoria, Francesco ‘Ciccio’ Aiello, già parlamentare regionale, già assessore regionale all’Agricoltura. “Da anni – scrive Aiello – il nostro Paese ha rinunciato alla pianificazione strategica dello sviluppo agricolo, trasferendo questa competenza alla UE. La qualcosa sembrava quasi necessaria, in altri tempi. Fatto e’ che in quella sede a dirigere le cose e a comandare sono i gruppi piu’ forti, piu’ attrezzati, piu’ consapevoli dei nuovi equilibri che si presentano sulla scena del mondo, delle dinamiche che emergono nel vasto sistema dei rapporti tra le macro aree di produzione e di consumo di prodotti della terra. Le strategie globali e i meccanismi di governo della problematica produzione-consumo si allontanano pero’ sempre piu’ dai territori e dalle aree di produzione storiche. I vecchi Piani agroalimentari, nazionali e regionali, sono scomparsi letteralmente dall’orizzonte culturale e politico di tutte le forze politiche e persino delle rappresentanze di categoria. Ogni decisione sul tema agroalimentare viene elaborata e assunta nelle sedi extraterritoriali di Bruxelles. Lontani dagli sguardi indiscreti e speranzosi dei territori. Cosa si aspettano di ‘nuovo’ oggi le campagne , in Sicilia, nel Mezzogiorno e in Europa? E chi lo sa!? Si cammina a tentoni, lungo sentieri solitari, ognuno con le proprie disgrazie. Agricoltura e sovranismo sono invece agitati nei comizi pre-elettorali europei: ma sulle cose da fare nessuno si pronuncia! Tutta chiacchiera in politichese e qualche miliardo di euro per tappare le bocche: di chi e per fare cosa? Grandi o piccoli temi si stemperano con politiche di gestione di risorse. Cose importanti certo, che pero’ rassomigliano sempre piu’ a polpette avvelenate per il mondo agricolo nel suo complesso. In effetti talvolta si ha la sensazione che sradicare l’Agricoltura dall’Europa sia il Progetto della Grande Finanza e delle Multinazionali per il XXI secolo. Vogliono cambiare per sempre la prospettiva del Continente europeo: senza agricoltura e senza agricoltori, ma con appassionanti oasi di verde sparse, riserve a pagamento, vetrine botaniche, eco-musei e basta. L’agricoltura ristrutturata e tecnologizzata, sopravvivera’ solo in grandi Farm ( l’orto delle metropoli); il resto si fara’ in Africa, in Australia, in America Latina. Credo che sia necessario che dai territori venga subito, ora, un rifiuto di questi giochini, si avanzino proposte concrete che ci servano ora, e che queste misure siano utili a sostenere i territori e le aziende oggi attive. Senza trucchi e senza inganni. Ne’ liberisti, ne’ sovranisti , ne’ altro. Misure subito utili ma cariche di prospettive e di futuro”.

Perché va smantellata la nuova PAC funzionale agli interessi delle industrie e dei ‘Signori’ del fotovoltaico’.la difesa del grano duro e dell’uva da vino. Il “No” alla globalizzazione dell’economia che sta distruggendo l’agricoltura europea

Aiello ha le idee abbastanza chiare. Bisogna creare un progetto per l’agricoltura del domani alternativo – radicalmente alternativo – a quello dell’Unione europea. La nuova PAC – la Politica Agricola Comunitaria – dell’Unione europea va contestata. E va contestata sia perché, come sempre, favorisce l’industria a scapito dell’agricoltura, sia perché punta a costringere gli agricoltori dell’Europa mediterranea che producono grano duro – a cominciare dagli agricoltori di Sud Italia e Sicilia – a vendere i propri terreni per piazzare pannelli fotovoltaici. In Sicilia sono già tanti gli agricoltori che producono grano duro che stanno valutando di vendere o affittare le proprie aziende cerealicole e anche zootecniche ai signori del fotovoltaico. Con il prezzo del grano duro a 30-35 euro al quintale, con costi di produzione che sfiorano e in alcuni casi superano i 70 euro al quintale, è chiaro che gli agricoltori che producono grano duro in Sicilia, in Puglia e nel Mezzogiorno d’Italia in generale vanno in perdita anche con l’integrazione dell’Unione europea. Tutto è stato fatto apposta dalla Commissione europea, con la connivenza di un fallimentare Parlamento europeo troppo spesso pronto ad avallare gli affari dei massoni che controllano la Ue. Bisogna ribellarsi a questo stato di cose. Così come bisogna ribellarsi a quanto sta succedendo con l’uva da vino. Negli anni passati hanno convinto gli agricoltori ad effettuare la ‘vendemmia verde’ per ridurre la produzione di uva da vino e migliorare la qualità. L’impegno era che il prezzo dell’uva da vino sarebbe aumentato. La produzione di uva da vino è stata ridotta ma il prezzo della stessa uva da vino è rimasto lo stesso e, in alcuni casi, è diminuito. Una doppia fregatura per gli agricoltori e un vantaggio per i Paesi della finta Europa unita che producono il vino con lo zucchero di bietola. Il discorso si ampia con l’ortofrutta di pessima qualità che la Ue fa arrivare dall’universo mondo danneggiando i produttori di ortofrutta europei. Gli argomenti sono tanti. Invitiamo i protagonisti della chat Protesta agricoltori siciliani a intervenire per avviare un dibattito che ci auguriamo costruttivo.

2 commenti

  1. Ciò tutto per abbattere il made in Italy.
    Ridurci poveri schiavi .
    Distruggere l’economia italiana
    E farci mangiare schifezze .
    È ora di dire
    Ora basta
    Riprendiamoci
    I nostri territori,volti a de valorizzarli per poi espropriarci.
    La storia è vecchia ,non possiamo ricaderci.
    Finiranno per ingannarci con i sussidi, per toglierci tutto.
    Io sono con gli agricoltori
    Ma anche con le piccole imprese e i piccoli allevatori.

  2. Ciò tutto per abbattere il made in Italy.
    Ridurci poveri schiavi .
    Distruggere l’economia italiana
    E farci mangiare schifezze .
    È ora di dire
    Ora basta
    Riprendiamoci
    I nostri territori,volti a de valorizzarli per poi espropriare.
    La storia è vecchia ,non possiamo ricaderci.
    Finiranno per ingannarci con i sussidi, per toglierci tutto.
    Io sono con gli agricoltori
    Ma anche con le piccole imprese e i piccoli allevatori.

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