Il ‘caso’ Diego Fabri: il merito di uno studioso va valutato sulla sostanza delle sua analisi e non sulla laurea. Gramsci, Croce e Montale non erano laureati

di Diego Fusaro

Il commento del filosofo Diego Fusaro su uno degli esempi della “società inautentica della chiacchiera e dell’equivoco” che “evita attentamente di affrontare i temi per rimanere alla superficie delle cose”

In questi giorni non si fa altro che parlare, o forse sarebbe meglio dire spettegolare, intorno alla inesistente laurea dello studioso mediatico di geopolitica Dario Fabri. Dopo che l’economista neoliberale Riccardo Puglisi ha sollevato per primo la questione, è emerso realmente che Dario Fabbri non ha la laurea e perfino il noto programma televisivo detto “Le iene” ha dedicato alla questione un lungo servizio. Molti dicono che la vicenda è l’emblema di un’Italia in cui non conta il merito e chi non ha la laurea può tranquillamente passare davanti a chi ce l’ha. Mi pare una impostazione sbagliata e subito dirò perché. Non so se mai Dario Fabbri abbia detto di avere la laurea, se l’ha fatto naturalmente ha sbagliato e anche grandemente. Perché non avere una laurea non è una colpa, ma dire di averla, se non la si ha, quello sì, è una colpa. Il punto della questione però sta nel merito: se vogliamo valutare il merito, siamo sicuri che il miglior modo di valutarlo sia analizzare la presenza della laurea e non invece la sostanza delle analisi sviluppate da Dario Fabbri? Coloro i quali in queste ore stanno contestando Dario Fabbri perché non ha la laurea forse farebbero meglio, se proprio vogliono contestarlo, a criticare le sue analisi misurando su di esse il loro giudizio critico sullo studioso. Ricordo per inciso che nemmeno Antonio Gramsci aveva la laurea e tuttavia sarebbe difficile sminuirne la figura per questa ragione. In sintesi, si può sicuramente valutare criticamente la figura di Dario Fabbri ma per farlo bisogna giudicare la sua produzione intellettuale, la sua elaborazione concettuale, le sue tesi in tema di geopolitica. Pretendere di liquidare le sue tesi per via dell’assenza della laurea mi pare assurdo ed è uno dei tanti modi con cui la società inautentica della chiacchiera e dell’equivoco evita attentamente di affrontare i temi per rimanere alla superficie delle cose. Insomma, con o senza la laurea, le analisi geopolitiche di Dario Fabbri restano dove sono e chiedono di essere valutate in quanto tali.

Un commento

  1. Ok, d’accordo, però Gramsci non diceva di essere laureato.

    Essere laureato di per se non vuol dire niente, ma dire di esserlo quando non lo si è invece dice molto.

    saluti

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