In Francia vince la destra di Marine Lepen. Ora Macron è in un vicolo cieco. Si assottiglia la possibilità che Ursula von der Leyen venga rieletta alla presidenza della Commissione Ue

Con la vittoria del Ressemblement National alle elezioni francesi dovrebbe crescere il numero di ‘franchi tiratori’ pronti a ‘bocciare’ l’elezione della tedesca von der Leyen alla guida dell’Unione europea

Com’era nelle previsioni, e forse oltre le previsioni, alle elezioni francesi il Rassemblement National, il partito della destra di Marine Le Pen, vola al 33,5%. Il Nouveau Front Populaire, ovvero tutte le sinistre in continua ‘guerra’ tra di loro riunificatesi per l’occasione, si sono fermate al 28,5%. Il partito del presidente Emmanuel Macron raggiunge il 22,1%. Les Répubblicains, ovvero i Repubblicani arrivano al 9,7%. Lo scenario che si profila in questo momento non è semplice. La speranza dei partiti di sinistra è che il partito della Le Pen dia vita a un Governo con Macron e con i Repubblicani: in questo modo i rissosi partiti dell’arcipelago di sinistra potrebbero tornare a dividersi e a fare opposizione. E’ un’ipotesi remota, ma è uno scenario da prendere in considerazione. Bisognerebbe capire, in questo caso, che cosa chiederebbe il partito della Le Pen che, lo ricordiamo, non è schierata con gli Stati Uniti d’America ed è contrario alla guerra in Ucraina. In ogni caso, per Marine Le Pen sarebbe uno sputtanamento in stile Movimento 5 Stelle, ovvero promettere una cosa in campagna elettorale per poi fare l’opposto. Ma la leader del Rassemblement National potrebbe tenersi la vittoria e ‘lasciare cuocere nel proprio brodo’ Macron, le sinistre e i Repubblicani, costringendoli a dare vita a un Governo che andrebbe matematicamente a sbattere.

L’unica speranza di Macron è che Marine Le Pen impazzisca e dia vita a un Governo di unità nazionale. Ma sarebbe il suicidio politico della stessa Lepen e delle rissose sinistre francesi

Va ricordato che Macron, fino a prima delle elezioni europee, è sopravvissuto con un Governo da lui nominato privo di maggioranza in Parlamento. Dopo il rinnovo del Parlamento di Strasburgo – dove c’è stata una chiara vittoria delle forze politiche contrarie all’attuale Unione europea, il presidente francese ha capito che in Parlamento il suo Governo sarebbe stato massacrato e ha anticipato gli eventi puntando sulle elezioni anticipate. Ma non gli è andata bene perché oggi il primo partito in Francia è la destra di Marine Le Pen molto critica, se non contraria, all’attuale Unione europea e alla guerra in Ucraina. Di fatto, Macron è finito in un vicolo cieco. Non è più in grado di decidere alcunché, a meno che la Le Pen non impazzisca e decida di partecipare a una sorta di Governo di unità nazionale formato da tutt’e quattro gli schieramenti politici: il Rassemblement National, le sinistre unite per l’occasione, i Repubblicani e il partito di Macron. Questo è l’unico scenario che potrebbe consentire a Macron di governare logorando sia la destra di Lepen, sia le sinistre. Ma sarebbe un suicidio politico per la Le Pen e per le rissose sinistre.

In Europa si va verso il caos

Tutto questo avviene mentre la Francia è in piena crisi. Con un debito pubblico pari a quello dell’Italia (poco meno di 3 mila miliardi di euro) e con le colonie francesi in Africa che, sobillate da Cina e Russia, si ribellano ai francesi. Se la Francia, fino ad oggi, ha assicurato ai propri cittadini un tenore di vita tutto sommato elevato, ebbene, ciò è avvenuto a spese delle colonie africare oggi quasi tutte in rivolta contro i francesi. Oggi non è più così e tra un paio di anni i francesi verranno buttati fuori dall’Africa. Un epilogo inevitabile che ridurrà sensibilmente il tenore di vita dei francesi. Per non parlare del fatto che le centrali nucleari di questo Paese, che forniscono energia anche al Nord Italia, avranno problemi enormi, perché fino ad oggi l’uranio è arrivato dall’Africa. Per non parlare, anche, degli effetti che la vittoria di Marine Le Pen potrebbe sortire nella Ue. Tra meno di venti giorni il Parlamento europeo dovrebbe eleggere il presidente della Commissione europea. Senza unanimità il Consiglio europeo ha designato la presidente uscente Ursula von der Leyen, che può contare su una maggioranza di una trentina di voti. Già senza la vittoria della Le Pen il rischio dei cosiddetti ‘franchi tiratori’ era piuttosto alto. Ora la situazione è peggiorata, perché la ‘maggioranza Ursula’ potrebbe assottigliarsi e, perché no?, la von der Leyen potrebbe anche essere ‘impallinata’. Lo capirano i ‘capi’ dei partiti che sostengono la presidente uscente, ovvero il PPE, i Socialisti, i Liberali e i Verdi? Non crediamo proprio. Si tratta di politici arroganti e divisi. La Germania, come ricordiamo spesso, finge di essere alleata dell’Ucraina ma, in realtà, non ha mai interrotto i rapporti con Russia e Cina: cosa che gli americani sanno benissimo. E lo sanno benissimo anche i Paesi del Nord Europa che si sono schierati con gli USA e la NATO contro Russia e Cina. Come Macron, anche Ursula von der Leyen e coloro i quali la sostengono sono finiti in un vicolo cieco. Ammesso che la von der Leyen venga rieletta – cosa che non è affatto scontata: anzi – governare i 27 Paesi Ue con una maggioranza risicata nel Parlamento europeo porterebbe al caos. E’ questo il motivo per il quale la von der Leyen e la sua grande protettrice, l’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel, dovranno uscire di scena, che gli piaccia o no.

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