Il 2025 si apre con gli hacker russi che attaccano l’Italia e con la Ue che non teme i dazi USA e anzi snobba Trump sull’Ucraina schierandosi di fatto con i Dem di Biden

La nostra è una constatazione oggettiva: l’Italia, ad esempio, ha annunciato l’intenzione di sostenere l’Ucraina fino alla fine della guerra e ha deciso di fornire armi al Paese di Zelensky per il 2025

Il 2025 si apre per l’Italia con un pesante attacco del collettivo hacker filorusso NoName. Sono stati presi di mira il Ministero degli Esteri, il Ministero della Difesa, l’Aeronautica, la Marina militare, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Va da sé che si è trattato di atti dimostrativi. Non c’è stato, almeno fino ad oggi, un attacco i profondità per bloccare completamente, ad esempio, per una settimana o giù di lì una struttura informatica italiana. The Hour Sicilia ha chiuso l’ormai vecchio anno con una notizia che tutt’altro che piacevole: e cioè la mossa dei Paesi del cosiddetto G7, che hanno inviato in Ucraina il primo miliardo di euro di fondi russi ‘congelati’ presso #Euroclear, la società finanziaria belga dove si trovano i beni della Russia. Oggi apriamo il 2025 ricordando che, di fatto, l’Unione europea in generale e l’Italia in particolare stanno continuando a stuzzicare la Russia. Con molta probabilità, gli attuali governanti dellUnione europea sono in linea con i Democratici americani, nel senso che non accettano di aver perso la guerra in Ucraina contro il Paese di Putin. Proprio alla fine del 2024 il Governo di Giorgia Meloni ha annunciato l’intenzione di sostenere l’Ucraina fino alla fine della guerra e ha deciso di fornire armi al Paese di Zelensky per tutto il nuovo anno (qui un articolo). Come sappiamo, ci sono Paesi dell’Unione europea contrati alla guerra in Ucraina (una minoranza) e ci sono Paesi Ue favorevoli alla guerra alla Russia (la stragrande maggioranza con in testa i Paesi del Nord Europa). Anche la NATO è per la guerra alla Russia, non a caso ha invitato i Paesi alleati ad aumentare il sostegno militare all’Ucraina. Sempre in queste ore la vecchia amministrazione statuntense di Joe Biden ha inviato suponiamo gli ultimi 2 miliardi e mezzo di dollari di aiuti militari all’Ucraina (qui un articolo). Ue e Dem americani sono sulla stessa lunghezza d’onda: la guerra in Ucraina deve continuare.

E’ come se la parte della Ue che vuole prosegure la guerra in Ucraina stesse dicendo: siamo pronti a sfidare anche la nuova amministrazione americana pur di continuare la guerra contro la Russia di Putin

Ora, non c’è bisogno di essere grandi espeti in geopolitica per capire che la maggioranza dei Paesi dell’Unione europea (e tra questi c’è l’Italia) e la NATO stanno andando verso una direzione diametralmente opposta alla linea tracciata in Ucraina dalla nuova amministrazione americana di Donald Trump. Il nuovo presidente USA ha detto a chiare lettere che vuole chiudere la guerra in Ucraina, anche consentendo alla Russia di tenersi le Regioni ucraine filorusse che il Paese di Putin ha conquistato con le armi. Tutto questo sta avvenendo – lo ribadiamo – mentre l’Unione europea che vuole proseguire la guerra contro la Russia è schierata con la vecchia amministrazione americana di Biden, non certo con Trump. E’ evidente che la parte dell’Unione europea che vuole la guerra e la NATO non sta soltanto sfidando il Paese di Putin: sta sfidando anche il nuovo presidente americano che si insedierà alla Casa Bianca il prossimo 20 Gennaio. Detto in parole più semplici, è come se la Ue fosse una grande potenza e stesse dicendo a Trump: noi ‘europeisti’ non abbiamo paura dei dazi doganali americani e delle reazioni di Mosca e siamo pronti a sfidare anche la nuova amministrazione americana pur di continuare la guerra contro la Russia di Putin.

Su un canale Telegram leggiamo che Euroclear ammette che il ‘congelamento’ dei beni russi è un errore. E’ così?

La cosa singolare è che mentre l’Unione europea che vuole proseguire la guerra contro la Russia sfida, contempraneamente, Putin e Trump, #Euroclear – come già accennato, la società finanziaria belga che costodisce i circa 300 miliardi di euro di beni russi – ammette che il ‘congelamento’ dei beni della Russia colpisce la propria reputazione. Quest’ultima notizia la leggiamo su un canale Telegram. E’ una notizia che prendiamo con le pinze, certo, anche se, sul piano della logica economica, non fa una grinza. Nel post si legge che i vertici di Euroclear riconoscono che ‘congelare’ i beni russi è un errore, perché così facendo si lede la reputazione finanziaria di questa società. Il timore è che altri grandi risparmiatori – per esempio i Paesi petroliferi del Medio Oriente – ritirino i propri risparmi da Euroclear. E’ evidente che i governenti Ue hanno previsto anche questo e che non temano eventuali effetti negativi.

Siamo certi che la Ue sia in grado di neutralizzare gli attacchi del collettivo hacker filorusso NoName?

E’ lecito essere un po’ pessimisti? Leggiamo un passo di un articolo pubblicato da Stand for UCRAINE.it: “Nel 2024 gli attacchi dei gruppi hacker legati al cremlino ai Paesi NATO e quindi anche all’Italia sono aumentati considerevolmente e il rapporto 2024 dell’Osservatorio Attacchi Digitali in Italia (OAD) di AIPSI (Associazione Italiana Professionisti Sicurezza Informatica) parla chiaro in tal senso, citando esplicitamente che la maggior percentuale di pericoli arriva proprio da gruppi legati alla galassia hacker russa. Che poi vengano nascosti, che non se ne parli o che venga data la colpa ad un chiodo sui binari o ad un programmatore pasticcione in grado di decapitare i servizi web di mezzo mondo è tutto un altro discorso”. In questo articolo si sottolinea con chiarezza che il caos scatenato nella rete ferroviaria romana non sarebbe stato prvocato da un chiodo… Che è, poi, quanto hanno pensato le persone che in Italia non hanno ancora portato il cervello all’ammasso. Ancora l’articolo di Stand for UCRAINE.it: “Se domani un nuovo cyberattacco combinato dovesse attaccare l’Italia potremmo trovarci con servizi fondamentali come sanità e trasporti a terra. Vi immaginate le conseguenze su cliniche e ospedali con i sistemi informativi in down? Qui si parla di vita e di morte. Vi immaginate un Paese con i trasporti aerei, marittimi e su rotaia a terra? Vi immaginate i servizi bancari disconnessi dalla rete e i pagamenti digitali impediti ad ogni livello? Bene, immaginate le tre cose insieme. Questo, unitamente alla manipolazione dell’informazione che è già in atto, è l’inizio di tutte le guerre moderne e ne stiamo avendo un calorico antipasto in questi mesi. Non prepararci nella difesa di questi pericoli è un atteggiamento stupido e criminoso”. Non siamo ‘tifosi’ dell’Ucraina, ma lo scenario descritto in questo articolo non ci sembra fantascienza. Siamo certi che Governo italiano e, in generale, l’Unione europea abbiano già pronte le contromisure. Anche perché i russi non sembrano bene intenzionati verso lEuropa. Ricrdiamoci coha ha detto nei giorni scorsi Dmitrij Anatol’evič Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa: “L’Europa deve essere punita con tutti i mezzi a nostra disposizione: politici, economici e tutti i tipi di mezzi ibridi. Quindi dobbiamo aiutare qualsiasi processo distruttivo in Europa… La nave battente bandiera norvegese Oslo Carrier 3 ha rifiutato di imbarcare marinai russi dell’Orsa Maggiore che stavano annegando nel Mar Mediterraneo. C’è bisogno di ulteriori chiarimenti? Questo non può essere perdonato!” (qui per esteso le dichiarazioni di Medvedev). Siamo certi che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i Ministri italiani – a cominciare dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, abbiano già adottato tutte le contromisure.

Foto tratta da Avvenire

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