In Sicilia la siccità è finita ad Agosto ma politici e tecnici regionali lo hanno capito con quattro mesi di ritardo. La follia del servizio idrico privatizzato. Il punto della situazione con Mario Pagliaro

Forse il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e il capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina (foto sotto tratta da Protezione Civile Sicilia) dovrebbero sorvolare spesso la nostra Isola per approfondire meglio la loro ‘cultura acquatica’, visto che da terra colgono con qualche difficoltà il senso delle piogge…
Al limite ogni tanto il presidente della Regione siciliana e il capo della Protezione Civile regionale potrebbero leggere (o rileggere) ‘La pioggia nel pineto’ di Gabriele D’Annunzio: che era un po’ antipatico ma questa poesia è bella. Magari leggerla anche ai rivoltosi dell’Ennese e agli agricoltori siciliani ai quali l’acqua non basta mai

In Sicilia piove ormai da mesi. Televisione e politici non fanno che parlare di una presunta “siccità” di cui non c’è alcuna traccia, se non nei loro discorsi e nelle immagini “di repertorio” trasmesse dalle tv locali. Esondazioni a Licata, a Giarre, nel Catanese, nel Siracusano, nel Palermitano (a Termini Imerese), nel Ragusano e nel Messinese: non una sola provincia della Sicilia non registra da settimane continue esondazioni di canali, torrenti e fiumi. I primi puntualmente “rombati” da chi vi ha costruito dopo averli appunto ricoperti col cemento nel silenzio di Comuni, Regione ed autorità varie. Che poi, mentre le auto finiscono a mare come accaduto pochi giorni fa nel Catanese, con le case travolte dal fango, fanno i “sopralluoghi” seguiti dai soliti annunci. Cui nulla, di fatto, seguirà. In tutto ciò, nel Nisseno, nell’Ennese e nell’Agrigentino continuano a razionare l’acqua. Agosto, quest’anno, è stato un mese piovosissimo: mai la nostra Isola, in questo mese estivo, ha piovuto tanto. Poi sono arrivate le piogge di Settembre, Ottobre, Novembre e piove ancora nei primi giorni di Dicembre. Abbiamo più volte scritto e chiesto che fine fa l’acqua che finisce nei circa cinquanta invasi artificiali presinti nella nostra Regione. Solo in queste ore abbiamo letto che il presidente della Regione, Renato Schifani, e il capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina, si sono fatti un giro sull’aereo e, bontà oro, si sono accorti che gli invasi artificiali siciliani sono piedi di acqua. Ma va! Siamo dunque tornati a sentire Mario Pagliaro (foto sopr) per avere un aggiornamento sulla questione idrica in Sicilia. Pochi giorni fa Pagliaro ha spiegato per l’ennesima volta anche ai microfoni della Rai che la crisi idrica in Sicilia è in realtà una crisi infrastrutturale e gestionale. Siamo tornati a sentirlo.

La prima domanda non può non riguardare le piogge. E’ piovuto molto in Sicilia?

“In Sicilia piove in abbondanza dai primi giorni dello scorso Agosto, che è stato straordinariamente piovoso. Da settimane, in Sicilia sono tornate le grandi piogge autunnali. Accompagnate da abbondanti nevicate su Etna, Nebrodi e Madonie del tutto fuori stagione. Siamo ancora in Autunno e l’Etna sopra i 1900 m è già abbondantemente innevata. Alimentati dalle continue piogge, i fiumi sono tornati a far riempire rapidamente tutti gli invasi della Sicilia. Nei giorni scorsi residenti ed amministratori dell’Ennese hanno visto il livello del lago Ancipa salire di oltre 8 metri. Ma è cresciuto ulteriormente nelle ultime ore: basta guardare la mappa delle piogge degli ultimi 3 giorni (72 ore) per capire entità e carattere ubiquo delle piogge. Proprio sui Nebrodim nei pressi del lago Ancipa, sono caduti oltre 100 litri di acqua piovana per metro quadro. La Sicilia è una regione montuosa oltremodo ricca di acque: la carenza di piogge fra l’Ottobre del 2023 e il Luglio di quest’anno è da mesi conclusa, e da mesi siamo invece alle prese con le conseguenze di continue esondazioni tanto nelle campagne che nei centri urbani, come avvenuto a Licata e a Catania ad Ottobre”.

Ma allora per quale motivo l’acqua viene razionata persino a Palermo?

“Perché si temeva che le piogge non sarebbero state di questa entità, né così diffuse. Quelle iniziate ad Agosto, ad esempio, hanno riguardato principalmente le aree interne perché alimentate dalla grande termoconvezione pomeridiana con la formazione dei bellissimi cumuli nembi bianchi osservati dai residenti lungo le cose volgendo le spalle al mare. Quelle successive invece stanno riguardando anche tutte le aree costiere: le coste siciliane a Nord, Sud e a Oriente sono investite da mesi da grandi piogge che stanno fra l’altro rapidamente ricostituendo la falda acquifera, oltre che riempire gli invasi nei pressi delle coste come, ad esempio il lago Poma, nel Palermitano. Infatti la Regione siciliana ha fatto rimettere in funzione e sta continuando a farlo decine di pozzi che erano stati lasciati inutilizzati dai Comuni primariamente – ma non solo – nei centri abitati costieri”.

Ma di che entità sono questi pozzi? Le confesso che non si capisce nulla.

“In Sicilia i pozzi consentono l’accesso ad enormi riserve di acqua. Nei giorni scorsi è stato sufficiente rimettere in funzione quelli di Butera, in provincia di Caltanissetta, realizzando una nuova condotta ‘di by-pass’ di poco meno 1500 metri che dal 6 Dicembre porta l’acqua dai pozzi di Butera sino al serbatoio di Cozzo della Guardia che approvvigiona Caltanissetta e San Cataldo consentendo l’effettivo distacco dei due centri abitati dal Nisseno dal lago Ancipa. In pratica, i pozzi di San Giuliano – che si trovano nelle campagne tra Butera e Mazzarino da cui escono 90 litri d’acqua al secondo – alimentano i serbatoi di Cozzo della Guardia. Di questi 90 litri di acqua al secondo, 70 litri si perdevano lungo la condotta idrica di 22 chilometri. E’ stato realizzato un ‘by-pass’ in soli 5 giorni, facendo lavorare 80 operai. Come sosteniamo da tempo, rifare la rete idrica siciliana è semplice e oltremodo conveniente per tutti, perché crea lavoro e opportunità di sviluppo per l’intero territorio, incluse le mprese edili”.

A cosa sono state dovute le piogge così abbondanti? E’ ragionevole attendersi che continueranno o avremo un Inverno mite?

“Il maltempo che investe l’Italia già dalla scorsa Estate ha una causa comune: il riscaldamento stratosferico che causa la rottura del vortice polare e il continuo precipitare a Sud di grandi masse di aria gelida. L’arco alpino è innevato come si fosse in pieno Inverno. Sulle Dolomiti sono aperte tutte le piste dai primi giorni di Dicembre. In queste ore, l’ennesimo enorme affondo di aria gelida in quota porta nevicate a bassa quota che in queste ore tocca persino la Pianura Padana. Oggi la neve avrà raggiunto l’intero Centro Sud già a quote collinari fino alla Calabria dove la neve cadrà sopra i 1.000 metri di altitudine sui versanti esposti al gelo artico, cioè quelli tirrenici. Il maltempo durerà l’intera settimana. In Sicilia sono attese e sono in corso nuove abbondanti precipitazioni nell’area occidentale e sud occidentale. Il quadro meteorologico nell’emisfero Nord resta estremamente dinamico, con l’aria gelida in Europa in ingresso da Nord e da Occidente durante la settimana, cui si accompagnerà un nuovo afflusso di aria gelida artico su Scandinavia e Russia. A Mosca la neve è caduta con largo anticipo e cadrà anche questa settimana, esattamente come in Nord America dove da giorni si registra il gelo nella regione dei grandi laghi. Questa dinamicità non fa che favorire l’arrivo di continue grandi piogge accompagnate da nevicate a quote basse o nulle quando in realtà, lo ribadisco, siamo ancora in Autunno”. 

Un’ultima domanda in attesa di aggiornarci a fine Dicembre. E’ ormai evidente a tutti che in Sicilia come ovunque la privatizzazione del servizio idrico è stata una follia: com’è stato possibile affidare un servizio così importante ai privati che, per definizione, fanno solo i propri interessi? 

“L’intera Europa dopo il crollo dell’Unione Sovietica è tornata alle rovinose politiche del liberismo economico che determinarono la Prima Guerra Mondiale e, subito dopo, l’avvento dei regimi dittatoriali da Lisbona alla Russia. I nostri nonni nazionalizzarono tutti i servizi pubblici essenziali – trasporti, acqua, strade, sanità, elettricità, gas e petrolio – perché capirono benissimo che qualsiasi privato incaricato di gestirli lo avrebbe fatto per realizzare profitti, com’è nella natura intrinseca dell’impresa. Che senso ha che non sia lo Stato a gestire il servizio idrico? Nessuno. Se si mette un’azienda a curare l’erogazione e la potabilizzazione dell’acqua per poi rivenderla ad altri privati che a loro volta la rivendono ad imprese, famiglie, scuole, ospedali e altre pubbliche amministrazioni è ovvio che la prima azienda vorrà realizzare la sua quota di profitti, così come la seconda. La bolletta non potrà che crescere ad ogni passaggio, a prescindere da qualsiasi ‘tariffa’ stabilita a livello centrale. Inoltre, qualsiasi azienda concessionaria della gestione di un bene comune cercherà di minimizzare i costi di esercizio: come ha potuto verificare lo Stato riprendendosi pochi mesi fa le autostrade date in concessione ai privati nel 1999. Vale per qualsiasi pubblico servizio. L’intera impalcatura culturale alla base del liberismo economico comunitario si è rivelata ancora una volta fallimentare: esattamente come era avvenuto prima dell’avvio delle nazionalizzazioni negli anni ’30. Diceva un grande dirigente politico siciliano: “O socialismo o barbarie”, riferendosi proprio alla necessità che lo Stato non abdicasse al suo ruolo di erogatore dei servizi essenziali in favore dei cittadini. Ma questa è esattamente la situazione economica e sociale europea alla fine dei 30 anni di rovinoso liberismo economico iniziati nel 1992. Vale per l’acqua come per qualsiasi altro servizio pubblico: il fatto che una famiglia di quattro persone per le Feste debba pagare 2500 euro per andare e tornare in Sicilia in aereo da Milano o da Roma non è dovuto agli ‘algoritmi’ ma alla scelta di affidare ai privati servizi che devono urgentemente tornare ad essere erogati dallo Stato”.

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