In Romania bloccando le elezioni gli ‘europeisti’ hanno effettuato un golpe. Una cosa simile è stata fatta in Italia nel 2018 bloccando la nomina di Paolo Savona al Ministero dell’Economia

Ennesima dimostrazione che ormai nel mondo la democrazia è carta igienica

Sembra incredibile. In Italia c’è chi si stupisce del fatto che l’Unione europea dell’euro abbia bloccato le elezioni in Romania per evitare che Calin Georgescu-Roegen, considerato non allineato alla Ue e vicino alla Russia, venissse eletto. E’ interessante notare Georgescu, secondo i sondaggi relativial secondo turno delle elezioni rumene, era in nettissimo vantaggio con il 63% sull’avversaria, Elena Lasconi, ferma ad appena il 37%. Per fermare la vittoria di Georgescu gli ‘europeisti’ si sono serviti della Corte Costituzionale, un’istituzione che le massonerie finanziarie hanno fatto inserire in quasi tutte le Costituzioni dei Paesi occidentali per mettere la ‘mordacchia’ ai Parlamenti. In Italia, ad esempio, nella Costituzione del 1948 la Corte Costituzionale non c’è. L’Assemblea Costituente non la volle. La Consulta – come viene anche chiamata – arrivò nel 1957 in seguito a un blitz, quando si cominciò a capire che i democristiani non erano tutti ‘malleabili’ e bisognava bloccare eventuali leggi ‘sgradite’ approvate dal Parlamento. In Romania la Corte Costituzionale non ha bloccato un’iniziativa del Parlamento: ha bloccato direttamente la volontà popolare con la scusa delle “interferenze russe”, solo perché al primo turno aveva vinto il citato Georgescu. Ci sono le prove? Manco per la minchia! Bisognava bloccarlo e basta. Del resto, l’Unione europea non ha forse bloccato i referendum popolari sugli atti della stessa Ue perché i cittadini europei sono in maggioranza contrari alle porcate ‘europeiste’?

Oggi nella Ue comandano oligarchi che somingliano in tutto e per tutto ai Bravi di manzoniana memoria

Quanto avvenuto in Romania è un golpe. Ma una cosa simile è andata in scena anche in Italia nella Primavera del 2018. Il Movimento 5 Stelle aveva vinto le elezioni politiche con oltre 9 milioni di voti ma non aveva la maggioranza in Parlamento. Dopo trattative i grillini ‘chiusero’ un accordo con la Lega di Matteo Salvini. Vide così la luce il Governo Giallo-Verde. Il nuovo Governo decise di nominare Ministro dell’Economia Paolo Savona, un economista molto critico verso l’Unione europea e l’euro. Ricordiamo che sia i grillini, sia i leghisti erano critici verso la moneta unica europea e, insieme, avevano la maggioranza in Parlamento. Qualche anno prima il Movimento 5 Stelle aveva anche proposto un referendum per fare uscire l’Italia dall’euro. Quando venne fuori la notizia che il Ministro dell’Economia prescelto era Paolo Savona vennero mobilitati i leccaculo italiani dell’euro e tutti gli sciacqualattughe che facevano e fanno ancora ‘tendenza’ con le minchiate che scrivono e con le buttanate che raccontano in televisione. Alla maniera dei Bravi di manzoniana memoria, fottendosene del risultato delle elezioni politiche, della volontà popolare e dei rappresentanti della volontà popolare in Parlamento, si decise che il professore Savona non poteva andare ad occupare la carica di Ministro dell’Economia perché non era gradito all’Unione europea. Vinsero i Bravi della Ue e i leccaculo e gli sciacqualattughe italici. Anche perché grillini e leghisti non ebbero la forza né la voglia per difendere le proprie idee. “Se un uomo non intende correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui“, ci ricorda il poeta ed economista, Ezra Pound. Non a caso, a distanza di sei anni, i grillini stanno scomparendo e i leghisti sono stati salvati dal generale Roberto Vannacci.

Se sei anni fa lo stop all’economista Paolo Savona è stato un atto di prepotenza e di forza da parte di Bruxelles, oggi il blocco delle elezioni in Romania è una manifestazione di debolezza politica della Ue. La fine dell’Unione europea dell’euro si avvicina a grandi passi

La stessa cosa sta succedendo oggi in Romania con Georgescu. C’è, però, una differenza tra la porcata di sei anni fa fatta contro il Governo Giallo-Verde e quella di oggi contro la maggioranza degli elettori della Romania. Sei anni fa la Germania, nell’Unione europea, faceva il cazzo che voleva. Oggi i tedeschi continuano a farsi i cazzi propri e a utilizzare la Ue per tutelare gli interessi del proprio Paese, come dimostra la firma del trattato internazionale Mercosur con alcuni Paesi del Sudamerica (qui un articolo). Trattato, lo ricordiamo, firmato da Ursula von der Leyen, che prima che essere presidente della scalcagnata Commissione europea è tedesca. Ma pur comandando ancora nell’Unione europea, la Germania, oggi, ha un’economia che sta franando, sia perché è in crisi il sistema ecnomico ultra-liberista e globalista, sia perché così hanno deciso gli Stati Uniti d’America, più che mai intenzionati a far pagare agli ‘europeisti’ – tedeschi in testa ma anche francesi – i tentativi di fare da ‘sponda’ a Cina e Russia nella guerra contro il dollaro americano. Parlano i fatti: non è solo l’industria automobilistica europea che sta crollando: dove più, dove meno, sta cadendo a pezzi tutto il settore manifatturiero del Vecchio Continente. Senza il settore manifatturiero non esiste economia, al di là delle stupidaggi che raccontano i fautori dell’economia retta dal turismo e bla bla bla. E sarà soprattutto la crisi del settore manifaturiero, accentuata dalla guerra in Ucraina, che determinerà la fine dell’Unione europea dell’euro. Cosa vogliamo dire? Semplice. Se lo stop all’economista Savona, sei anni fa, è stato un atto di prepotenza e di forza, perché allora la Germania era ancora forte, oggi il blocco delle libere elezioni in Romania è un atto di impotenza politica e di debolezza altrettanto politica. Ormai, in qualunque Paese europeo si voti, i ‘populisti’ avanzano. Nella stessa Germania – dove il prossimo Febbraio si celebreranno le elezioni politiche – i ‘populisti’ potrebbero vincere e nel loro programma c’è la fine dell’euro e dell’inutile, dannosa e antidemocratica Unione europea, che quanto scomparirà sarà sempre troppo tardi.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *