Il presidente Schifani non sa che in Puglia gli aeroporti sono interamente nelle mani della Regione. Ingannevoli le sue dichiarazioni sugli scali di Catania e di Palermo

di Ciro Lomonte

Nella politica siciliana di oggi c’è un’inadeguatezza culturale di fondo

Ancora una volta Siciliani Liberi vede confermate dai fatti la correttezza delle sue analisi politiche ed economiche. Abbiamo detto e scritto a più riprese che le società aeroportuali siciliane devono essere accorpate in Aeroporti di Sicilia, ente economico di diritto pubblico di proprietà esclusiva della Regione siciliana. Abbiamo anche detto e scritto più volte che il presidente pro tempore della Regione e la quasi totalità della deputazione regionale eletta nel 2022 non sono adeguati culturalmente e dal punto di vista delle capacità politiche a guidare la Regione. Puntuali i fatti confermano la correttezza di queste posizioni. “Palermo e Catania sono gli unici due scali in tutta Italia ancora a gestione pubblica”, ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani, a margine dell’inaugurazione di una fermata ferroviaria a Palermo. “Sono convinto che il pubblico debba fare il pubblico e il privato altrettanto” (https://www.cataniatoday.it/…/aeroporto-catania…).

Ma il presidente della Regione siciliana lo sa che in Puglia la gestione di tutti gli aeroporti è pubblica? Lo sa che lo Stato italiano ha riacquisito il controllo delle autostrade italiane che i ‘compagni’ dell’ex Pci avevano regalato ai privati?

Classe 1950, laureato in legge a Palermo negli anni ’70, e poi presidente del Senato fra il 2008 e il 2013, il senatore Schifani dunque non è a conoscenza che in Puglia opera un’unica società di gestione per tutti gli aeroporti regionali, Aeroporti di Puglia, interamente di proprietà della Regione Puglia, che ne detiene oltre il 99% delle quote in cui è formalmente diviso il capitale sociale della società per azioni (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aeroporti_di_Puglia). Né i suoi consiglieri, né la stampa sono stati in grado di fargli notare che le sue affermazioni in merito alla proprietà pubblica degli scali di Catania e Palermo oltre che errate sono del tutto ingannevoli. Lo sono – ingannevoli – perché comunicano all’opinione pubblica e alla stessa deputazione regionale una notizia falsa il cui unico fine è quello di propagandare – appunto – la falsa idea che i privati sarebbero in grado di realizzare investimenti e innovazioni che lo Stato nelle infrastrutture non è in grado di fare. È un’affermazione culturalmente e politicamente ridicola, caro Presidente. Anche se non sembra essere molto informato, dovrebbe sapere che lo Stato ha da poco riacquisito il pieno controllo delle autostrade italiane, lasciate letteralmente collassare insieme ai loro ponti e viadotti dai privati cui l’ex PCI le regalò in folle “concessione”.

Il presidente della Regione siciliana Schifani lo sa che il Porto di Palermo è rinato proprio perché è gestito da un soggetto pubblico?

Lei stesso, caro presidente, dovrebbe aver visto con i suoi occhi che a recuperare buona parte del porto di Palermo per decenni “concessa” ai privati, è stata un’amministrazione dello Stato come l’Autorità portuale. Potremmo continuare a lungo. Ma Siciliani Liberi è una forza politica pacata e costruttiva. Lo ribadiamo. In questi giorni una nuova eruzione di cenere lavica ha provocato la ricaduta di cenere su quasi tutto il versante jonico della Sicilia. Oltre alla formazione di un’enorme nube che ha oscurato il cielo per ore. Dopo che lo stesso era accaduto il 4 e 5 Luglio, con la chiusura dello scalo catanese. Con riferimento alla folle scelta di impedire lo sviluppo dell’aeroporto di Comiso per favorire quello di Catania – piccolo e intrinsecamente limitato dalla prossimità dell’Etna – Siciliani Liberi spiegava nel 2023 come “le poche famiglie che gestiscono Catania, e pure il suo aeroporto, si sbagliano profondamente: l’aeroporto non può espandersi oltre, limitato geograficamente dall’area periurbana in cui sorge. Inoltre, le frequenti eruzioni vulcaniche dell’Etna ne determinano spesso la chiusura, con lo spostamento improvviso dei voli a Palermo (https://www.inuovivespri.it/…/aeroporto-catania…/).

L’aeroporto di Catania ha bloccato e blocca lo sviluppo dell’aeroporto di Comiso, così come l’aeroporto di Palermo ha bloccato e blocca lo sviluppo dell’aeroporto di Trapani

L’ennesima chiusura dell’aeroporto di Catania determina la paralisi del traffico aereo in tre quarti della Sicilia. Lo scalo catanese è infatti anche l’aeroporto di Messina, Milazzo, Siracusa, Ragusa, Enna e Gela. È sufficiente che l’eruzione dell’Etna duri anche solo un altro giorno perché la quasi totalità di chi ha prenotato una vacanza in Sicilia la cancelli. Non si va in un’Isola dalla quale non si può ripartire. Tutti ricordano cosa è accaduto nell’Estate del 2023, con l’incendio che determinò la chiusura dello scalo catanese. La pericolosa irrilevanza della Regione siciliana e del ceto politico che la gestisce senza frutto alcuno dal 1992 è ancora una volta palese: lo scalo di Comiso è stato affidato alla società pseudoprivata che gestisce lo scalo catanese. Risultato: nel solo 2023 i voli nello scalo ragusano, già pochissimi, sono diminuiti del 17%. E questo solo per mantenere a galla uno scalo – come quello catanese – il cui limite sta nella Natura. E, come tale, non può essere superato. Se esistesse un Governo regionale serio e capace, avrebbe da tempo regionalizzato tutte le società aeroportuali siciliane, sostituendole con un’unica società in grado di garantire lo sviluppo armonico dei collegamenti aerei valorizzando proprio lo strategico scalo ragusano di Comiso, oltre che di quello di Trapani: il cui sviluppo è stato bloccato dal ceto politico di Palermo, che si era visto sottrarre rapidamente 2 milioni di passeggeri ogni anno, con la prospettiva che diventassero 5 milioni in breve tempo.

Che piaccia o no alla politica catanese, l’aeroporto di Catania è azzoppato dalla presenza della cenere dell’Etna

La verità – anche in politica – è ciò che è ineludibile. E così è stato anche per lo scalo aeroportuale catanese. Di cui va bloccata ogni ipotesi di sviluppo: non si vola da e verso un’aerea in cui l’aria si riempie di frequente di pericolosa cenere lavica invisibile, in grado di bloccare le turbine dei motori aerei. Infatti, ad ogni eruzione di cenere lavica dell’Etna, è sufficiente che il vento soffi verso la costa orientale sicula per bloccare per giorni l’aeroporto di Fontanarossa. Siciliani Liberi è l’unica forza politica a fianco di tutti i siciliani. Lo scalo di Comiso, raggiungibile da Catania in 40 minuti, va immediamente potenziato. Le società aeroportuali di Palermo, Trapani e Catania chiuse ed accorpate in Aeroporti di Sicilia, ente pubblico economico. Fino ad allora, si continuerà ad assistere al triste spettacolo della chiusura continua dello scalo catanese, del trasferimento forzoso dei passeggeri, dello scalo di Palermo sommerso e messo in crisi dai voli dirottati in volo verso Catania, e ridicole dichiarazioni come quella di “mettersi in contatto con la compagnia per sapere quando partirà il volo”.

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