Il filosofo Diego Fusaro elenca le contraddizioni del Governo di Giorgia Meloni: da filorussa ad antirussa, da critica verso Unione europea ed euro ad europeista…

di Diego Fusaro

Davvero l’attuale capo dell’esecutivo italiano pensa di non aver fatto mai una scelta di cui vergognarsi?

“Non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”: così ha recentemente dichiarato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, esponente di punta della destra bluette, neoliberale, filobancaria, filostatunitense e filoisraeliana. Per la serie: l’importante è crederci. Per parte nostra, siamo fermamente convinti che di scelte fatte di cui vi sarebbe di che vergognarsi il governo capitanato da Giorgia Meloni ne abbia compiute a iosa. Davvero Giorgia Meloni non prova alcuna vergogna per il fatto di aver in passato sostenuto le ragioni della Russia e dell’uscita dell’Italia dall’euro e dall’Unione Europea e di trovarsi ora a capo di un governo palesemente antirusso e filoeuropeista? E che dire poi dell’aumento di un euro e ottanta delle pensioni minime posto in essere dal suo governo? Nessuna vergogna, poi, del fatto che l’Italia continua a mandare sciaguratamente armi al guitto di Kiev dicendo ipocritamente di promuovere la pace, e dunque agendo in maniera simile a quel pompiere che dicesse di voler spegnere l’incendio mentre versa taniche di benzina sul fuoco? (Sopra, Giorgia Meloni con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: foto tratta da Governo.it)

Giorgia Meloni ed Elly Schlein sono soltanto le due maschere del neoliberismo atlantista

Insomma, ci pare di poter dire senza ambagi che di scelte fatte di cui vergognarsi ve ne sono davvero molte, a patto che si abbia l’onestà e il coraggio di riconoscerlo. Più in generale, il governo di Giorgia Meloni dovrebbe profondamente vergognarsi di se stesso, per aver tradito tutte le parole d’ordine con cui si era presentato alle elezioni, dalla difesa dell’interesse nazionale al patriottismo. Non ci stancheremo di ripetere che il governo di Giorgia Meloni non è se non la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del precedente governo dell’euroinomane delle brume di Bruxelles, l’unto dai mercati, Mario Draghi. Un governo che, l’abbiamo sottolineato svariate volte, rivela palesemente come destra e sinistra siano oggi soltanto le articolazioni del Partito Unico fintamente plurale del turbocapitalismo. Meloni e Schlein sono soltanto le due maschere di carattere del neoliberismo atlantista ovunque imperante in occidente, anzi in uccidente.

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