Ieri a Palermo una manifestazione a tutela della lingua siciliana. Data non casuale, visto che il 30 Marzo si ricorda la Rivolta dei Vespri Siciliani. Il ricordo di Giovanni Meli e Giuseppe ‘Pippo’ Scianò

La manifestazione di ieri ci dà la possibilità di rifettere sui danni che la televisione italiana ha provocato nelle Regioni del nostro Paese travolgendo lingue e dialetti

Chissà, forse tra i siciliani si sta risvegliando il senso profondo delle proprie radici. Così, almeno, noi leggiamo la manifestazione andata in scena ieri, 30 Marzo, a Palermo, in difesa della lingua siciliana. Gli organizzatori, supponiamo, non hanno scelto a caso la data, perché il 30 Marzo ricorre l’anniversario della Rivolta dei Vespri siciliani, avvenuta il 30 Marzo del 1282. Insomma, una data non casuale per tornare a porre la questione della lingua siciliana, travolta dalla disgraziata unità d’Italia, o presunta tale, tra il 1860 e il 1861. Come avvenuto in altre Regioni italiane, le lingue presenti in alcune Regioni italiane sono state travolte dalla lingua italiana, dove più dove meno. Idem per i dialetti. Un colpo durissimo alle lingue e ai dialetti presenti in Italia è stato inferto dalla televisione, che ha disabituato in buona parte i cittadini ad utilizzare la propria lingua di origine e i propri dialetti, ma ha anche ridotto numericamente l’uso delle parole della lingua italiana. Un disastro totale.

Valorizzare la lingua siciliana significa anche ricordare Giovanni Meli e Giuseppe ‘Pippo’ Scianò

Oggi la Sicilia si va svegliando. La manifestazione di ieri a Palermo, promossa dal Movimento Trinacria e da un folto gruppo di associazioni culturali (qui un articolo che leggiamo su Il Giornale di Sicilia), è il segno di una grande vitalità culturale e di amore per la lingua siciliana. Nel 2015, su I Nuovi Vespri, insieme con tutti i protagonisti di questo blog, allora promosso da Francesco Busalacchi, con l’importante presenza d’amica e collega Antonella Sferrazza, abbiamo avuto l’onore di ospitare un intervento del grandissimo Giuseppe ‘Pippo’ Scianò (foto sopra), per decenni leader indiscusso degli Indipendentisti siciliani. Scianò scrisse un articolo memorabile per celebrare i 200 anni dalla morte di Giovanni Meli, letterato, poeta, medico siciliano, docente universitario di Chimica e, soprattutto, grande difensore della lingua siciliana. Meli scritto in lingua siciliana ed è stato tra i primi a capire il rischio che si profilava per la lingua della nostra Isola. La grandezza di Meli non è solo letteraria – basti pensare che è stato amato e tradotto da poeti come Ugo Foscolo e Johann Wolfgang von Goethe – ma anche, lo ribadiamo, per la sua grande passione per la lingua della sua terra.

Il recupero dell’identità storica dei siciliani

Oggi proponiamo ai nostri lettori l’articolo che Scianò ha scritto per I Nuovi Vespri il 13 Novembre del 2015: “La ricorrenza del 200° anniversario della morte di Giovanni Meli – scrive Scianò – deve diventare un’occasione per la salvaguardia della lingua siciliana e per il recupero della nostra indennità storica. E non solo. Sono state troppo poche (e forse anche INADEGUATE ) le iniziative dedicate, fino a questo momento, alla celebrazione della ricorrenza del 200° anniversario della morte del grande poeta siciliano GIOVANNI MELI, avvenuta a Palermo il 20 DICEMBRE del 1815. Si prospetta, quindi, il pericolo che possa cadere nel vuoto l’accorato e significativo “appello”che, da diversi mesi, è stato lanciato (dagli USA) dal Professor Gaetano CIPOLLA, “docente emerito” dell’Università SAINT JOHN di NEW YORK e Presidente dell’Associazione Culturale ARBA SICULA affinché le istituzioni culturali operanti in Sicilia dessero all’anniversario la rilevanza che merita. E si cogliesse l’occasione per conoscere meglio il “personaggio”, GIOVANNI MELI, nato a Palermo nel 1740. L’appello di Gaetano CIPOLLA è rivolto ovviamente anche al “mondo politico” siciliano, che purtroppo è in tutt’altre faccende affaccendato. E che ormai ha preso l’abitudine di lasciare la “QUESTIONE SICILIANA” fuori dalla porta, in ogni suo aspetto. Peccato! Sarebbe stata (… l’anno 2015 è ormai quasi alla fine) un’occasione, questa, per rivisitare e per far conoscere meglio, in Europa e soprattutto in Sicilia, quello che era stato il Regno di Sicilia sia nel Settecento, sin agli inizi dell’Ottocento, con i suoi “PRIMATI” politici, culturali, economici, scientifici e militari. Un periodo – ci preme sottolinearlo – nel quale la Sicilia fu protagonista di primo piano. E non semplice spettatrice, cosi come non pochi esponenti della cultura ufficiale vorrebbero oggi farci credere. La Sicilia fu “soggetto” attivo della propria storia e non “oggetto” passivo, della storia altrui”.

Attenzione ai “militanti” dell’ANTISICILIA e dell’ASCARISMO politico e culturale

“L’Abate Meli fu anche scienziato, medico, letterato, linguista ed attento osservatore e “critico” della “politica” della sua epoca. Fu soprattutto un grande POETA, che usò la LINGUA SICILIANA con orgoglio e con competenza insuperabili e che intuì, per tempo, anche il pericolo di arretramento, se non di scomparsa, che questa correva. E altresì importante il fatto che alcune sue liriche siano state tradotte in tedesco da WOLFANGO GOETHE ed italiano da UGO FOSCOLO. Traduzioni ne furono fatte anche in LATINO, in GRECO, in INGLESE ed in FRANCESE. A proposito dell’importanza del nostro “VATE”, dobbiamo evidenziare che, tanto nell’OTTOCENTO, quanto nella prima metà de NOVECENTO, in Sicilia, ed in modo particolare a Palermo, pregevoli monumenti e lapidi gli hanno reso onore. Ed hanno dimostrato che il Popolo Siciliano, ad ogni livello, aveva compreso e condiviso l’esempio ed il messaggio del MELI che ostinatamente aveva sempre usato la LINGUA SICILIANA, rivalutandone la funzione di DIFESA della DIGNITA’, nonché della specifica IDENTITA’ CULTURALE e NAZIONALE del Popolo Siciliano. Valori, questi, ieri come oggi messi in serio pericolo dai “militanti” dell’ANTISICILIA, e dell’ASCARISMO politico e culturale. Una importantissima ulteriore ragione, però, quest’ultima, per non fare passare INOSSERVATA la ricorrenza del 200° anniversario della morte di Giovanni MELI, grande POETA e grande SICILIANO (lo ripetiamo)”.

Oggi tanti artisti siciliani si esprimono in lingua siciliana

“Un’ultima precisazione: se dovessero cadere nel vuoto, come temiamo, le raccomandazioni del Professor CIPOLLA o questa nostra modesta ma “decisa” e sincera presa di posizione, non significherebbe che abbiamo perso la BATTAGLIA per il recupero della memoria storica, per la difesa ed il rilancio della Cultura Siciliana e della LINGUA SICILIANA. La nostra lotta contro l’ASCARISMO CULTURALE continuerà con maggiore impegno. Esistono infatti forti prese di COSCIENZA e tante valide testimonianze di “resistenza siciliana e sicilianista” alle trame ed alle manovre di militanti dell’ANTISICILIA e dell’ASCARISMO ORGANIZZATO. Un esempio, minimo apparentemente, ma significativo, è il fatto che la lingua siciliana sia ancora molto usata all’interno delle famiglie e non solo. Anche a livello popolare, sopravvive l’abitudine di citare e talvolta di recitare strofe ed intere poesie del MELI. In Siciliano si ripetono, il più delle volte, anche i proverbi non siciliani in origine. Ma c’è di più (e di più recente) – conclude Scianò -. I giovani siciliani, infatti, sempre più di frequente, rivendicano il ‘piacere’ di esprimersi pubblicamente in LINGUA SICILIANA sia in campo musicale ed artistico, sia nella vita di ogni giorno. Non è poco. Anzi: è un ‘fatto’ che ci autorizza a ritenere che le nuove generazioni siciliane, con il recupero della LINGUA SICILIANA, vogliano anche intraprendere in modo originale il CAMMINO per la RINASCITA e la RISCOSSA del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana”.

Un plauso a tutto il mondo che difende la cultura e le tradizioni siciliane. La speranza è che i giovani sicilianisti entrino in Assemblea regionale siciliana

Giusto il richiamo ai tanti artisti siciliani che oggi si esprimono utilizzando la nostra lingua. Sono tanti e citandone alcuni rischiamo di penalizzarne altri. Il nostro plauso va a tutti indistintamente. E un plauso va a tutti i protagonisti del ‘complcato’ mondo sicilianista. Qui ci permettiamo di citare alcuni personaggi, scusandoci in anticipo con chi non verrà ricordato. Il primo, il più importante, l’abbiamo già citato: Giuseppe ‘Pippo’ Scianò venuto a mancare nell’Agosto del 2022 (qui un articolo). Poi Corrado Mirto, storico, grande studioso della cultura siciliana. E ancora Francesco Paolo Catania, sicilianista di grande passione: anche lui non è più con noi ma noi lo ricordiamo sempre. Tanti gli altri sicilianisti che non ci sono più. A loro va il nostro abbraccio. Poi ci sono i sicilianisti di oggi: Eliana Esposito, attrice, cantautrice e donna di spettacolo, segretaria del Movimento Siciliani Liberi; Ciro Lomonte, anche lui grande sicilianista, che riprendiamo spesso su questo blog; Marco Lo Dico, sempre di Siciliani Liberi. E Massimo Costa, altro protagonista di Siciliani Liberi. E poi Renato Santagati Sgroi, del Movimento Siciliano d’Azione. E ancora Erasmo Vecchio e il vulcanico Mario Di Mauro. Ci sarebbero anche altri amici con i quali abbiamo condiviso, nel 1996, l’esperienza di Noi Siciliani. Chiudiamo con un plauso al nostro vecchio amico Fonso Genchi, che da tanti anni porta avanti non soltanto la causa sicilianista ma anche la battaglia a salvaguardia della lingua siciliana. E ancora un grazie agli organizzatori della mani.festazione di ieri che, giustamente, chedono che il siciliano diventi la lingua della nostra Regione. Il nostro augurio è che i giovani che hanno preso parte alla manfestazione di ieri entrino da protagonisti nell’Assemblea regionale siciliana, l’ideale sarebbe con un partito sicilianista, possibilmente senza seguire il disastroso modello della Catalogna, dove gli indipendentisti, o presunti tali, fanno da ‘strapuntino’ al Governo globalista e finto socialista di Pedro Sanchez. Se non si riuscirà a dare vita a un partito sicilianista di successo andranno bene anche gli attuali partiti disponibili a intestarsi una battaglia politica sicilianista valorizzando i giovani sicilianisti.

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