Il blocco dei PC di tutto il mondo. Siamo sicuri che la spiegazione fornita sia valida? La guerra dell’Occidente contro Cina e Russia non c’entra niente? La tempesta solare in corso e gli alieni esclusi a priori

La tesi ufficiale è che a creare problemi sia stato un antivirus. Però qualche stranezza c’è, tra guerre, tempesta solare guarda caso concomitante e i dubbi sugli alieni. Proviamo a illustrare i possibili scenari

In queste ore, sotto i nostri occhi, abbiamo ancora una volta un esempio di straordinario condizionamento dell’informazione nel cosiddetto Occidente industrializzato. E’ noto a tutti cosa è avvenuto oggi: i computer sono andati in tilt in tanti Paesi del mondo con effetti disastrosi: oltre mille e 400 voli bloccati, migliaia di treni non sono partiti, disagi negli ospedali per l’impossibilità di effettuare esami e interventi computerizzati, canali televisivi che non sono riusciti a mandare in onda i propri programmi, conrattazioni ferme nelle Borse, banche nel caos, problemi in migliaia di centri commerciali per impossibilità, per i clienti, di effettuare i pagamenti. Abbiamo letto tanti articoli. La notizia è che il blocco informatico interessa tutto il mondo. Ma non abbiamo ancora capito se quanto avvenuto oggi abbia sconvolto tutto il Pianeta o solo i Paesi occidentali. Insomma, non abbiamo ancora capito se Cina e Russia abbiano avuto gli stessi problemi: molto probabilmente, no. Abbiamo letto di problemi per le compagnie aeree indiane IndiGo e Akasa, ma non abbiamo letto di problemi in Russia e in Cina. Ed è anche normale: il caos, stando alla versione ufficiale, è stato creato da un antivirus, CrowdStrike, che si utilizza in Occidente. Quanto accaduto ha creato una condizione di vantaggio per Cina e Russia: su questo non ci piove. Per non parlare del fatto che gli hacker più bravi del mondo sono russi. Ma di questo non si parla, non si deve parlare. Viene assiomaticamente sottolineato che gli hacker non hanno giocato alcun ruolo. Eppure siamo nel pieno di una guerra mondiale tra USA e Occidente da una parte e Cina, Russia e Paesi del BRICS dall’altra parte. Possibile che avvenga un fatto così eclatante che sta penalizzando l’Occidente e non ci sia un solo accenno alla guerra mondiale in corso? Ricordiamoci che la Russia e la Cina stanno sconfiggendo non l’Ucraina ma tutto l’Occidente e la NATO impegnati nella guerra in Ucraina. Siamo matematicaente certi che quanto avvenuto oggi non abbia alcun nesso con la guerra in corso?

La concomitanta degli eventi informatici con una tempesta solare

Ci sono altri due elementi in questa storia che stanno rimanendo in ombra. Il primo elemento è che, da ieri, è in corso una tempesta geomagnetica. Ieri MeteoWeb riprendeva una notizia del sito specializzato SpaceWeather.com: “Due e forse 3 deboli espulsioni di massa coronale (CME) si stanno dirigendo verso la Terra in seguito a una serie di eruzioni dalle macchie solari  AR3743AR3753 e AR3744 avvenute tra 16 e 17 Luglio. L’impatto collettivo dovrebbe avvenire nel weekend del 20-21 Luglio, e potrebbe causare una tempesta geomagnetica minore di classe G1“ (qui l’articolo per esteso). Se leggete l’articolo non ci dovrebbe essere alcun nesso tra la tempesta geomagnetica provocata dal Sole e quanto avvenuto sulla Terra nei sistemi informatici. Però segnalare la concomitanza tra i due eventi non ci sembra sbagliato. Anche perché un legame tra alta tecnologia e tempeste solari c’è: “Lo scudo offerto dal campo elettromagnetico terrestre mette al riparo gli uomini (ma anche gli altri animali e le piante) dagli effetti nocivi del plasma solare – leggiamo in un articolo di FastwebPlus – ma può non risultare altrettanto efficace per quel che riguarda i nostri dispositivi hi-tech. In presenza di una emissione solare importante può infatti accadere che una certa quantità di particelle cariche oltrepassino la barriera elettromagnetica offerta dal nostro pianeta. In tali casi gli effetti sulla salute delle creature viventi sono in genere trascurabili ma non si può sempre dire altrettanto per ciò che concerne le telecomunicazioni o i dispositivi tecnologici che basano il proprio funzionamento sull’elettronica. Si possono infatti determinare interferenze nei circuiti interni di device di ogni tipo: dagli smartphone ai telefoni di casa alle reti elettriche passando per i sistemi di comunicazione satellitare (GPS in particolare)”.

E se fossero stati gli alieni?

“Possibili effetti sui sistemi informatici da parte di una tempesta solare? Potrebbe essere. Ma quanto accaduto potrebbe essere causato da impulsi elettromagnetici di America o Russia. Oppure di entità aliene cui serve un blackout temporaneo di alcuni flussi di dati”. A parlare è Vito Piero Di Stefano, matematico e studioso di UFO. Che non esclude un possibile ruolo di americani e russi. E parla del secondo elemento: la possibilità che questo caos informatico sia stato provocato da entità aliene. Naturalmente ci prenderanno per ‘complottisti’. Pazienza. Nel Gennaio dello scorso anno abbiamo ospitato su I Nuovi Vespri, un articolo del professore Di Stefano del quale riportiamo uno stralcio: “Pensare che in tutto questo vi sia solo il nostro pianeta abitato da vita intelligente è assolutamente presuntuoso e probabilisticamente impossibile. Da studi probabilistici nella nostra galassia dovrebbero esistere almeno alcune dozzine di civiltà attive, assumendo come ipotesi probabile che ci vogliono 5 miliardi di anni affinché su un pianeta si formi vita intelligente, come per la Terra. Questo numero è dato da un calcolo chiamato limite astrobiologico copernicano. Partendo da questa ipotesi, ad oggi i calcoli danno un numero (limite inferiore) di circa 36 civiltà intelligenti presenti nella nostra galassia. Il che dà un’ipotesi di una civiltà intelligente ogni 17.000 anni luce. Ovviamente nulla si presume circa il livello evolutivo di una civiltà di questo tipo. Potrebbe esistere una civiltà che ha un miliardo di anni più della nostra per esempio, con quello che comporta in termini di capacità tecnologica e di conseguente spostamento all’interno della nostra galassia o fuori di essa” (qui per esteso l’articolo del professore Di Stefano).

Foto tratta da Il Riformista

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