Il vertice di Parigi che avrebbe dovuto approvare l’invio di truppe ‘europeiste’ in Ucraina si è concluso all’insegna di Ponzio Pilato, abbandonando Zelens’kj al proprio destino

Il flop del vertice di Parigi segna la grande vittoria della Russia di Putin e dell’America di Trump. Solo Francia e Regno Unito sono pronti a inviare militari in Ucraina ma non lo faranno per evitare ‘bordelli’ sociali nei rispettivi Paesi

Alla fine Giorgia Meloni. ha fatto bene a partecipare al grottesco vertice di Parigi convocato dal presidente della Francia, Emmanuel Macron. Ha così preso atto che l’Unione europea che Fratelli d’Italia ha deciso di sostenere sta cadendo a pezzi. Ieri nella capitale della Francia c’erano i rappresentanti di otto Paesi Ue: Germania, Regno Unito, Olanda, Danimarca, Spagna, Polonia, Italia e natralmente Francia che ha organizzato questa sceneggiata. A questi si sono aggiunti la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e – non si capisce bene a che titolo – il Segretario generale della NATO, Mark Rutte. Su un canale Telegram leggiamo la sintesi dell’incontro illustrata dal Financial Time. Da quello che si capisce, gli ‘europeisti, la Commissione europea e la NATO, rispetto alla Russia che sta vincendo la guerra sul campo di battaglia, hanno scelto come modello di riferimento Ponzio Pilato: insomma, una bella lavata di mani… Macron l’ha presa alla lontana, ipotizzando una “forza di supporto”. Di supporto in che senso? Vattelappesca! Avendo preso atto che, a parte il Regno Unito e se stesso, nessun Paese europeo vuole mandare soldati a morire in Ucraina, Macron ha detto che questa ipotetica “forza di supporto” dovrebbe agire lungo una linea di cessate il fuoco, evitando il coinvolgimento in prima linea. Il problema è che in Ucraina mancano soldati e mercenari e i russi continuano ad avanzare. In questo scenario le parole di Macron sono acqua fresca.

Tutti gli ‘europeisti’ d’accordo ad aumentare le spese militari: gli affari sono affari, se è vero che con la produzione di nuove armi c’è chi guadagnerà una barca di soldi

Più chiara e diretta la posizione del primo Ministro del Regno Unito, Keir Rodney Starmer, che ha affermato che il suo Paese è disponibile a inviare truppe in Ucraina. Scozia, Galles e Irlanda del Nord sarebbero d’accordo? Tragicomica la posizione del primo Ministro della Polonia, Donald Tusk. Sì a continuare a fornire assistenza all’Ucraina, ha detto il premier polacco ma niente invio di truppe per combattere contro la Russia. Insomma, aumento delle spese per la difesa sì, intervento in guerra a fianco dell’Ucraina, no. Anche Tusk fa finta di non sapere che mentre si chiecchiera nell’inutile vertice di Parigi, l’esercito di Putin continua ad avanzare in Ucraina. In Spagna il Governo di Pedro Sanchez, che sopravvive grazie ai voti degli Indipendentisti catalani, che ormai sono diventati peggio degli ex ‘rivoluzionari’ di Podemos, ha inviato al vertice parigino il Ministro degli Esteri, Julio Álvarez del Vayo; quest’ultimo si è limitato ha respingere l’idea di inviare truppe in Ucraina con una motivazione ‘crepuscolare’: la partecipazione ad una guerra, ha detto il Ministro-intellettuale spagnolo, appartiene a “un mondo lontano”. Il Cancelliere dimissionario della Germania e futuro sconfitto alle ormai imminenti elezioni politiche tedesche, Olaf Scholz, ha detto che è prematuro parlare di mantenimento della pace. E la Meloni? Ovviamente contraria all’invio di truppe in Ucraina. Su sky tg24 sintetizza bene la posizione del capo del Governo italiano: “Non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi”. Dei rappresentanti degli altri Paesi europei presenti al vertice non abbiamo notizie precise, a parte il no alla partecipazione diretta alla guerra contro la Russia. Favorevole all’invio di militari in Ucraina dovrebbe essere la Svezia, ma ieri a Parigi i rappresentanti di questo Paese non c’erano.

Le chiacchiere di Ursula von der Leyen e i timori di Mark Rutte che comincia a capire che la sua poltrona di Segretario generale della NATO è sempre più a rischio

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, spiega su X il proprio pensiero: “Abbiamo ribadito che l’Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L’Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all’Ucraina” e bla bla bla. Anche la von der Leyen fa finta di non sapere che mentre a Parigi si chiacchiera l’Ucraina viene espugnata… E che dire del Segretario generale della NATO, Mark Rutte? Assiso su una poltrona ormai in bilico, rilascia ad X il proprio pensiero: “L’Europa è pronta e disposta a farsi avanti. A fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina. È pronta e disposta a investire molto di più nella nostra sicurezza. I dettagli dovranno essere decisi, ma l’impegno è chiaro”. “Nostra” di chi? Dell’Unione europea o della NATO? In realtà, l’unica cosa chiara è che anche la NATO, a parte gli interventi militari sottobanco nella guerra in Ucraina, non si espone. Ed è anche logico: Rutte sa che il presidente americano Donald Trump considera la NATO troppo costosa per gli Stati Uniti e se gli altri Paesi occidentali non aumenteranno i fondi si andrà verso la chiusura della stessa NATO: cosa molto probabile, perché pochissimi Paesi occidentali, oggi, si potrebbero permettere di sostenere la NATO con il 5% del PIL.

Foto sopra tratta da Wikipedia

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