I dubbi di San Giuseppe fugati dall’angelo che, nel sonno, gli svelò che il bambino che Maria portava in grembo era il figlio di Dio

di Frate Domenico Spatola

La scelta giusta di un uomo giusto. Matteo 1, 18-24

Giuseppe da “giusto” impensieriva. Osservante rigoroso della Legge, la voleva applicare con Maria come con un’adultera. Ne ebbe tuttavia compassione e non la volle denunciare. Maria non avrebbe resistito alla “prova di Dio”, e la “lapidazione” sarebbe stata condanna certa. A Giuseppe si offriva una scappatoia: “licenziarla in segreto”. Avrebbe consegnato alla sposa il “libello del ripudio”, prescritto dalla Legge, ma senza la motivazione. Con questo gesto tacitava la sua coscienza ma pregiudicava il progetto della redenzione, perché in quella “società maschilista e patriarcale”, il Nascituro doveva vantare un papà. L’angelo, nel sonno, gli garantì che il bambino, che la sua sposa portava in grembo, era il Figlio di Dio, e a lui spettavano due compiti: prendersi cura del figlio come della madre, e inserire il Figlio di Dio nella linea messianica da “Figlio di Davide”. Svegliatosi, Giuseppe prese con sé Maria, sua sposa.

Foto tratta da Non di Solo Pane

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