Il Ponte sullo Stretto di Messina? lo ‘incasserà’ il capitale del Nord Italia con i soldi dei siciliani dei calabresi ‘saccheggiati’ dal Fondo di Sviluppo e Coesione

di Mario Di Mauro
fondatore della Comunità TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo

L’emendamento del leghista che scippa soldi a Sicilia e Calabria nel nome del “Ponte dei Miracoli”

Uno dei temi invarianti nel secolare Spettacolo del “Ponte dei Miracoli” è: “MA I SOLDI CHI CE LI METTE?”. Ricordiamo che lo spot finanziario del Partito del Ponte, al tempo del Berlusconismo, era: “I SOLDI CE LI METTONO I PRIVATI!”. Malgrado l’Advisor del Partito del Ponte (una società collegata a BANCA INTESA), tra il 2005 e il 2008, abbia cercato INVESTITORI PRIVATI: ricevendone rifiuti (e risate).I SOLDI chi ce li mette?. E siamo a 15miliardi di euro. Ecco l’ultima, che le vale tutte (Roma,18-12-2024). Come temevamo, è stato “approvato nottetempo” -nelle nebbie parlamentari della Legge di Bilancio- il micidiale emendamento del parlamentare leghista Riccardo Molinari sul Ponte: al di là della ricca cifra aggiuntiva (1,3 miliardi) il fatto più grave, strutturale, è un altro: viene modificato del tutto il QUADRO FINANZIARIO dell’operazione Ponte: meno soldi a carico dello Stato, molti più soldi tolti ai Siciliani e ai Calabresi dal Fondo Sviluppo e Coesione-UE.

Il dettaglio finanziario

Nel dettaglio: i 9,3 miliardi come quota a carico dello Stato vengono ridotti, intanto, a 6,9 miliardi circa. Ed è solo l’inizio: vedrete. E vengono invece incrementate le risorse a carico del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027: 3,88 miliardi che si aggiungono ai 2,3 miliardi già stanziati in manovra 2024 a carico del citato Fondo di Sviluppo e Coesione. Ma è anche vero che la Regione siciliana aveva già puntato il suo primo miliardo+ sul Ponte, svuotando il “suo” Fondo Sviluppo e Coesione: e non ha alcun Piano di Sviluppo e Coesione sociale e territoriale… mentre procede nel privatizzare anche quel che resta di “pubblico”: dagli Aeroporti alla storica Azienda Siciliana Trasporti: regalando, con bando incentrato su 4 zone più redditizie, perfino un miliardo UE (IVA inclusa) ai privati.

L’addizionalità

E’ dunque modificato strutturalmente il QUADRO FINANZIARIO dell’Operazione Ponte: svuotandone la quota di finanziamento statale e saccheggiando il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) destinato dall’UE alle amministrazioni regionali e locali, “per rispondere agli squilibri economici e sociali dei territori”. Ad esempio: si interviene sulle aree “a rischio spopolamento”: altro che Ponte dei Miracoli (per emigrare in autostop?). Sebbene la gestione del Fondo di Sviluppo e Coesione venne attribuita ai governi centrali, che fanno e disfano… i principi di base di tale Fondo hanno un chiaro rilievo costituzionale, che blinda l’utilizzo delle sue risorse nel principio di addizionalità: dunque possono essere utilizzate solo ed esclusivamente come risorse aggiuntive e mai sostitutive di fondi statali, vincolandole a chiari e prioritari obiettivi di riequilibrio economico e sociale, così come previsto dall’art. 119, comma 5 della Costituzione.

Pagano i colonizzati

TerraeLiberAzione ha segnalato immediatamente, come GOLPE POLITICO con ARMI FINANZIARIE, il micidiale emendamento leghista alla Legge di Bilancio (poi approvato dal Parlamento): è triste vedere che si polemizza sulla “parificazione-aumento” di stipendio ai Ministri non eletti … 4 spiccioli (per quanto immorali). E all’Assemblea regionale siciliana, che ha un BILANCIO di 18 miliardi di euro, si azzuffano e inciuciano su 100 milioncini clientelar-territoriali: la mancia al “CRETINISMO PARLAMENTARE… malattia che relega quelli che ne sono colpiti in un mondo immaginario e toglie loro ogni senso, ogni ricordo, ogni comprensione del mondo esteriore”. (Carlo Marx -“Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”–1852).

I ‘paletti’ dell’Unione europea

Intanto, il gran ballo dell’operazione Ponte danza ormai sul mare di 15miliardi: e non basteranno. Il Ponte dei Miracoli sul Canale di Messina è il più Grande Affare di sempre per il Sistema Padano nelle colonie di Terronia!  E l’onorevole Molinari non “emenda” a titolo personale: WeBuild &C., le Acciaierie lombarde e perfino la NATO! Per dovere di cronaca va rilevato che -per quanto non finanziato dal NextGen-UE-PNRR- il “Ponte”, già sparito, di recente è virtualmente “riapparso” nel Trans-European Transport Network, uno storico Piano di mobilità europea pensato anche in un’ottica militare e di cui fa parte, in Italia, anche la Tav (che è però esclusa da SICILY PARK). Era Dicembre 2022, quando la commissaria UE, la rumena Adina Ioana Vălean, ricevendo il Ministro Matteo Salvini a Bruxelles, rilevò diplomaticamente “l’importanza simbolica della Grande Opera, per quanto divisiva” (è informata!) e chiarì che “non un euro del PNRR vi sarà investito” e non un euro vi sarà dirottato in futuro senza una “Gara” valutata dalla Connecting Europe Facility (CEF, il Fondo UE per il finanziamento delle opere del piano TEN-T). Prima condizione –chiarì logicamente la Commissaria- è la presentazione di un vero Progetto Esecutivo Definitivo. La Valean concluse osservando che da tutti i 27 Paesi dell’Unione giungono richieste. Ma l’italica furberia è riuscita ad auto-riciclarsi mezza dozzina di miliardi dai fondi europei investendoli nel “Ponte”: dirottandoseli dal Fondo di Sviluppo e Coesione UE. Un “piano finanziario” da presentare al CIPESS, per quanto “truffaldino”, ce l’hanno. Quanto al Progetto Esecutivo Definitivo, stanno bluffando: “a stralci”!. (8/1/2025)-.

La Cassa per il Mezzogiorno realizzò tante opere utili

La vituperata “Cassa per il Mezzogiorno”, nella sua parabola quarantennale, tra il 1950 e il 1986 (in questo anno sostituota dall’Agensud), malgrado la sua progressiva burocratizzazione “realsocialista” in salsa democristiana, realizzò almeno decine di opere utili: strade, ponti, dighe, bonifiche… con una spesa-media annua pari solo allo 0,7% del PIL italiano, mentre i vari Ministri mezzogiornali, tagliatori di nastri tricolori, spacciavano per “straordinario” un modesto piano di modernizzazione post-guerra. E ricordiamo, comunque, che almeno metà dei profitti vennero incamerati da imprese del Nord. Ma, al confronto con l’attuale Partito del Ponte, vien voglia di scrivere sui muri: “Onore alla Cassa per il Mezzogiorno, almeno 4 cose sensate le fecero!”. In Sicilia e Calabria mancano intanto 3000 ponti: tutti utili, tranne uno. Per non dire di asili, scuole a tempo pieno, strade decenti, trasporti e servizi pubblici ecc. E i soldi del Fondo di Sviluppo e Coesione servirebbero a questo. E’ in corso di “GRANDE OPERA” –a muta a muta- un’altra GRANDE RAPINA neocoloniale: e non ci sarà nessuna “insurrezione siciliana”: i Sonnambuli di Sicily Park a stento respirano.

Foto tratta da Blog Sicilia

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