In Italia la cosiddetta ‘Sovranità alimentare’ è una grande presa per i fondelli, dal grano alle patate, dai legumi alla frutta, dal latte ai succhi di frutta. Gli agricoltori-voltaici…

In bello è che ci sono politici che hanno la faccia come il culo e vanno in televisione a magnificare la ‘Sovranità alimentare italiana’ che non esiste più. Il grano tenero italiano sostituito dal grano tenero estero ma non si deve dire per non far sapere ai cittadini che pane e che merendine mangiano

“LA SOSTITUZIONE” è il titolo di un post pubblicato nella pagina Facebook di Foodiverso. Dove si sintetizza la situazione non esattamente entusiasmante dell’agricoltura italiana: “Mentre in Italia è in atto la corsa all’accaparramento di terreni agricoli da utilizzare per la realizzazione di impianti foto e agro-voltaici (come se mancassero aree dismesse, tetti o altri spazi), lo stato dell’arte della sicurezza alimentare del nostro Paese è il seguente: produciamo appena il 36% del grano tenero che ci serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento”. Merita un piccolo commento la riduzione della produzione di grano tenero che si coltiva nel Nord Italia. Di fatto, l’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano tenero. E un dato sui cui riflettere, perché con il grano tenero si produce il pane (soprattutto nel Centro Nord Italia, se è vero che nel Sud e in Sicilia per il pane si ricorre al grano duro, con particolare riferimento al pane di qualità, anche se non mancano i panificatori che utilizzano il grano tenero). Oltre al pane, con il grano tenero si producono le ‘merendine’ industriali. Fino a prima della guerra in Ucraina l’Italia era letteralmente invasa dal grano tenero canadese varietà Manitoba, anche se non ne parlava quasi nessuno. Oggi si dovrebbe trovare anche grano tenero di altri Paesi, soprattutto dell’Ucraina e della Russia. Grani teneri di grande ‘qualità’, con riferimento al grano tenero canadese e al grano tenero ucraino particolarmente nutrienti… L’aspetto tragicomico è che le pubblicità utilizzano a piene mani la parola “sostenibile”. In effetti l’Italia è sostenuta dal grano estero. O no? (sopra foto tratta da Italia Oggi)

I fatti reali sono una cosa, le minchiate raccontate dal teleschermo sono un’altra cosa

Proseguiamo con il post di Foodiverso, che fa il punto della situazione sul cosiddetto import-export in agricoltura: “Nel 2023 – leggiamo – hanno attraversato le frontiere oltre 5 miliardi di chili di prodotti ortofrutticoli con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente. Sono arrivati 797 milioni di kg di patate, in crescita del 39% rispetto a dodici mesi prima”. Poi sono arrivati “251 milioni di kg di piselli tra freschi e secchi (+20%), 176 milioni di kg di fagioli (+9%), 126 milioni di kg di lattuga (+5%),127 milioni di kg di pere (+15%). Per non contare i prodotti trasformati, come ad esempio i succhi di frutta. Nel 2023 ne abbiamo importati 202 milioni di chili, il 25% in più rispetto al 2022. Nel 2023 abbiamo importato 3,06 miliardi di chili di grano duro per la pasta (+ 66%) rispetto all’anno precedente. Le importazioni di latte sfuso sono state pari a 884 milioni di kg,(+ 47%) rispetto al 2022, 593 milioni di kg di formaggi e latticini, 992 milioni di kg di carne di maiale (+4%). Continuiamo a farci del male”. Sono dati ISTAT diffusi dalla Coldiretti. Hanno cambiato il nome al Ministero dell’Agricoltura aggiungendo le parole “e della Sovranità alimentare”. L’Italia, nelle intenzioni della politica, dovrebbe valorizzare la propria agricoltura: invece ha aumentato le importazioni di prodotti agricoli freschi e trasformati. Questi sono i fatti, il resto sono minchiate raccontate in televisione.

Gli agricoltori siciliani che protestano hanno dimenticato di rendere noti i risultati delle analisi sul grano estero arrivato oltre due mesi fa a Pozzallo: su scurdaru…

Segnaliamo, come dire?, gli aspetti farisaici dei politici da quattro soldi e anche di certi agricoltori di bocca buona che ci raccontano dei controlli certosini dei prodotti agricoli esteri che entrano in Italia, con sostanze contaminanti presenti “entro i limiti di legge”. Peccato che in molti casi questi “limiti di legge” sono stati rivisti dall’Unione europea, a partire dal 2006, proprio per consentire a certi prodotti agricoli extra-europei di invadere il mercato europeo: il grano canadese trattato con il glifosato o il grano estero in generale che contiene micotossine, per non parlare dei grani che arrivano dalle zone di guerra ‘ricchi’ di metalli pesanti, piombo in testa ma non solo. Sotto questo profilo non possiamo non segnalare il fallimento – che è culturale prima che politico – del movimento di protesta degli agricoltori siciliani che oltre due mesi addietro hanno manifestato al porto di Pozzallo contro un carico di grano estero. Un gruppo di agricoltori ha preso un campione di grano per farlo esaminare. Idem la Regione siciliana. Morale: ancora oggi non si conoscono i risultati delle analisi del grano estero arrivato in Sicilia oltre due mesi fa: non si conoscono i risultati delle analisi disposte dagli agricoltori siciliani e non si conoscono i risultati delle analisi disposte dalla Regione siciliana. Insomma, la solita presa per i fondelli generale. Diranno: i veleni sono presenti “entro i limiti di legge” (in realtà non usano mai la parola veleni anche se tutti sanno che i contaminanti presenti nel grano sono veleni). Inutile ribadire che il problema non sta nei “limiti” ma nella presenza di questi veleni, che provocano danni soprattutto ai minori (qui un nostro particolo). Ma, si sa: non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire. Del resto, se l’agricolturaoggi è con il ‘culo a terra’ un motivo ci sarà…

‘Complimenti vivissimi’ agli agricoltori-voltaici

Nel post di Foodiverso sono riportati in allegato due nostri articoli.

Quest’anno si è ridotta dell’11% la superficie coltivata a grano duro in Sicilia a causa del grano che arriva con le navi. I ‘Signori’ del fotovoltaico ringraziano…

L’agrivoltaico per il grano non funziona, è antieconomico. I grandi player e chi li appoggia se ne facciano una ragione. Il celebre cavallo di Troia insegna che bisogna dubitare di certi ‘regali’…

Ah, dimenticavamo: ‘complimenti vivissimi’ agli agricoltori ‘entusiasti’ del cosiddetto agro-voltaico, saprattutto perché mangeranno energia fresca come la ricotta appena fatta…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *