Il ritorno dei Forconi siciliani. Il Movimento dovrebbe riprendere a protestare dopo il 20 Aprile. Ci sarà la presenza popolare?

E’ inutile non ammetterlo: le proteste degli agricoltori siciliani, da Gennaio ad oggi, non hanno ottenuto alcun risultato, a parte improbabili trattative con il Governo regionale

La notizia non è stata ancora confermata. Ma da quello che abbiamo sentito in giro sembrerebbe proprio che i Forconi siciliani si starebbero riorganizzando per partire con una prima manifestazione di protesta dopo il 20 Aprile. Il Movimento dei Forconi siciliani, è noto, esplose nel Gennaio del 2011. Tanti agricoltori della nostra Isola, proprietari di piccoli appezzamenti di terreni, non erano più in grado di pagare i debiti con le banche e le stesse banche avevano iniziato le procedure per prendersi i terreni. Anche allora, come oggi, l’invasione di prodotti agricoli esteri aveva portato a un crollo dei prezzi dei prodotti agricoli. Un fenomeno che colpiva il grano e l’ortofrutta. Alla protesta degli agricoltori si unirono gli autotrasportatori e altre categorie di piccoli imprenditori e lavoratori. Ben presto la protesta dilagò in tutte le nove province della nostra Isola. Non è il caso di ricordare cosa non funzionò in quel Movimento di protesta. E’ importante ricordare che i Forconi siciliani chiedevano, tra le altre cose, l’applicazione dello Statuto autonomistico della nostra Isola. Oggi lo scenario si sta ripetendo. I prezzi dei prodotti agricoli sono bassi a causa dell’invasione di grano estero e di ortofrutta estera. Forse oggi la situazione economica è ancora più grave rispetto a quella del 2011. Da qui il ritorno dei Forconi siciliani. almeno così raccontano le indiscrezioni che abbiamo raccolto. (sopra foto tratta da Yahoo Finanza)

Oggi la situazione economica e sociale siciliana è ancora più esplosiva rispetto a 13 anni fa

Perché scriviamo che la situazione economica, in Sicilia, è ancora più grave rispetto a quella di tredici anni fa? Perché oltre alla crisi del grano duro siciliano e dell’ortofrutta siciliana in più ci sono gli effetti devastanti della guerra in Ucraina. Di fatto, le risorse che dovrebbero sostenere la sanità pubblica e l’agricoltura finiscono tutte in Ucraina per foraggiare la guerra contro la Russia. In più, manca l’acqua nelle campagne, in parte perché non piove, in parte perché la stragrande maggioranza delle circa cinquanta dighe artificiali costruire in Sicilia a partire dagli anni ’50 del secolo passato o sono ancora incomplete, o sono state abbandonate, o sono piene di fango e l’acqua non si può utilizzare. E dove l’acqua c’è o in pasrte finisce nelle città, o non può essere trasferita nei campi perché le condutture per la distrubuzione dell’acqua sono rotte. Per non parlare dei Consorzi di Bonifica, da decenni trasformati in soggetti pubblici, pieni di debiti che la Regione siciliana dovrebbe ripianare ma che non vengono ripianati per mancanza di soldi. Insomma, il caos nell’agricoltura siciliana è pressoché totale. Non solo. Bisogna avere il coraggio di ammettere che, per molti prodotti agricoli siciliani – con riferimento ad alcuni ortaggi e ad alcuni frutti – la presenza di acque per irrigazione servirebbe a poco perché, come già accennato, i prezzi sono comunque bassi e non in grado di remunerare gli agricoltori.

Per risultare vincente il Movimento dei Forconi dovrebbe coinvolgere il popolo siciliano. Intanto la Ue sta per varare l’invasione di prodotti agricoli in parte OGM dal Sudamerica applicando il Mercosur

Questi sono i fatti. Che non riguardano solo la Sicilia ma quasi tutti i Paesi dell’Unione europea. Non a caso, da Gennaio, sono in corso proteste di agricoltori in tanti Paesi europei, anche se in ordine sparso e, con rispetto parlando, inutili. Per ottenere risultati concreti sarebbe necessario organizzare, simultaneamente, almeno 30 mila agricoltori europei che invadono Bruxelles e almeno altri 30 mila agricoltori europei che invadono Strasburgo contestando tutto – Parlamento europeo e Commissione europea – chiedendo non soltanto di eliminare le stupidaggini ‘green’ ma soprattutto di bloccare l’invasione di grano e ortofrutta extra-Ue. Ma questo non è stato fatto per una serie di motivi. Gli agricoltori di cinque Paesi dell’Unione europea -Slovacchia, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria – sono andati per i fatti loro e, fregandosene dei Regolamenti Ue, hanno costretto i Governi dei rispettivi Paesi a bloccare le importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina. Negli altri Paesi europei, spiace dirlo, la stragrande maggioranza di agricoltori rimane a casa. Il risultato è che 2 mila, 3 mila, anche 4-5 mila agricoltori che si presentano solo a Bruxelles vengono bloccati da poche centinaia di esponenti delle forze dell’ordine con manganelli, idranti e recinzioni di filo spinato. E infatti, a parte una riduzione degli oneri ‘green’, gli agricoltori non hanno ottenuto nulla: non hanno ottenuto, soprattutto, il blocco dell’invasione di prodotti extra-Ue che ‘ammazza’ le produzioni agricole europee. Anzi sta per essere applicato il Mercosur, ovvero l’invasione di prodotti agricoli dal Sudamerica a prezzi stracciati: prodotti agricoli del Sudamerica che, in parte, sono OGM, ovvero geneticamente modificati. Risultati-zero dopo due mesi e mezzo di proteste anche per gli agricoltori della Sicilia, dove partiti politici e organizzazioni agricole tradizionali sono riuscite a dividere il Movimento di protesta. Vedremo adesso cosa succederà con il ritorno dei Forconi che, per risultare vincente, dovrebbe diventare un movimento popolare.

Aggiornamento:

dopo il 20 Aprile è prevista una prima riunione e non la prima manifestazione dei Forconi. Ci scusiamo con i lettori perl’imprecisione.

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