“Il pastore buono non fugge dinanzi al lupo. L’aveva appreso da Gesù, il suo maestro”. Padre Pino Puglisi a 31 anni dal martirio

di Frate Domenio Spatola

In ricordo di un grande uomo di Chiesa che affrontava i mafiosi con la forza del Vangelo

Tre “P”, scherzava a ripetere. Quel giorno era il suo genetliaco. Avevano in parrocchia organizzato per lui una mini festicciola. Roba da poverelli, per questo gli auguri sarebbero stati più felici, perché sinceri. Era all’imbrunire. Sapeva chi gli ronzava intorno con motori rombanti e minacciosi. Segnali in parrocchia gliene erano arrivati. Si intrigava troppo nella vita del quartiere. I Graviano non reclutavano più manovalanza tra i ragazzi, finiti tutti i parrocchia cercati come le pecorelle da padre Pino e non più per le strade del quartiere per compiti che a loro premevano. La testa di capretto fattagli trovare alla porta della chiesa di San Gaetano a Brancaccio, era segnale tipico. Don Pino comprese ma non si arrese. Il pastore buono non fugge dinanzi al lupo. L’aveva appreso da Gesù, il suo maestro. Davanti la porta di casa i due killers si avvicinarono e, senza conoscerlo, lo chiamarono. Volevano essere certi di non sbagliare persona. Ma don Pino comprese e, col sorriso più disarmante (tale lo ricorderà al processo il pentito Grigoli che gli sparò), disse: “Vi aspettavo!”. Fu il suo Testamento. Il calvario successivo fu di tutta Palermo che ancora una volta piangeva un figlio coraggioso, e questa volta con la forza del Vangelo.

Foto tratta da Avvenire

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *