Il giovane ricco che pensava di essersi guadagnato il paradiso per avere rispettato la Legge di Mosè alla fine non se la sente di rinunciare alle proprie ricchezze terrene. E i discepoli…

di Frate Domenico Spatola

27 Maggio 2024 Lunedì della ottava settimana del tempo ordinario: Marco 10,17-27

Un giovane ricco voleva garantirsi l’aldilà. Le ricchezze lo assicuravano al presente. Chiese a Gesù cosa fare per ereditare la vita eterna. Gesù lo rimandò ai comandamenti della seconda tavola della Legge di Mosè : “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Trionfante, il giovane dichiarò di avere le carte in regola da potere dichiarare di averli osservati fin dalla giovinezza. Il paradiso dunque gli veniva assicurato nel futuro. Gesù però gli volle proporre l’ingresso nel Regno di Dio da subito. “Lo fissò e lo amò”. Gli chiese la scelta di farsi povero: “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e vieni e seguimi!”. La proposta lo rattristò perché possedeva molti beni che gli furono di ostacolo e, voltatosi, se ne andò. Quella richiesta dispiacque ai discepoli che vedevano allontanato qualcuno che con le sue ricchezze avrebbe potuto portare qualche beneficio al Gruppo, ma Gesù ribadì il concetto utilizzando il paradosso, che divenne proverbiale, del cammello più possibilitato a passare per la cruna di un ago, anziché un ricco nel regno di Dio. Angosciati, essi replicarono: “E chi può essere salvato?” . “Se è mpossibile agli uomini, – fu la risposta – non lo è a Dio!” .

Foto tratta da Parrocchia di San Francesco d’Assisi – Marina di Cerveteri

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