In ricordo del Cardinale Salvatore Pappalardo morto nel Dicembre del 2006. Un grande uomo di Chiesa che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di Palermo e del resto della Sicilia

di Frate Domenico Spatola

Memorabile il suo discorso su “Palermo come Sagunto”

Ancora per Palermo il Cardinale. Sono succeduti due nel frattempo: Salvatore De Giorgi e Paolo Romeo, ma il più memorabile è lui, Salvatore Pappalardo. Venne a Palermo nel 1971, a sostituire Francesco Carpino, e impressionò subito per la brillantezza e la facondia semplice, sempre forbita e convincente. Arrivava al cuore. Gli toccarono gli anni di piombo, i più difficili della “povera Palermo” come la pianse equiparandola a “Sagunto espugnata mentre a Roma si discute”. Fu il suo discorso straziante e coraggioso quando, dinanzi ai corpi crivellati dai kalashnikov di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della giovane sposa Emanuela Setti Carraro e di Domenico Russo, nella Chiesa di San Domenico, il pantheon dei palermitani, affrontò la mafia. Era il 4 Settembre 1992. Non meno vigoroso fu tuttavia l’affondo ai politici scesi da Roma per la cerimonia, non avendo dato al generale visionario Dalla Chiesa i mezzi da lui chiesti per la missione che gli avevano comandato.

Da ricordare anche il sodalizio tra il Cardinale Pappalardo e Padre Crispino Valenziano

Pappalardo fu profeta e lungimirante uomo di Dio, da buon pastore difese il suo gregge restando intrepido in prima linea, nonostante le reiterate minacce. Aveva fede e lo vidi piangere al responso di morte in sala d’attesa del Buccheri La Ferla, dove era stato trasportato gravemente ferito Padre Pino Puglisi. “Il Cardinale dei morti eccellenti”, e quei funerali li celebrò tutti lui per restare vicino alla sua gente. Ma non era l’unico tratto che ne evidenziava il carattere. Preziose e funzionali le sue molteplici intuizioni. L’esperienza di Nunzio apostolico nella lontana Indonesia gli era servita, per cambiare anche culturalmente la città. Grande plauso e riconoscimento imperituro va a Padre Crispino Valenziano, che ne orientò l’amore alla ecclesiologia del Concilio Vaticano II, e con lui fondò la Facoltà Teologica di Sicilia, a Palermo. Incontri tra grandi che si rivelano provvidenziali per cambiare la Storia. I due citati sono giganti di fede e di cultura per un nuovo umanesimo da loro suggerito per le Chiese di Sicilia. L’utopia era la loro forza. Molti presbiteri, consacrati da lui, gli siamo immensamente grati, come questa nostra madre Chiesa di Palermo, quando serenamente lo ricorda, e oggi prega per lui con immensa gratitudine.

Foto tratta dall’Ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Palermo

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