Il Vangelo di Giovanni è l’avventura del divino nell’umano, ripercorsa nel cuore con la fede a risposta a Colui che ha dato tutto, nel suo “svelarsi da Dio”, per “ri-velarsi da Uomo”

di Frate Domenico Spatola

27 Dicembre 2024, San Giovanni apostolo ed evangelista

Di Giovanni il Vangelo mi innamora. Lo penso dettato dallo Spirito Santo. Tutto. Dono divino. Apre a squarci di cielo altrimenti impenetrabili, e vi affondo mia debole pupilla per scorgervi ciò che altrimenti è invisibile. Parola scandita e offerta a scrigno imprevedibile e da meritare. Sorprese che mente umana da sola non raggiunge, così nel “Prologo”, che conduce a oceani infiniti di tempo a sognare oltre gli spazi convessi, a specchio per l’anima. Chiosa di vita, di luce, di verità. Fedeltà al progetto infinito fino alla kenosis, inabissata nel finito. Abbassamento da brivido. Fatto carne. Nella tenda dell’esule e viandante per Terre di libertà. E… “grazia su grazia” fu promessa a chi s’affranca dalla Legge che costringe e deforma il progetto. Ormai è possibile. Perché egli è artefice di tutto, venuto a dare, in consapevolezza d’amore, il dono a chiunque lo accoglie per libertà da figlio in intima conoscenza del Padre. Del Verbo ormai “fatto Uomo” si condivide vita come tralci all’albero osmoticamente uniti. Il racconto, steso per ventuno capitoli, in crescendo di rivelazione fino a Tommaso, che attesterà finalmente la sua fede con “Signore mio e Dio mio”. Il Vangelo di Giovanni è l’avventura del divino nell’umano, ripercorsa nel cuore con la fede a risposta a Colui che ha dato tutto, nel suo “svelarsi da Dio”, per “ri-velarsi da Uomo”. Giovanni ne fu interprete e da “discepolo amato” dal petto del Cristo dove stava, come il Figlio nel seno del Padre.

Foto tratta da Avvenire

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