Il ritorno di Donald Trump farà crollare l’ultratrentenale sistema neoliberista occidentale che ha portato nel mondo miserie, disperazione e guerre

di Andrea Piazza

Il mondo dei fondi di investimento che tratta i lavoratori come le prede di Dracula

È emblematica la vicenda dei lavoratori dell’azienda di elettrodomestici BEKO (già Indesit e Whirpool) che, potremmo anche associarlo ad un derivato finanziario delle politiche NEOLIBERISTE SOVRANAZIONALI, ovverosia una delle tante corporazioni che si sono strutturate sull’avidità predatoria dei fondi di investimento che, per massimizzare il profitto, individuano nella figura dei prestatori d’opera “manuale e intellettuale + indotto”, alias il capitale vivente, l’anello debole della catena più che economica, alimentare nel rapporto tra animali per la sopravvivenza. È una costante che i lavoratori obtorto collo sono costretti ad accettare condizioni retributive sempre più al ribasso ciclico ed alla fine, come le prede di Dracula, quando non c’è più sangue nelle vene saranno scaricati ed abbandonati come una carcassa di animale.

I partiti politici che in America hanno massacrato milioni di lavoratori sono i Democratici e i Repubblicani versione Bush. In Europa a massacrare i lavoratori sono stati i Socialisti e i Popolari europei

I nostri governi pur di non fare saltare le “regole del libero mercato imposte dalla verticale del potere finanziario-speculativo” che, bisogna dirlo senza pudore, è autorevolmente rappresentato in versione bipartisan nel nostro Occidente non eldorado e segnatamente: negli USA Democratici-Repubblicani alla Bush, nel Regno Unito in parte dei laburisti e conservatori, nell’Unione €uropea in parte dell’area Socialista-Partito Popolare. Conservatori riflessivi tutti assoggettati ai desiderata dei potenti committenti, portatori delle leggi antisociali in nome del Dio mercato liberal finanziario-progressista-conservatore che include nella rete anche le rappresentanze sindacali maggiori. In particolare, nella nostra Italia, i turbolenti sindacati, a differenza delle rappresentanze espresse dai cugini d’oltralpe, si sono distinti con profitto per l’attaccamento alla maglia del partito di riferimento, autorizzando consapevolmente la mattanza sociale dei diritti. A differenza di altri sindacati stranieri, l’elemento che ha caratterizzato i nostri lavoratori è stato un particolare anatomico, il fondo schiena sacrificato sull’altare della libertà del mercato non regolamentato.

I dazi doganali che Trump appiopperà anche all’Europa vanno visto in chiave positiva: smantelleranno l’economia cresciuta a spese dei lavoratori e contribuiranno alla rigenerazione sociale

Nella foto sopra si possono vedere i manifestanti davanti la sede aziendale anche di Domenica. Mi ha colpito la rielaborazione dell’acronimo aziendale BEKO in Business Europeo (lo avrei preferito con la € di euro ) Killer Organizzato. Nonostante il pessimismo avvolga il nostro futuro a partire dalla nostra Unione €uropea Green (Deal), che confida nella transizione guerrafondaia contro la Repubblica Federale Russa per salvare le nostre anime abbracciando a costo dell’equilibrio mondiale l’ex comico diventato Presidente Volodymyr Zelens’kyj ( destino diverso è toccato al nostro comico nazionale Beppe Grillo), ho una visione del futuro propositiva, implicitamente non per merito dei nostri governanti ma in una necessaria logica di cambio di sistema di equilibri mondiali. A breve e precisamente il 20 Gennaio 2025 si insedierà il 47esimo Presidente degli Stati Uniti (già 45esimo) Donald Trump che non mancherà di dare il suo apporto contro il sistema costituito che lo ha contrastato violentemente anche tentando di ucciderlo materialmente. Riflettendo sulla sbandierata “guerra sui dazi” paradossalmente non la vedo in negativo ma come un viatico necessario al cambiamento per la rigenerazione sociale. È indubbio che sarà una battaglia da non combattere come vorrebbero tutti i mondialisti guerrafondai, in Italia autorevolmente rappresentati dai ministri Crosetto-Tajani (per non fare nomi più ingombranti…) sotto l’egida della perdente Unione €uropea, ma dai singoli Stati sovrani. Per l’Italia a doppia sovranità limitata rappresenterà una reale chance di rilancio e non come asserisce mediaticamente il mainstream contro la nostra capacità produttiva. In buona sostanza, la politica dei dazi potrebbe essere un’opportunità, un meccanismo riequilibratore per superare il nostro svantaggio competitivo che si è abbattuto come una mannaia sul rapporto valutario a cambio fisso della moneta imposta dall’€urocrazia.

Chissà, magari Trump ci farà uno ‘sconto’ applicando ai prodotti italiani dazi più leggeri

Siamo stati costretti, per modulare il capestro nazionale nel quale siamo stati condotti come il bestiame al macello, a rinunciare alla nostra lira che veicolava anche l’immagine dei nostri grandi nella storia da Michelangelo a Galilei passando da Verdi (primo passaggio del corposo programma spersonalizzazione identitaria). Ritornando a tema sui dazi, potrebbero favorire il nostro sistema produttivo nazionale, perché rigenererebbero un meccanismo di competizione economica verso il mercato americano, una sorta di meccanismo integrativo valutario, come se pragmaticamente ci sganciasse dalla rigidità del cambio fisso (una vera benedizione). Se ad esempio venissero colpiti dei prodotti concorrenziali di altri Stati comunitari come la Francia o la Germania (che da sempre ci massacrano anche perché hanno un costo in materie prime più basso..), qualora in forza dei rapporti amichevoli con il Presidente Trump non venissero applicati sulle nostre produzioni, la percentuale applicata sui dazi nei confronti dei nostri concorrenti assolverebbe la funzione di rendere più competitivi e remunerative le nostre produzioni, con ritorno anche sociale in termini di occupazione e PIL. In buona sostanza, sarebbe come un ritorno dalla finestra (non dalla porta) della nostra compianta liretta. Sicuramente questa linea politica Trumpiana non avrà il favore delle tenebre, ovvero di tutti coloro che nella stanza dei bottoni del capitalismo finanziario hanno sino adesso gestito e pianificano il nostro destino anche in relazione al “Green Deal e cambiamenti climatici”, in linea alle logiche di business funzionali a coloro che si impossessano dei nostri destini… come lasciare Dracula a vigilare alla Banca del sangue.

Le cripto valute potrebbero fare saltare le Banche

Anche la Christine Lagarde Presidente BC€ – una zarina nei riguardi dell’Italia – ha fiutato, sia chiaro sempre per conto terzi (lei come tanti è espressione di apparati sovranazionali), il pericolo e l’eventuale ingresso delle cripto valute potrebbe accelerare l’effetto detonatore sulle Banche Centrali Private, l’humus del sistema predatorio valutario che non ha costruito il benessere collettivo ma ci ha progressivamente impoverito e fiaccato nello spirito congiuntamente alle nostre famiglie. Le medesime che, per mezzo del quarto potere condizionante, il mainstream, avevano previsto l’implosione del sistema bancario russo dopo l’inizio della guerra in Ucraina, la vittoria di Kamala Harris nella competizione contro Donald Trump, la non uscita del Regno Unito dall’Unione €uropea con la Brexit.. etc. In conclusione il Trumpismo sarà l’Armageddon necessario a fare implodere l’ultratrentenale sistema neoliberista occidentale, arrivato ai titoli di coda perché non funziona socialmente ed è stato portatore di tanta miseria. Nel suo animo marcatamente antisociale, il sistema liberista ha privilegiato gli interessi di pochi “democrat” in danno di noi tutti, portando avanti un modello di ridistribuzione reddituale esclusivamente verticistico che ha intercettato la classe patrizia in danno dei plebei; un sistema liberista che ci ha sbandierato la crescita per pochi e la decrescita infelice di tutti gli altri. Rebus sic stantibus ben tornato Presidente Donald Trump.

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