Il ricordo di Padre Giacomo Ribaudo sacerdote che ha lasciato questo mondo. A Palermo ha portato la modernità legata ai valori della tradizione

di Frate Domenico Spatola

Per tutti era “don Giacomo”

Per tutti era “don Giacomo”, per noi amici “Giacomino”. Personalità forte vissuta con passione autorevole da Presbitero, e nel ministero parrocchiale. Improvvisava e si reinventava, con gli Scritti, e con la stessa “Teleregina” , per la quale non badava a spese, pur di diffondere anche via etere la Parola. Energico fino all’ultimo, moderno eppure legato ai valori della tradizione. Sapeva usare fermezza e tenerezza. Aveva istinto manageriale e indomito a lottare per le sue idee. Sua invenzione la processione dei Santi a contrapporla ai riti Vudù, che con Aluin scimmiottavano la festa d’Ognissanti. Pensò e amò la Chiesa recuperando per i tempi nostri dall’antichità cristiana anche “ordine delle Vedove”. Amò il Concilio e mi fu compagno di studi per la “licenza in Ecclesiologia” presso la Facoltà teologica di Sicilia. Mi piacevano gli interventi e i quesiti, ad attualizzare il messaggio ecclesiologico che gli premeva. Mi fu anche compagno ideale per l’evangelizzazione delle “Comunità missionarie del Vangelo” profeticamente ispirate dal suo concittadino di Marineo, Nino Trentacoste. Seppi della sua malattia, lunga e condivisa con il Crocifisso, suo e nostro Maestro. Ora lo ha incontrato nella Gloria, da “servo buono e fedele per ricevere il Gaudio del suo Signore”. Giacomino, prega per noi e per la Chiesa che hai tanto amato.

Foto tratta da lasiciliaweb

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