Il gas russo non passa più dall’Ucraina e quindi non arriva in Europa. Il prezzo è di nuovo alle stelle con rischio chiusura per migliaia di aziende europee. Una mossa della Germania per fare crollare la Ue?

Non è un’ipotesi campata in aria. L’Unione europea dell’euro conveniva ai tedeschi quando potevano ‘prendere’. Ma oggi la Germania, oltre a non avere più cosa arraffare nell’area Ue, sconta anche una pesantissima crisi economica e non è da escludere che punti ad avere le mani libere

Da oggi 1 Gennaio 2025 solo i gasdotti Turkstream collegano il gas russo all’Unione europea. Questo perché Ue (leggere Commissione europea) e Ucraina hanno deciso di impedire che il gas della Russia arrivi in Europa. Per la cronaca, come leggiamo su Wikipedia, “il gasdotto TurkStream (in turco TürkAkım o Türk Akımı; in russo Турецкий поток), chiamato precedentemente Turkish Stream, è un gasdotto che va dalla Russia alla Turchia. Parte dalla stazione di Russkaya vicino ad Anapa nella regione russa di Krasnodar, attraversando il Mar Nero fino a Kıyıköy“. Un canale Telegram scrive che, da oggi, “il Continente europeo è sempre più dipendente dalla Turchia per questioni strategiche”. In realtà, sulla carta non dovrebbe essere così, perché la Commissione europea ha previsto quattro alternative al gas russo: 1) il gas liquido (Gnl) che dovrebbe arrivare da Belgio, Paesi Bassi e Norvegia; 2) il Gnl degli Stati Uniti d’America; 3) il gas che dovrebbe essere trasportato dall’Italia all’Austria e poi in Slovacchia e in Slovenia (anche se non abbiamo capito di quale gas si parla: gas dell’Algeria, Paese alleato di Russia e Cina? gas liquido?); 4) il gas che attraverserebbe la rotta transbalcanica: anche in questo caso non si capisce da dove dovrebbe arrivare il gas (qui un articolo).

Ci sono dubbi sul fatto che la presidente della Commissione europea sta mettendo in difficoltà la Ue?

Che dire? Che a noi questi ‘magheggi’ della Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen fanno sorridere amaramente. Perché mentre l’accoppiata Ursula- Zelensky blocca il transito del gas russo dall’Ucraina verso l’Europa, il prezzo del gas, nella stessa Europa, è schizzato a 50 euro  al Megawattora (MWh): in pratica, un aumento di oltre il 100%! Questo significa che se il prezzo del gas non verrà riportato subito a 20 euro al Megawattora (MWh) assisteremo a un’ondata di chiusure di imprese europee che non potranno più sostenere i costi dell’energia. Uno scenario che accelererebbe la fine dell’Unione europea dell’euro. Siamo davanti a una strategia della Germania che si vuole sbarazzare quanto meno dell’euro in tempi brevi? La nostra non è un’ipotesi campara in aria. Non a caso il capo del Governo della Slovacchia, Robert Fico, ha affermato che il blocco del transito del gas russo dall’Ucraina avrà effetti negativi in Europa ma non in Russia. Questo perché la Russia non ha problemi a esportare il proprio gas in altrre aree del mondo. Mentre l’Europa non ha gas e lo deve acquistare da Paesi extra Ue. Con questa mossa la signora von der Leyen, che è tedesca, sta mettendo in difficoltà tutta l’Unione europea.

Il timore è che gasdotti e rigassificatori diventino obiettivi da colpire in un’Unione europea che ‘stuzzica’ in continuazione la Russia…

Che succederà? Intanto lo stesso Fico ha affermato che il suo Paese, in polemica con l’Ucraina, non fornirà più energia al Paese di Zelensky. Non è una cosa di poco conto, perché la Russia ha bombardato e distrutto buona parte delle centrali elettriche ucraine e senza l’importazione di energia in Ucraina, da alcuni Paesi europei, i cittadini ucraini non ancora fuggiti in Europa morirebbero di freddo. Da quello che si capisce, dovrebbe essere soprattutto la Polonia a fornire l’energia all’Ucraina. In ogni caso, il blocco del transito del gas russo dall’Ucraina creerà caos. La prima cosa logica che salta alla mente è che siamo in piena guerra e la Russia, dopo questo ennesimo atto di ostilità dell’Unione europea, ha tutto l’interesse a creare, appunto, il caos energetico in Europa. Magari cominciando dal gasdotto che attraversa l’Ucraina. Che fino ad oggi non è stato bombardato dal Paese di Putin proprio perché trasportava il gas russo in Europa. Ma dall’1 Gennaio 2025 non è più così e questo gasdotto potrebbe diventare un obiettivo sensibile. Se questo gasdotto dovesse salltare in aria l’Unione europea non potrebbe tornare più indietro: e non sarebbe una cosa di poco conto. Lo stesso discorso vale per gli altri gasdotti che attraversano l’Europa. E anche per i rigassificatori che, peraltro, sono impianti estremamente pericolosi, se è vero che l’esplosione di un rigassificatore costruito in un’area abitata provocherebbe un’ecatombe non di animali offerti gli Dei, come avveniva nell’area mediterranea nell’antichità ma di persone. Per questo riteniamo una follia il progetto per realizzare il grande rigassificatore d’Europa a Porto Empedocle, a ridosso dell’area abitata, a poco più di un km di distanza dalla Valle dei Templi di Agrigento, città che quest’anno è la ‘Capitale’ della cultura.

Foto tratta da Il Giornale

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